Rischio vulcanico e piani di evacuazione. Luongo: “Si fa il contrario di ciò che si deve fare”

Rischio vulcanico e piani di evacuazione. Luongo: “Si fa il contrario di ciò che si deve fare”

Caro direttore Pontillo, desidero fare alcune brevi riflessioni sulla prevenzione del rischio vulcanico, partendo dallacampagna “Io non rischio”, divulgata oggi dal Comune di Pozzuoli e prevista per le giornate di sabato e domenica a Pozzuoli. Ritengo innanzitutto che i volontari di Protezione Civile debbano raggiungere i siti più critici per illustrare ai cittadini il comportamento in caso di allarme per una eventuale evacuazione. Le azioni da svolgere sono diverse al cambiare delle condizioni e della logistica locale. Serve a poco fornire informazioni generiche. Ad esempio, come deve comportarsi chi vive al rione Solfatara? E chi abita sotto l’Accademia Aeronautica come fare per non rimanere intrappolati in quel serpente di strada che sfocia ai Gerolomini? E ancora come evitare di rimanere intrappolati nella gola dei Pisciarelli? Infine, quando ci si decide di modificare il piano di evacuazione nel quale si indica che la popolazione che evacua deve dirigersi a Piazza Garibaldi a Napoli? Una vera sciocchezza perché l’area più pericolosa è ad oriente della bocca eruttiva. Occorre ipotizzare che l’evacuazione sia diretta sul litorale Domizio, meno esposto. La stazione ferroviaria più adatta a una movimentazione a più largo raggio (Formia, Gaeta ad esempio) è Villa Literno. La stazione di Napoli potrebbe essere inagibile. Infine smettiamola con la pericolosa farsa dell’evacuazione nelle regioni di gruppi di decine di migliaia di abitanti. Si tratta di un’operazione folle. Buon lavoro.

*professor Giuseppe Luongo (vulcanologo, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano)