Aggredita a Monterusciello la troupe di “Storie Italiane”: stava raccontando l’occupazione abusiva di una casa
Un grave episodio di violenza si è consumato stamattina aMonterusciello, invia Umberto Saba, dove la troupe del programma televisivo diRai Uno“Storie Italiane”stava intervistando il signorRaffaele, che denunciava l’occupazione abusiva della casa in cui risiede, raccontando anche dell’assurda rispostaricevuta, a suo dire, daivigili urbani, secondo i quali egli avrebbe dovuto“convivere”con i nuovi “coinquilini” nello stesso appartamento.
Tutto è accaduto in diretta: l’occupante dell’alloggio, una donna incinta, è scesa in strada ed ha prima iniziato ad inveire: poi, col suo cellulare, ha chiamato “rinforzi”.
Sul posto, in men che non si dica, sono arrivati alcuni uomini, che si sono scagliati fisicamente contro la giornalistaCarla Lombardi, ilcameramane lo stessoRaffaele,sua sorellae la loroavvocatessa, distruggendo la telecamera eminacciando di morte Raffaelenel caso in cui si fosse fatto nuovamente vedere nei paraggi.
Il collegamento è saltato e dallo studio hanno allertato icarabinieri: la conduttriceEleonora Danieleè riuscita poi a contattare telefonicamenteCarla Lombardi, che ha rassicurato tutti sul loro stato di salute e sul fatto che, per fortuna, nessuno fosse rimasto ferito.
In una nota ufficiale affidata al suo portavoce ilsindaco Enzo Figlioliaha espresso“piena solidarietà alla troupe di Rai 1 balordamente aggredita questa mattina a Monterusciello mentre realizzava un servizio sulle occupazioni abusive degli alloggi. Mi auguro– ha scritto il Capo dell’Amministrazione –che le forze dell’ordine possano individuare i responsabili dell’inaudita e vile aggressione nei confronti di chi stava svolgendo il proprio lavoro. Siamo e saremo sempre dalla parte della legalità e di chi è stato privato di un diritto. Tant’è che stiamo già intervenendo per liberare gli immobili occupati: d’accordo con Prefettura, Questura e forze dell’ordine sono stati stabiliti 30 sgomberi, di cui 15 già in esecuzione. Queste reazioni devono essere duramente condannate. Non esiste motivo per giustificare alcun tipo di violenza”.
