Focolaio Covid alla Prysmian: è anche per questo motivo che a Pozzuoli stanno aumentando i contagi?
Prima qualche timida voce, poi il muro del silenzio si è rotto e adesso, anche se non ufficialmente, sta emergendo la realtà in tutta la sua dimensione: ilCovidè entrato anche alla“Prysmian”diArco Felicee ha già costretto all’isolamento domesticonon pochi lavoratori.
Secondo le indiscrezioni in nostro possesso, i contagiati tra gli operai della fabbrica di Arco Felice ammonterebbero, ad oggi, ad un numero complessivocompreso tra le 20 e le 30 unità, appartenenti a varie linee produttive.
Insomma, un vero e proprio focolaio venuto alle luce nelle ultime due settimane, proprio grazie ad unoscreening preventivo da parte dell’azienda, che ha sottoposto i propri dipendenti ad una serie ditamponi su base volontaria, il cui esito non è stato per nulla confortante.
Per fortuna (a quanto si apprende da fonti attendibili)solo pochi casi sarebbero sintomatici.
Se però possiamo immaginare che dalla proprietà dello stabilimento (dovel’attività prosegue regolarmente, anche se con organico ridotto per via delle quarantene) non si abbia alcun interesse a divulgare una notizia del genere, rimaniamo sconcertati dal fatto chenessun organo istituzionale locale preposto alla tutela della salute dei cittadini abbia fornito alla collettività una informazione di così grande interesse per la nostra comunità, visto che la stragrande maggioranza dei dipendenti Prysmian vive a Pozzuoli e nei Campi Flegrei, con tutti i potenziali rischi di infezione per un numero considerevole di famiglie venute a contatto con questi sfortunati lavoratori.
A questo punto c’è da chiedersi (e giriamo il quesito all’Asl Napoli 2 Norde alSindaco di Pozzuoli, massima autorità sanitaria sul territorio)in che modo questo focolaio possa aver contribuito a far crescere in maniera esponenziale i casi positivi di Covid a Pozzuoli nel solo mese di ottobre, in cui si sono già registrati fino a ieri 233 contagiati, 221 dei quali addirittura negli ultimi 13 giorni.
Un dato che, se confrontato con i108 casi emersi nei cinque mesi compresi tra il 1°marzo ed il 31 luglio, fa non poco riflettere e che in molti si chiedono se possa essere attribuito soltanto ai postumi del periodo vacanziero e alle tre settimane di ripresa delle attività scolastiche in presenza tra il 24 settembre e il 15 ottobre.
Attendiamo ovviamente risposte, dallaPrysmian, dall’Asle daFigliolia: anche e soprattutto percapire come si sta gestendo questa situazione nell’ottica della tutela della salute di tutti i lavoratori della rinomata azienda e, di conseguenza, per la salute pubblica sul nostro territorio.
Speriamo che stavolta qualcuno ci risponda e non faccia orecchie da mercante come quando, durante il periodo del lockdown, chiedevamo a gran voce di capire se non rappresentasse un formidabile potenziale veicolo di contagio il fatto che gli operai Prysmian, con la chiusura degli spogliatoi interni, fossero costretti ad entrare in fabbrica già indossando le tute da lavoro e a rincasare senza potersi cambiare.
