Caffè, il migliore d’Italia non lo fanno in Campania | Ecco dove lo preparano: quasi 900 km più a nord di Napoli
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Il miglior caffè d’Italia non è in Campania: si prepara quasi 900 km più a nord di Napoli, in una città che mai ti aspetteresti
Per molti italiani il caffè perfetto ha un solo indirizzo mentale: la Campania, con il mito eterno del bar sotto casa, della tazzina fumante al banco, del rituale veloce ma sacro. L’immaginario collettivo dice che il vero espresso si beve lì e che il resto del Paese, al massimo, prova a imitare. Eppure, lontano dal Golfo e dal Vesuvio, c’è una città che da anni rivendica un primato diverso: qui il caffè è industria, cultura, lessico quotidiano, quasi più di quanto non lo sia all’ombra del Maschio Angioino.
Non stiamo parlando di una piccola realtà di provincia, ma di una città di porto, affacciata sull’Adriatico, dove il vento gelido non ha mai convinto nessuno a rinunciare alla tazzina. In questo angolo di Nordest, a quasi 900 chilometri da Napoli, il caffè arriva in nave, viene tostato a pochi passi dal mare e finisce nelle tazze di bar storici e chioschi moderni, in un flusso continuo. Qui non è solo abitudine: è un pezzo di identità, al punto da consumare in media più del doppio del caffè bevuto nel resto d’Italia.
Chi ci vive sostiene che il segreto non sia solo nella miscela, ma nella filiera completa: dalla nave che scarica i sacchi di verde, ai grandi torrefattori, fino al barista che conosce alla perfezione tempi, dosi e vocabolario del “nero”. Una tradizione talmente radicata da convincere più di un esperto a indicare questo luogo, e non la Campania, come vera capitale italiana dell’espresso.
Non è Napoli: il “vero” regno del nero si trova all’estremo Nordest
Chi arriva in questa città si accorge subito di quanto il caffè sia ovunque: caffetterie storiche con arredi d’epoca, torrefazioni che profumano interi quartieri, locali moderni dove si sperimentano estrazioni e miscele. Il lessico è diverso da quello partenopeo: al banco non chiedi semplicemente “un espresso”, ma un nero, un “capo in bì” o altre varianti che raccontano un rapporto quasi confidenziale con la tazzina.
La città in questione è Trieste, come riportato anche da ilpiccolo.it, che da anni viene indicata come capitale italiana del caffè e che, numeri alla mano, ha tutte le carte per rivendicare il titolo. Qui hanno sede alcuni dei più importanti torrefattori del mondo, le importazioni arrivano direttamente dal porto e la cultura del caffè è materia di festival, musei e percorsi turistici dedicati. Per chi è cresciuto pensando che il primato fosse automaticamente napoletano, scoprire che il “miglior caffè d’Italia” viene attribuito a una città così lontana è quasi uno shock culturale.

Perché Trieste può rubare a Napoli lo scettro del miglior caffè
A fare la differenza, a Trieste, è l’insieme di fattori che ruotano attorno alla tazzina. Il porto internazionale ha trasformato la città in un hub naturale per il commercio di caffè, con magazzini e torrefazioni che lavorano chicchi provenienti da mezzo mondo. La presenza storica di marchi come illy e altre grandi aziende ha alzato il livello tecnico, spingendo baristi e locali a curare ogni dettaglio: macinatura, estrazione, temperatura, servizio. Non è solo questione di gusto, ma di un intero ecosistema che vive intorno a questa bevanda.
Questo non cancella la tradizione del caffè napoletano, con il suo rito del “sospeso” e la forza simbolica che ha in Campania, ma spiega perché molti osservatori parlino oggi di un vero “braccio di ferro” tra Napoli e Trieste per lo scettro di capitale dell’espresso. Mentre a Sud si rivendica la poesia del bar sotto casa, a Nordest si punta sulla combinazione di qualità industriale, cultura e consumi record. Per chi ama davvero il caffè, forse la soluzione migliore è una sola: smettere di pensare che l’eccellenza sia confinata in un’unica regione e accettare che, se vuoi assaggiare quello che molti considerano il miglior caffè d’Italia, dovrai mettere in conto un viaggio lungo quasi novecento chilometri, fino ai tavolini affacciati sul mare di Trieste.
