E’ vero che la pubblicità è l’anima del commercio. Ed è altrettanto vero che, in tempi di crisi, bisogna aguzzare l’ingegno per far conoscere la propria attività a quanti più potenziali clienti sia possibile.
Ma ciò non significa sentirsi autorizzati a calpestare le regole.
Anche e soprattutto perché c’è chi, per rispettarle queste regole, paga fior di quattrini e ha il diritto di essere tutelato da una concorrenza del tutto sleale.
L’argomento sono le affissioni.
Ebbene: a Pozzuoli, in questo settore, ognuno continua a fare il proprio comodo, infischiandosi di ciò che stabilisce il Comune.

Se ne vedono di tutti i colori: dai manifestini incollati ai muri (odiosi per il tempo e il costo che occorre ad eliminarne ogni residua traccia), a quelli affissi sulla segnaletica stradale (particolarmente pericolosi per il rischio che possano distrarre automobilisti e pedoni).
Ma ce ne sono anche sui lampioni della pubblica illuminazione.
In particolar modo sul lungomare di via Napoli, dove addirittura gli inserzionisti privati sembrano darsi il “cambio” come se esistesse un’organizzazione “parallela” (a quella del Municipio) che dirige il “traffico” di messaggi promozionali abusivi.
E così, nell’arco di un mesetto siamo passati dallo spot dell’asfaltista a quello della ditta di traslochi.
Senza alcun beneficio per le casse della collettività e con un contributo di ulteriore deturpamento a quel “bene comune” già fin troppo mortificato da atti di inciviltà di varia natura.
Visto che indirizzi e recapiti telefonici di questi signori sono ben visibili sui manifestini che ne promuovono abusivamente la professione, sarebbe interessante sapere quali provvedimenti abbiano assunto in merito i vigili urbani.
Anche perché se Pozzuoli è (così come l’ha definita il sindaco Figliolia) “la città delle regole”, bisognerà pur dare un segnale a chi pensa di essere “furbo” tra tanti “fessi”…