3000€ di guasto e addio motore | Se si accende questa spia è già troppo tardi: ecco come è fatta

Non sottovalutare la spia DPF/FAP o AdBlue: un piccolo segnale può trasformarsi in un guasto da 3000€ al motore. Impara a riconoscerla per evitare danni irreversibili.

3000€ di guasto e addio motore | Se si accende questa spia è già troppo tardi: ecco come è fatta
Nel mondo automobilistico moderno, la tecnologia ha fatto passi da gigante per rendere i veicoli più efficienti e meno inquinanti. Tuttavia, questa complessità porta con sé anche nuove vulnerabilità che ogni automobilista dovrebbe conoscere. Una delle minacce più subdole e costose per la salute del vostro motore si cela dietro una piccola spia apparentemente innocua sul cruscotto. Parliamo specificamente di due sistemi cruciali per la riduzione delle emissioni: il filtro antiparticolato (DPF/FAP) e il sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR) che utilizza l’AdBlue. Ignorare i loro avvisi può significare non solo un salasso economico fino a 3000 euro di riparazione, ma in alcuni casi, l’addio anticipato al cuore pulsante della vostra auto. Riconoscere i segnali d’allarme è fondamentale per prevenire danni irreparabili, mantenere l’affidabilità del veicolo e, soprattutto, evitare costi esorbitanti.

La minaccia silenziosa: spia DPF e FAP

La minaccia silenziosa: spia DPF e FAP

Spia DPF e FAP: il segnale di una minaccia silenziosa per il motore.

Il DPF (Diesel Particulate Filter) o FAP (Filtro Anti Particolato) è un componente essenziale nei veicoli diesel moderni, progettato per catturare e immagazzinare le particelle di fuliggine prodotte dalla combustione del gasolio, riducendo drasticamente le emissioni inquinanti. Quando il filtro si intasa eccessivamente, il veicolo tenta di avviare un processo di rigenerazione, durante il quale le particelle accumulate vengono bruciate ad alta temperatura. Questo processo richiede specifiche condizioni di guida, come viaggi a velocità costante (tipicamente autostradali) per un certo periodo.

La spia DPF/FAP, solitamente di colore giallo o arancione, si presenta con un simbolo che ricorda un “tubo di scarico” con dei puntini all’interno. La sua accensione indica un intasamento e la necessità di completare un ciclo di rigenerazione. Se la rigenerazione non avviene o viene interrotta frequentemente (ad esempio, a causa di brevi tragitti urbani dove il motore non raggiunge le temperature ottimali), l’intasamento può diventare eccessivo e cronico. A questo punto, il veicolo potrebbe entrare in modalità di protezione, riducendo drasticamente la potenza, o peggio, richiedere una pulizia forzata in officina con apparecchiature specifiche, o nei casi più gravi, la sostituzione completa del filtro. Un intervento che può facilmente superare i 1500-3000 euro, a seconda del modello, della marca del veicolo e della complessità del sistema.

È cruciale non ignorare questa spia e, se possibile, modificare lo stile di guida per favorire la rigenerazione. Continuare a guidare con un filtro DPF/FAP intasato non solo danneggia il filtro stesso ma può anche causare problemi seri al motore, come l’aumento del livello dell’olio per diluizione con gasolio, con conseguente usura accelerata e potenziali guasti ben più gravi ai componenti interni. La prevenzione, che include la manutenzione regolare e un’adeguata guida, è sempre la migliore cura.

AdBlue e la spia gialla generica: il countdown forzato

AdBlue e la spia gialla generica: il countdown forzato

AdBlue: spia gialla accesa, inizia il countdown forzato.

Il sistema AdBlue, presente nei veicoli diesel più recenti dotati di tecnologia SCR (Selective Catalytic Reduction), serve a ridurre ulteriormente le emissioni di ossidi di azoto (NOx), convertendoli in azoto innocuo e vapore acqueo. L’AdBlue è un fluido a base di urea che viene iniettato con precisione nel sistema di scarico prima del catalizzatore SCR per innescare questa reazione chimica.

Quando il livello di AdBlue nel serbatoio è basso o si verifica un malfunzionamento nel sistema, si accende una spia, spesso gialla e generica (simbolo del motore o chiave inglese) o specifica del sistema AdBlue, accompagnata da messaggi chiari sul display del cruscotto che indicano un problema o un basso livello di liquido. A differenza del DPF/FAP, dove i problemi si manifestano gradualmente, il sistema AdBlue ha delle conseguenze ben più drastiche e immediate se ignorato. Molti veicoli moderni, per rispettare le stringenti normative antinquinamento (Euro 6 e successive), sono programmati per impedire l’avviamento del motore una volta esaurito l’AdBlue o se il sistema rileva un guasto grave che non è stato risolto tempestivamente.

Inizialmente, il veicolo potrebbe limitare le prestazioni o il numero di avviamenti rimanenti, fungendo da avvertimento finale. Se si continua a ignorare la spia e i relativi messaggi, si arriverà al blocco totale della centralina e all’impossibilità di riavviare il motore, spesso dopo un certo numero di chilometri o cicli di accensione. La riparazione, in questi casi, può comportare la sostituzione del serbatoio AdBlue, della pompa, dei sensori o dell’intero sistema SCR, con costi che possono variare significativamente ma che facilmente raggiungono cifre importanti, simili o superiori ai 3000 euro menzionati per il DPF. La chiave è agire prontamente: rabboccare l’AdBlue appena si accende la spia di basso livello e far controllare il sistema immediatamente da un professionista in caso di avvisi di malfunzionamento, per evitare di trovarsi con il veicolo immobilizzato e costi di riparazione elevatissimi.