Era strapiena stamattina la parrocchia di Santa Maria Materdomini per dare l’ultimo saluto a Pasquale Grottola, diacono della Diocesi di Pozzuoli morto ieri mattina a 68 anni per un infarto che lo ha stroncato nella sede della Municipalità di Bagnoli al termine di un incontro legato alla visita pastorale del Vescovo nella locale Forania.
Ed è stato proprio monsignor Gennaro Pascarella a celebrare la Messa funebre per Pasquale, un uomo che ha lasciato un segno indelebile in quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo e conoscerlo.
Pasquale era infatti il fondatore e motore perpetuo dell’ambulatorio Caritas intitolato a San Giuseppe Moscati, nato vent’anni fa (grazie alla preziosa sinergia con Padre Fernando Carannante) col centro “Ero Forestiero” nella chiesa di San Vincenzo e attualmente ubicato nei locali del complesso religioso di San Marco, in via Roma.
Un luogo in cui gratuitamente, grazie all’indispensabile collaborazione di numerosi volontari (tra medici, infermieri, tecnici e personale di segreteria), ogni giorno vengono curati decine di cittadini, italiani e stranieri, che non possono permettersi i costi di molte visite specialistiche.
Pasquale era il cuore e l’anima di questa struttura.
Era, così come lo ha salutato Don Mario Russo sul proprio profilo Facebook, “l’esempio di una chiesa del grembiule e non degli incensi”.

“Nello svolgere il suo Ministero, Pasquale è stato Ministro di Speranza – ha detto dall’altare il Vescovo con la voce rotta dall’emozione – Tutti ricordiamo il Bene che egli ha seminato a piene mani, la sua squisita ed attenta accoglienza ma soprattutto la sua concretezza. Le sue ultime parole prima di andare in agonia sono state proprio per il poliambulatorio come possibilità concreta di aiuto ai poveri. Pasquale ha amato smisuratamente e ha amato con i fatti, non con le parole. Ha amato gli ultimi, i poveri. Si è dato al prossimo senza risparmio, ha speso tutto se stesso anche se la sua salute non era eccellente”.

La sua perdita rappresenta un vuoto incolmabile per tutti coloro che hanno fatto del bene insieme con lui e grazie a lui, ma soprattutto per chi da lui ha ricevuto tutto l’aiuto di cui avesse bisogno.
Ai suoi collaboratori, ma soprattutto alla sua famiglia va l’abbraccio caloroso di chi ha avuto l’onore di poterne apprezzare l’infinita umanità e disponibilità verso chiunque fosse in difficoltà.