Chiamate svuota-conto, fai attenzione al PREFISSO KILLER | Ti lasciano in mutande prima che te ne accorgi
Truffe, prefisso killer - Pexels - pozzuoli21.it
Chiamate svuota-conto, il prefisso killer colpisce in silenzio: pochi squilli e il conto può svuotarsi senza che tu te ne accorga
Il telefono squilla, sul display compare un numero che non hai in rubrica, magari con un prefisso estero che non riconosci subito. Rispondi per curiosità, senti una voce che parla in italiano, ti propone un lavoro facile o un’occasione “imperdibile” e ti invita a proseguire la conversazione su WhatsApp. In pochi minuti, senza che tu te ne renda conto, stai già entrando nel meccanismo di una truffa svuota-conto.
Questa nuova ondata di raggiri sfrutta proprio la combinazione letale tra prefissi stranieri, offerte allettanti e raccolta di dati personali. Non ti chiedono subito soldi, ma informazione dopo informazione costruiscono il profilo perfetto per accedere ai tuoi conti bancari, alle carte, persino ai tuoi servizi online. Chi cade nella trappola spesso se ne accorge quando è troppo tardi, cioè quando vede i movimenti sospetti sull’estratto conto.
Il segreto dei truffatori è sembrare normali: una chiamata “di lavoro”, un’azienda che si presenta, un contatto che si sposta su WhatsApp per “continuare il colloquio”. È in quel passaggio che il prefisso si trasforma in un vero prefisso killer.
La chiamata dai Paesi Bassi: così parte la truffa del +31
Come racconta Fanpage.it, uno degli schemi più segnalati parte da numeri con prefisso +31, quello dei Paesi Bassi. Sullo schermo del telefono compare un numero olandese, la voce registrata parla in italiano e propone un posto di lavoro, invitando a proseguire la conversazione su WhatsApp se si è interessati. Non esiste nessuna offerta reale: è solo l’esca per portare la vittima su un canale dove è più facile raccogliere dati e documenti.
Su WhatsApp inizia la seconda fase: ti chiedono nome, cognome, curriculum, poi lentamente passano a informazioni più sensibili, come IBAN, numeri di carta di debito o credito, credenziali per accedere all’home banking o ai servizi di pagamento. Il tutto con un tono rassicurante, spacciandosi per aziende estere in cerca di personale. In realtà siamo davanti a un classico caso di spoofing: i criminali falsificano l’identità del chiamante e, usando la tecnologia VoIP, camuffano l’origine reale delle chiamate per nascondersi meglio alle autorità.

Come riconoscere il prefisso killer e proteggere il conto
Il primo passo per difendersi è semplice: diffidare delle chiamate con prefissi esteri da numeri sconosciuti, soprattutto se dall’altra parte trovi una voce registrata che ti propone lavoro, investimenti o “bonus” e ti chiede di spostarti su WhatsApp o di cliccare su un link. La regola d’oro è non fornire mai, in nessun caso, dati personali, numeri di carta, codici OTP o credenziali di accesso: nessuna banca e nessuna azienda seria li chiederà mai via telefono o chat.
Se hai risposto a una chiamata sospetta con prefisso “strano” – che sia +31 o qualunque altro prefisso estero – interrompi subito la conversazione, blocca il numero e cancella eventuali messaggi ricevuti. Se hai già condiviso informazioni delicate, contatta immediatamente la tua banca per bloccare le carte, controlla i movimenti del conto e valuta una denuncia alla Polizia Postale. In un mondo in cui una semplice chiamata può trasformarsi in un attacco al tuo portafoglio, riconoscere il prefisso killer e non dare mai fiducia a chi ti chiede dati al telefono è l’unico vero modo per evitare di ritrovarti, letteralmente, con il conto svuotato.
