Intelligenza Artificiale, non solo benefici | Queste professioni stanno per sparire: previsto un boom di licenziamenti

Intelligenza Artificiale, non solo benefici | Queste professioni stanno per sparire: previsto un boom di licenziamenti

Intelligenza artificiale, brutta notizia per queste professioni - Pexels - pozzuoli21.it

Con l’Intelligenza Artificiale non arrivano solo benefici: per alcune professioni si parla già di posti a rischio e di un boom di licenziamenti nei prossimi anni

Negli ultimi mesi il dibattito sull’Intelligenza Artificiale è esploso ovunque: da un lato entusiasmo per strumenti come chatbot, assistenti virtuali e software generativi, dall’altro la paura di vedere il proprio lavoro sostituito da un algoritmo. Non è solo una sensazione: i primi studi mostrano che, in alcuni settori, l’AI è già in grado di svolgere in autonomia una parte consistente delle mansioni quotidiane.

Secondo un’analisi raccontata da Orizzonte Scuola, Microsoft ha studiato oltre 200.000 interazioni anonime tra utenti e Bing Copilot per capire in quali ambiti l’AI è davvero operativa. Da lì è nato l’AI Applicability Score, un punteggio che misura quanto una professione sia esposta alla possibilità di essere svolta – in tutto o in parte – da un sistema automatico. Più il punteggio è alto, più il rischio di sostituzione aumenta.

I risultati colpiscono soprattutto chi lavora nella cosiddetta “economia della conoscenza”, dove il cuore del mestiere è elaborare, scrivere, tradurre, consigliare, rispondere. Proprio i compiti che l’Intelligenza Artificiale generativa sta imparando a fare rapidamente, 24 ore su 24, senza ferie né straordinari.

I lavori più a rischio: quando l’IA fa (quasi) tutto da sola

Dallo studio emergono dieci profili professionali con un livello di esposizione altissimo. In cima alla lista ci sono traduttori e interpreti, ormai affiancati da sistemi di traduzione automatica sempre più precisi e integrati in browser, app e piattaforme di lavoro. Subito dopo arrivano storici e assistenti di viaggio, categorie in cui l’AI può raccogliere enormi quantità di informazioni, sintetizzarle e proporre itinerari, approfondimenti e spiegazioni in pochi secondi.

Tra i mestieri più minacciati ci sono anche rappresentanti di vendita, scrittori e autori, addetti al servizio clienti, programmatori CNC, operatori telefonici, addetti alla prenotazione viaggi e persino speaker radiofonici. In tutti questi casi, spiega Orizzonte Scuola, l’AI può già oggi gestire una grande parte dei compiti: rispondere a domande frequenti, redigere testi, proporre offerte personalizzate, leggere script in modo naturale. Meno lavoro umano richiesto significa, inevitabilmente, rischio di tagli di personale e di licenziamenti concentrati proprio in questi settori.

Intelligenza artificiale – Pexels – pozzuoli21.it

Chi si salva (per ora) e perché non è il momento di abbassare la guardia

La stessa ricerca, però, mostra anche l’altro lato della medaglia: esistono professioni in cui l’IA, almeno per il momento, ha un impatto molto limitato. Qui il punteggio dell’AI Applicability Score è basso e le mansioni continuano a richiedere manualità, sensibilità fisica o un contatto umano difficilmente replicabile da un software. Nella “top 10” dei lavori meno vulnerabili compaiono figure come imbalsamatori, imbianchini, piastrellisti, ma anche operatori socio-sanitari, addetti ai prelievi ematici, tecnici specializzati nello smaltimento di materiali pericolosi, gommisti e odontoiatri.

Il messaggio che arriva da Microsoft, rilanciato da Orizzonte Scuola, è chiaro: non tutti i lavori spariranno, ma quelli legati alla produzione e gestione di contenuti, al supporto clienti e alle attività ripetitive di ufficio sono già sotto pressione. Per chi opera in questi campi non basta più “sperare che non tocchi a me”: serve aggiornare le proprie competenze, imparare a usare l’AI come strumento di lavoro e spostarsi verso ruoli più creativi, strategici e relazionali. L’Intelligenza Artificiale, insomma, non è solo il futuro: è il presente che sta ridisegnando il confine tra professioni destinate a ridursi e mestieri che, almeno per ora, resistono all’onda dei licenziamenti annunciati.