Meno male che non l’ho buttata | Questa moneta da un cent valeva tantissimo: l’ho venduta per 6000 euro

Meno male che non l’ho buttata | Questa moneta da un cent valeva tantissimo: l’ho venduta per 6000 euro

Monete euro - Pexels - pozzuoli21.it

Meno male che non l’ho buttata: quella che sembrava una banale moneta da un centesimo si è rivelata un tesoro nascosto

Quante volte ti è capitato di svuotare il portafoglio e ritrovarti le tasche piene di ramini da uno o due centesimi, talmente fastidiosi da avere la tentazione di buttarli o abbandonarli in qualche cassetto? In genere li consideriamo solo peso inutile, monete che non comprano nulla e che finiscono in barattoli polverosi o negli angoli dell’auto. In realtà, proprio in mezzo a quei centesimi che tutti snobbano può nascondersi una piccola fortuna.

Una moneta da 1 centesimo che, invece di valere una frazione di euro, arriva a essere pagata come uno stipendio mensile. Il motivo non è la magia, ma il mondo della numismatica, dove contano la rarità, la storia e soprattutto gli errori. Perché nell’universo delle monete, un difetto può trasformarsi in un pregio enorme agli occhi dei collezionisti, fino a moltiplicare il valore in modo quasi impensabile.

Dietro a quella che sembra solo una curiosità, si nasconde una storia precisa: una moneta prodotta in pochissimi esemplari, con un errore di conio clamoroso, finita in circolazione quasi per sbaglio e poi ritirata in fretta. Alcuni pezzi, però, sono sfuggiti al ritiro e si sono persi tra portamonete, cassetti e salvadanai. È proprio uno di questi esemplari che, dopo anni di indifferenza, mi ha permesso di trasformare un centesimo in 6000 euro, semplicemente perché non ho commesso l’errore di sbarazzarmene.

Quando un centesimo ti cambia la giornata: la scoperta in mezzo agli spiccioli

Tutto è iniziato quasi per gioco, sfogliando un articolo sulle monete rare da 1 centesimo che possono valere migliaia di euro. Ho deciso di controllare quel mucchietto di spiccioli che tenevo da anni in una ciotola: una montagna di rame anonimo in cui, a un certo punto, una moneta ha attirato la mia attenzione. Sembrava un normale centesimo, ma qualcosa non tornava nelle dimensioni e nel disegno: era più grande del solito e sul retro compariva un monumento che non avevo mai associato a quel taglio.

È stato l’esperto a confermare i miei sospetti: quella era proprio la famigerata moneta da 1 centesimo italiana del 2002 con la Mole Antonelliana al posto di Castel del Monte, con il diametro di una moneta da 2 centesimi. Un errore nato in Zecca che ha prodotto circa 7000 esemplari, quasi tutti subito richiamati, con la conseguenza che oggi in circolazione se ne stimano poco più di un centinaio. Ecco perché i collezionisti sono disposti ad arrivare a cifre altissime pur di aggiudicarsene una: in alcune aste specializzate il valore ha toccato e superato i 6000 euro.

1 Cent – Pexels – pozzuoli21.it

La moneta da 1 centesimo che vale 6000 euro: come riconoscerla davvero

Il segreto sta tutto nei dettagli. La moneta “normale” da un centesimo italiana mostra sul lato nazionale il Castel del Monte in Puglia; quella rara che fa impazzire i collezionisti, invece, raffigura la Mole Antonelliana di Torino, che dovrebbe comparire solo sui 2 centesimi, e ha anche le stesse dimensioni del pezzo da 2 cent. Se ti capita in mano un centesimo con la Mole e un diametro più grande del solito, non sei davanti a un semplice spicciolo: potresti avere tra le dita uno degli errori di conio più famosi dell’euro, capace di raggiungere in asta valori tra i 2500 e i 3000 euro, con picchi oltre i 6000, come accaduto in una nota asta Bolaffi del 2013.

Nel mio caso, dopo la valutazione di un professionista e la decisione di metterla all’asta, quella monetina che per vent’anni avevo ignorato è stata aggiudicata per 6000 euro tondi. Un risultato che fa capire quanto possa essere importante guardare con occhi diversi anche il resto più insignificante. Oggi, ogni volta che svuoto le tasche, prima di snobbare i centesimi ci penso due volte: tra quelle monete rossastre potrebbe nascondersi un altro centesimo da 6000 euro, e l’unico vero errore sarebbe buttarlo via senza neppure averlo guardato.