Ultim’ora, dopo la Ferrari spunta la PANDA | Ecco la prima monoposto del celebre marchio: quando la vedremo in pista
Ferrari - Pexels - pozzuoli21.it
Ultim’ora, dopo la Ferrari spunta la Panda monoposto. Grande sorpresa per gli appassionati e non. Ecco tutti i dettagli
Nel mondo delle utilitarie italiane c’è un modello che batte tutti quanto a fantasia: la Fiat Panda. Da anni gli appassionati la trasformano in ogni modo possibile, ma stavolta qualcuno ha alzato l’asticella creando qualcosa che, a prima vista, sembra davvero una monoposto tascabile. Un’auto sottilissima, quasi impossibile da credere, che ha mandato in visibilio raduni, social e curiosi.
Le immagini hanno fatto il giro del web: profilo inconfondibile, proporzioni stravolte, carrozzeria ridotta all’osso. Da lontano ricorda una sorta di Panda da corsa compressa in verticale, il tipo di follia su quattro ruote che fa subito pensare a un progetto estremo da pista. Eppure, dietro quell’aspetto da “giocattolo da gara”, si nasconde un’idea completamente diversa, più vicina al divertimento puro che alle competizioni ufficiali.
Quello che è certo è che nessun’altra Panda aveva mai assunto una forma simile: assetto strettissimo, abitacolo ridotto al minimo, silhouette quasi bidimensionale. Una provocazione tecnica e visiva che ha acceso la fantasia di chi sogna una “monoposto di casa” con lo stemma più pop d’Italia sul muso.
La Panda più stretta del mondo: 50 centimetri e un solo posto
Il “segreto” è semplice e folle allo stesso tempo: si tratta della Fiat Panda più stretta del mondo, larga appena 50 centimetri. Partendo da una Panda di prima generazione, la carrozzeria è stata tagliata in senso longitudinale, eliminando la parte centrale e ricostruendo l’auto come una vera monoposto artigianale. Dentro c’è spazio solo per il guidatore, incastrato tra le fiancate, con volante minuscolo e abitacolo ridotto all’osso.
Sotto la lamiera, niente motore a benzina: questa Panda ultraslim è stata convertita a trazione elettrica, con un piccolo propulsore che muove le ruote posteriori e permette alla vettura di circolare su aree private a velocità molto contenute. È un pezzo unico, costruito per stupire ai raduni – come quello di Panda a Pandino – e per strappare sorrisi, non per cercare il limite sul cronometro.

Perché non la vedremo mai davvero in pista
Nonostante l’aspetto da Panda monoposto, questa creatura non ha nulla a che vedere con le auto da corsa ufficiali. Non è omologata per la strada, non rispetta i regolamenti delle competizioni e nasce esplicitamente come show car, cioè come esercizio di stile e di ingegneria creativa. Basta guardare la larghezza ridicola e la posizione di guida per capire che il suo habitat naturale sono i viali di un raduno o il piazzale di un’officina, non i cordoli di un circuito.
Alla domanda “quando la vedremo in pista?” la risposta è chiara: mai in una gara vera. Potrà sfilare a passo d’uomo, fare da ospite speciale in eventi dedicati, comparire in video e servizi fotografici, ma resterà sempre un’auto pensata per attirare l’attenzione, non per sfidare i tempi sul giro. E in fondo è proprio questo il suo fascino: ricordare a tutti che la Panda, anche quando diventa la più stretta del mondo e si traveste da monoposto, resta soprattutto un simbolo di fantasia, ironia e passione tutta italiana per le auto “impossibili”.
