“In nome di un Dio”: a Pozzuoli si gira un cortometraggio sul terrorismo islamico

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Gliattentati del 13 novembreaParigihanno ispirato la vena artistica diAntonio Braucci, un giovane chirurgo (ma soprattutto regista e attore) residente a Pozzuoli, che, nella nostra città (tra i ruderi dell’ex ristorante “Vincenzo a Mare”e l’area ex Sofer) sta effettuando le riprese di un cortometraggio destinato a far parlare di sé.

L’opera si chiama“In nome di un Dio”e racconta di unaguerra mondialeche esplode proprio dopo quanto accaduto tre settimane fa nella capitale francese.

Nella finzione scenica,  “la coalizione antiterroristica è costituita dagli eserciti delleNazioni Unitee dai soldati dei paesi islamici che si oppongono ad un esercito di terroristi. Durante l’assedio della roccaforte dei fondamentalisti islamici, alcuni uomini della coalizione sono fatti prigionieri.  Tra questi, vi sonoElias(interpretato daSebastiano Gavasso)eNadir(interpretato daAntonio Braucci), un occidentale e un islamico. Mentre aspettano impotenti il nefasto e già scritto epilogo della loro prigionia,  la distanza che separa i due uomini in termini ideologici e sociali, si dissolve facendo emergere un’umanitàche dinanzi ad un’inevitabile morte vince sull’odio e sulla paura”.

“L’idea di realizzareIn nome di un Dio–si legge nellasinossidell’opera-nasce dal bisogno di raccontare e allo stesso tempo denunciare un argomento che, purtroppo, nelle ultime settimane sta affollando le notizie dei media. L’evenienza quanto mai possibile di una guerra di proporzioni globali è un pensiero costante nelle masse ed è anche l’arma di terrore di cui si servono ifondamentalisti islamiciche utilizzano, senza diritto, il nome del loro Dio per giustificare atti di violenza inaudita. La paura che è scoppiata nei cuori della gente alimenta sentimenti di odio e rancore così come episodi dighettizzazione verso la cultura islamicain toto, impedendo una razionale interpretazione dei fatti. La nostra organizzazione(Karma31 Movie Factory)crede che sia di fondamentale importanza, riuscire a far aprire gli occhi sulla verità della cultura islamica, che proprio come la dottrina diffusa da Cristo, nella sua radice più profonda, predica la pace e condanna la violenza. I due protagonisti del corto sarannosimbolo di due religioni, culture, società apparentemente differenti ma in fondo così vicine nella loro incontaminata essenza. Di fronte alla violenza, alla morte, alla crudeltà emergeranno i nobili sentimenti dell’amore e dell’amicizia.Non c’è colore, religione o bandiera che debba separarci.Islam, Cristianesimo, Buddismo, Induismosono culture meravigliose e complementari: le diversità devono arricchirci non dividerci”.

Il cortometraggio è scritto e diretto daAntonio Braucci(che ne è anche attore, conSebastiano Gavassoe la partecipazione diDanilo RovanieDalal Suleiman). L’aiuto regia èLivio Montanaro, la direttrice di produzione èPaola Ganzerli, il direttore della fotografia èAntonio De Rosa, l’assistente operatoreFabio Marino, il sound designerAntonio Gragnaniello,il compositore èNicola Lerra, la scenografia è diDario D’Isanto, la fotografia di scena è diNicola Buono.