Università, ecco la laurea più inutile fra tutte | Chi la sceglie perde solo tempo: trovare lavoro è (quasi) impossibile

Università, ecco la laurea più inutile fra tutte | Chi la sceglie perde solo tempo: trovare lavoro è (quasi) impossibile

Laurea più inutile - Pexels - pozzuoli21.it

Nel dibattito sul futuro dei giovani riemerge un tema spinoso: alcune lauree sembrano offrire opportunità minime, lasciando molti studenti con anni di studio ma poche prospettive concrete.

Ogni anno migliaia di ragazzi scelgono un percorso universitario spinti dalla passione o dal desiderio di seguire una vocazione personale.

Tuttavia il mercato del lavoro, sempre più competitivo e selettivo, non assorbe tutti allo stesso modo, creando squilibri profondi tra diverse discipline. Le difficoltà non dipendono solo dalla crisi di alcuni settori, ma anche da una trasformazione che richiede nuove competenze e una maggiore specializzazione.

Il risultato è che certe facoltà finiscono per essere percepite come poco utili o addirittura penalizzanti, perché non offrono sbocchi chiari o immediati.

Quella di “laurea inutile” è un’etichetta forte, che riflette l’amarezza di chi, dopo anni di studio, scopre che inserirsi professionalmente è complicato, lento e spesso frustrante. Una realtà che molti preferirebbero ignorare, ma che continua a pesare sulla scelta degli indecisi.

Perché una laurea finisce per essere considerata inutile

A pesare non è il valore culturale del percorso, né l’importanza delle discipline umanistiche o artistiche nella formazione personale. Il problema riguarda piuttosto la distanza tra ciò che si studia e ciò che il mercato richiede. Tra le facoltà più citate in questo senso spiccano Lettere e Filosofia, spesso indicate tra le meno spendibili sul piano occupazionale. Non perché siano priva di contenuti, ma perché la domanda lavorativa è estremamente ridotta rispetto all’offerta di laureati.

Secondo diversi analisti del settore formativo, chi sceglie Lettere fatica a trovare un impiego stabile se non prosegue con ulteriori specializzazioni, concorsi o percorsi paralleli. Un limite che trasforma un ciclo di studi ricco e affascinante in un investimento rischioso, soprattutto per chi spera di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro. Per molti ragazzi questo rappresenta un ostacolo significativo, tanto da indurre una crescente riflessione sulle reali prospettive future.

Cappello laurea – Pexels – pozzuoli21.it

L’equivoco che inganna molti studenti al momento della scelta

La convinzione che una laurea “apra la mente” e garantisca comunque un futuro dignitoso spinge ancora tanti a sottovalutare l’impatto delle dinamiche occupazionali. Eppure l’esperienza di migliaia di giovani racconta una storia diversa: senza una direzione definita, chi esce da Lettere rischia di trovarsi in una lunga fase di incertezza, con opportunità limitate e concorrenza altissima. È qui che nasce la percezione di tempo perso, soprattutto per chi desidera autonomia economica in tempi brevi.

Molti laureati cercano alternative in settori lontani dal proprio percorso, reinventandosi in ambiti dove la laurea non viene percepita come un vero valore aggiunto. Una condizione che alimenta frustrazione e senso di smarrimento. Non si tratta di colpevolizzare una disciplina, ma di riconoscere che in un mercato sempre più selettivo alcune scelte richiedono una consapevolezza maggiore. E che capire davvero quali possibilità offra un titolo è ormai indispensabile per evitare delusioni e ripensamenti.