Tecnicamente, sarebbe soltanto una voce e, come tale, da prendere con beneficio d’inventario.
Ma è una voce che circola con sempre maggiore insistenza ed è talmente diffusa negli ambienti più vicini al diretto interessato, da non poter essere relegata nell’ambito dei semplici “rumors”.
La voce riguarda il sindaco Enzo Figliolia e le sue aspirazioni politiche.
Secondo tanti presunti “bene informati” che bazzicano attorno al Capo dell’Amministrazione, il Primo Cittadino puteolano avrebbe già in mente un progetto ben preciso.
Stravincere le elezioni dell’11 giugno (e questa intenzione in verità già la conoscevamo un po’ tutti) ma poi preparare il terreno per fare il passo che gli consentirebbe di non andare in pensione a 60 anni (il suo eventuale secondo mandato consecutivo da Sindaco scadrebbe nel 2022 e la legge ne vieta tre di fila).
Il grande passo sarebbe la candidatura a consigliere regionale della Campania.
Ossia quella che, al momento, per Figliolia potrebbe essere la strada obbligata per restare nelle istituzioni anche dopo aver dismesso la fascia tricolore.
Non è infatti un mistero che l’attuale Sindaco abbia già sondato il terreno all’interno del Pd per capire che possibilità avesse di essere candidato al Parlamento (da deputato o da senatore) già alle elezioni che si terranno il prossimo anno.
Gli è stato però fatto capire che per lui, al momento, queste porte sono chiuse.
Un po’ perché il Partito Democratico sente odore di sconfitta e dunque deve pensare a garantire innanzitutto l’elezione ai propri “maggiorenti” e un po’ perché Figliolia (benchè sia considerato dal Pd uno dei suoi migliori amministratori) non ha ancora trovato lo sponsor vincente nelle “stanze dei bottoni” romane per potersi assicurare un seggio sicuro tra Montecitorio e Palazzo Madama.
Per avere un futuro politico che vada oltre la carriera da Sindaco, a Figliolia non resterebbe dunque che puntare tutto sulle Regionali del 2020.
Una scadenza che cadrebbe al terzo anno del suo eventuale prossimo e ultimo mandato consecutivo da Primo Cittadino di Pozzuoli.
Non lo diciamo noi, ma, lo ripetiamo, è la voce che circola con grande insistenza all’interno della coalizione di Figliolia e tra alcune persone a lui vicine.
“Tanto al massimo, Enzo durerà ancora tre anni poi si candida alle Regionali, mica è fesso, non può uscire dal giro politico così e nel partito non lo possono ‘appendere’…”, è l’opinione diffusa da chi sta facendo girare la voce.
E, a sentire sempre questi “bene informati”, sarebbe questo anche il motivo principale per cui Figliolia ha in mente di costruire una coalizione “allargata” anche a chi si era candidato contro di lui nel 2012 (Maione e Monaco): essere cioè sicuro di poter fare tutto quello che c’è da fare in soli tre anni condividendo il “progetto” con gli unici soggetti politici che, a suo dire, avrebbero potuto seriamente ostacolarlo, e poi, usufruendo anche dei loro voti, tentare la scalata al Consiglio Regionale.
Magari lasciando a Maione o Monaco (più “gettonato” il secondo che il primo, al momento) lo “scettro” per il successivo mandato da Sindaco e ricambiando il favore ricevuto per le Regionali con un “travaso” di consensi dal suo elettorato.
Stando ai “si dice” riportati a Pozzuoli21 da molte persone a lui vicine, questo sarebbe il progetto di Figliolia.
Un progetto che, se è stato studiato a tavolino, potrebbe essere considerato un “tradimento” ancora più grave di quello che le forze politiche e molti cittadini contestarono sette anni fa all’allora sindaco Pasquale Giacobbe, sfiduciato proprio perché, avendo intuito di essere stato “bruciato” dalla sua maggioranza, dopo due anni di mandato e su insistenze del suo partito, decise di candidarsi alle Regionali.
Ma è mai possibile che Figliolia, il quale da sempre si definisce politicamente coerente e corretto, possa fare una cosa ancora peggiore di quella che lui stesso ed il suo partito contestarono a Giacobbe?
E’ per questo motivo che siamo sicuri che Figliolia giurerà sul suo onore ai puteolani che, durante il suo prossimo eventuale mandato dal Sindaco, non accetterà richieste di candidature o non scegliere di candidarsi a ruoli istituzionali che lo rendano incompatibile con la carica di Primo Cittadino e portino la città al rischio di dover subire un ennesimo commissariamento.