Rivoluzione Naspi, addio assegno al primo rifiuto | Milioni di disoccupati iniziano a tremare

Rivoluzione Naspi, addio assegno al primo rifiuto | Milioni di disoccupati iniziano a tremare

Naspi - Fonte Facebook - pozzuoli21.it

La stretta sulla Naspi è ufficiale: con il nuovo decreto sulla sicurezza sul lavoro, scatta l’allarme per una platea vastissima di beneficiari.

Il Governo ha scelto di intervenire con decisione sulle regole che disciplinano i sussidi per chi ha perso il lavoro, legando in maniera ancora più rigida il diritto all’indennità all’impegno concreto nella ricerca di una nuova occupazione.

Il messaggio è chiaro: l’assegno non è più solo un paracadute economico, ma è strettamente connesso alla disponibilità ad accettare le opportunità considerate congrue. In questo contesto si inserisce la vera “rivoluzione Naspi”, che cambia la quotidianità di milioni di disoccupati.

Il punto di svolta è tutto in una frase: basta un solo “no” a una proposta di lavoro giudicata idonea perché scatti la decadenza dall’assegno.

Non vengono toccati solo i percettori di Naspi, ma anche chi riceve Dis-Coll e Iscro, coinvolgendo quindi una platea ampia di lavoratori dipendenti, collaboratori e partite Iva in difficoltà. Il nuovo decreto, approvato in Consiglio dei ministri all’interno del pacchetto sulla sicurezza sul lavoro, ridisegna così il sistema degli ammortizzatori sociali in senso molto più severo e orientato alle cosiddette politiche attive.

Naspi, stretta al massimo: cosa succede al primo rifiuto

La novità più rilevante riguarda proprio il rapporto tra assegno e offerte di lavoro. Il decreto stabilisce che il beneficiario che rifiuta una offerta di lavoro “idonea” perde il diritto all’indennità in modo pressoché immediato. Non sono più previsti lunghi percorsi di avvisi e richiami: la logica è quella della “tolleranza zero” verso chi, pur essendo in disoccupazione, non coglie le occasioni considerate adeguate al proprio profilo. Dietro questa scelta c’è l’idea di spingere il più possibile il rientro nel mercato del lavoro, scoraggiando atteggiamenti ritenuti troppo attendisti.

Ma che cosa si intende, concretamente, per offerta idonea? La normativa richiama criteri già fissati in precedenza, legati alla coerenza tra mansioni proposte ed esperienza del lavoratore, al livello retributivo e alla distanza dal luogo di residenza o dall’ultima sede di impiego. Un’offerta è ritenuta idonea se rispetta contemporaneamente parametri come settore di inquadramento, tipo di mansioni e una distanza contenuta – per esempio entro poche decine di chilometri – in modo da non trasformare l’accettazione del lavoro in un sacrificio eccessivo. Se la proposta rientra in questi paletti, il rifiuto comporta la perdita dell’assegno; per offerte “meno vantaggiose” possono esserci margini leggermente più ampi, ma sempre con limiti precisi al numero di “no” consentiti.

Naspi – DepositPhotos – pozzuoli21.it

Siisl diventa obbligatoria: nuovi doveri per non perdere l’assegno

Accanto alla regola del primo rifiuto, il decreto introduce un altro passaggio chiave: la piattaforma Siisl, nata per gestire Assegno di inclusione e Supporto formazione e lavoro, diventa il centro unico attraverso cui transitano le politiche attive anche per chi percepisce Naspi, Dis-Coll e Iscro. Questo significa che il disoccupato non può più limitarsi a ricevere l’assegno: deve registrarsi sulla piattaforma, caricare il proprio curriculum e rendersi “tracciabile” per le offerte che arrivano dai centri per l’impiego e dagli altri soggetti accreditati. Chi non lo fa rischia prima la decurtazione e poi la perdita completa della prestazione.

Il nuovo sistema prevede inoltre la sottoscrizione di un Patto di attivazione digitale e, entro termini ben definiti, di un Patto di servizio personalizzato presso il centro per l’impiego. Saltare questi passaggi, presentarsi in ritardo o non rispondere alle convocazioni può tradursi in tagli progressivi all’assegno fino alla decadenza totale del diritto. In pratica, chi percepisce la Naspi dovrà muoversi entro un percorso obbligato: iscrizione al Siisl, partecipazione alle iniziative proposte, valutazione attenta di ogni offerta di lavoro che rispetti i requisiti di idoneità. In questo quadro, la frase “addio assegno al primo rifiuto” smette di essere uno slogan e diventa la fotografia di una normativa che trasforma radicalmente l’equilibrio tra diritti e doveri dei disoccupati, rendendo ogni scelta – perfino un singolo “no” – potenzialmente decisiva per il proprio sostegno economico.