Piegato dal fortissimo vento di libeccio che da ieri sera sta flagellando l’intera area flegrea, un albero di mimose alto circa otto metri è crollato con tutto il suo enorme peso sull’asfalto e solo per caso non ha provocato vittime o feriti. E’ successo nelle primissime ore del mattino a Monterusciello, al civico 14 di via Carlo Levi, in un parco dei cosiddetti 174 alloggi.
Com’è possibile vedere dalla foto che Pozzuoli21 vi propone in anteprima, la pianta si è abbattuta su uno spazio riservato ad almeno 3 posti-auto (in quel momento, per fortuna non occupati!) a pochissima distanza da una vettura parcheggiata proprio in quell’area di sosta.
Non solo: dall’immagine è anche possibile notare che l’albero, se fosse caduto nella direzione opposta, avrebbe praticamente travolto chiunque si fosse trovato a transitare in una piccola piazzetta frequentata ogni giorno praticamente a qualsiasi ora da bambini e anziani del posto.
La buona sorte, dunque, stavolta ha giocato una componente essenziale in questo episodio, altrimenti oggi saremmo qui a parlare di un’altra tragedia, esattamente a due anni di distanza da quella che, il 6 novembre 2011, ad Arco Felice, vide morire il povero Domenico Conte schiacciato sotto il peso di un albero che, durante un nubifragio, crollò sull’auto in cui stava leggendo il giornale, uccidendolo all’istante.
Per quella tremenda vicenda, è stato aperto un procedimento penale che ha visto indagato per omicidio colposo l’allora responsabile dell’ufficio giardini del Comune.
Dopo la morte di Domenico Conte, il Municipio attivò tutta una serie di interventi sul territorio per rendere inoffensivi gli alberi ritenuti più pericolosi.
Sarebbe opportuno che l’Amministrazione facesse chiarezza anche su ciò che è accaduto poche ore fa a Monterusciello.
Perché, tra i residenti di quel parco di via Carlo Levi, corre voce che più volte, verbalmente, sia stato segnalato all’ufficio giardini il potenziale rischio di crollo di quella pianta.
E che, per tutta risposta, gli addetti ai lavori avrebbero assicurato che non c’era pericolo imminente.
C’è davvero da augurarsi che le cose non siano andate così!