Litigio al volante, da oggi non è più permesso | Alla prima parolaccia scatta la multa: si parla di cifre astronomiche

Litigio al volante, da oggi non è più permesso | Alla prima parolaccia scatta la multa: si parla di cifre astronomiche

Automobilista furioso - Freepik - pozzuoli21.it

Litigare al volante oggi può costare caro: insulti e parolacce rischiano di trasformarsi in sanzioni pesanti per chi guida.

Alla guida è fin troppo facile lasciarsi prendere dalla rabbia: traffico, sorpassi azzardati, clacson e manovre improvvise trasformano una semplice uscita in un terreno di scontro.

In quei secondi di nervosismo molti automobilisti si sentono autorizzati a dire di tutto, convinti che una parolaccia lanciata dal finestrino resti solo uno sfogo passeggero, destinato a svanire con il verde del semaforo.

La realtà, però, è che anche dietro un “semplice” litigio al volante si muovono regole precise, che non si fermano ai cartelli stradali. L’auto non è una bolla separata dal mondo: quello che si urla, si gesticola o si minaccia resta pur sempre all’interno dello spazio pubblico, davanti a persone che hanno diritti tutelati dalla legge.

Ignorarlo significa sottovalutare quanto una scena di ordinario nervosismo possa trasformarsi in qualcosa di molto più serio, con conseguenze economiche e giuridiche che sorprendono molti conducenti.

Insulti, ingiuria e minacce: cosa dice davvero la legge

Come spiegato da Money.it, oggi la linea di confine passa tra insulti e minacce. Le offese verbali rivolte a un altro automobilista rientrano di solito nell’ingiuria: questa fattispecie è stata depenalizzata nel 2016 e non è più un reato penale, ma resta un illecito civile. In pratica, la sola parolaccia non ti porta davanti al giudice penale, ma può comunque costarti una sanzione pecuniaria e il risarcimento dei danni alla persona offesa, se decide di agire.

Discorso diverso per la minaccia. Quando dalla parolaccia si passa a frasi che prospettano un danno ingiusto – per esempio un’aggressione fisica o un danneggiamento dell’auto – si entra nel terreno del reato previsto dall’articolo 612 del Codice penale. In questi casi la legge considera la lite alla guida un comportamento penalmente rilevante: si rischia una multa fino a poco più di 1.000 euro e, nelle ipotesi aggravate (uso di armi, particolare gravità del fatto, gruppo di persone coinvolte), anche la reclusione fino a un anno.

Rabbia alla guida – Freepik – pozzuoli21.it

Quando la parolaccia diventa un conto salato

Sotto il profilo civile, chi insulta un altro conducente può essere chiamato a rispondere per ingiuria con una sanzione che, come ricorda Money.it, va da circa 100 a 8.000 euro, oltre all’eventuale risarcimento del danno morale. Importi di questo tipo spiegano perché parlare di “cifre astronomiche” non è solo un’esagerazione da bar: basta una lite ripresa da testimoni o documentata per trasformare pochi secondi di furia in un problema economico serio.

La giurisprudenza in passato aveva mostrato una certa tolleranza verso gli automobilisti alterati dal comportamento scorretto altrui, riconoscendo attenuanti quando l’ingiuria era legata a un fatto ingiusto subito, come la strada bloccata o la manovra pericolosa. Oggi, però, con l’ingiuria divenuta illecito civile, non è affatto scontato che chi offende ottenga sconti sulla multa: il motivo dello sfogo viene valutato, ma non cancella la responsabilità. In pratica, al volante alzare la voce e lasciar partire la prima parolaccia non è più un gesto senza conseguenze, e ricordarselo può evitare che un banale litigio si trasformi nel peggior salasso dell’anno.