Le carte annunciavano una svolta, ma purtroppo i fatti restano ancora tristemente immutati. La vicenda è ancora una volta quella dell’Anfiteatro Flavio, che ci fa arrossire di vergogna al cospetto dei turisti italiani e di ogni parte del mondo.
Ieri, l’ennesima puntata di un film già visto troppe volte: visitatori all’esterno del sito, nella vana attesa di poter entrare ed ammirare i resti che tutto il globo ci invidia.
Sui cancelli della struttura un avviso (nella foto grande in alto) che recita testualmente così: “Il monumento aprirà ogni ora dalle 9 alle 13”.
A parte la chiusura anticipata di 60 minuti (l’Anfiteatro dovrebbe essere visitabile fino alle 14), non si capisce il senso di quest’avviso.
O, forse, prendendo alla “lettera” ciò che è scritto, si può immaginare che il sito apra e chiuda in continuazione per quattro ore al giorno e dunque chi vuole apprezzarne la bellezza e l’importanza deve sottoporsi a questa singolare scadenza.
Chiediamo il perché di questa disposizione e ci viene spiegato che il problema è sempre il solito: “carenza di personale, non possiamo fare altro che aprire e chiudere a singhiozzo”.
Carenza di personale?
Già. Proprio così.
Ciò significa che nulla è cambiato nell’arco di poco più di due settimane.
Infatti, precisamente giovedì 4 aprile, il Comune di Pozzuoli e la Soprintendenza Archeologica hanno firmato un importante protocollo d’intesa che stabiliva una collaborazione concreta del Municipio per rendere maggiormente fruibili alcuni monumenti cittadini, tra cui anche l’Anfiteatro.
La notizia, rilanciata da tutti gli organi di informazione, aveva fatto tirare un grosso sospiro di sollievo a quanti ritenevano che un sito di così grande rilievo non potesse più restare chiuso ai turisti a causa della penuria di organico più volte denunciata dalla Soprintendenza.
Tanti applausi ai firmatari dell’accordo, tanti complimenti per la “svolta” positiva ad una vicenda così paradossale, tante speranze di poter immediatamente recuperare il danno d’immagine prodotto alla nostra città da un disservizio a dir poco incredibile.
Ma evidentemente, per passare dalle parole alle realtà, ci vuole ancora tempo.
Perché, ad oggi, i “rinforzi” comunali nell’Anfiteatro non sono ancora arrivati.
E nessuno sa dire quando si potranno “materializzare”.
E, nel frattempo, il sito resta “aperto ogni ora dalle 9 alle 13”.
Per quanti non lo conoscessero nei dettagli, ecco il testo integrale del protocollo d’intesa che, prima o poi, dovrebbe dare i suoi frutti.
“Premesso che nel centro storico della città di Pozzuoli insistono numerosi monumenti e aree archeologiche –si legge nel documento – alcuni di proprietà demaniale, quali l’Anfiteatro Maggiore, il Tempio di Serapide e lo Stadio di Antonino Pio; altri, vincolati ma ricadenti in aree di proprietà comunale, quali le Tabernae di via Luciano, il Collegio dei Tibicines in viale Capomazza e la Piscina Centocamerelle in Villa Avellino. Rilevato che la Soprintendenza speciale per i beni Archeologici di Napoli e Pompei non ha al momento in organico personale sufficiente per garantire l’apertura continuativa al pubblico dei monumenti archeologici demaniali sopra ricordati. Considerato che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha rappresentato, nel merito, l’impossibilità di procedere a nuove assunzioni. Rilevato che la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania non ha la possibilità di reperire, nell’ambito della Regione Campania, personale della stessa qualifica da poter destinare alla sede di Pozzuoli della Soprintendenza. Visto che il Comune di Pozzuoli ha manifestato la sua disponibilità ad affiancare la Soprintendenza negli interventi di valorizzazione e gestione del patrimonio culturale puteolano, ponendo a disposizione personale di aree funzionali equivalenti a quelle del personale statale di custodia, la Soprintendenza ed il Comune si impegnano ad eseguire i necessari interventi di pulizia e diserbo dei monumenti archeologici di propria competenza. In particolare, la Soprintendenza effettuerà gli interventi in questione all’Anfiteatro, allo Stadio di Antonino Pio ed al Macellum. Per quest’ultimo il Comune si impegna alla fornitura dell’acqua per innaffiare i giardini nonché allo smaltimento dei rifiuti derivanti dal diserbo. Il Comune provvederà alla pulizia ed al diserbo dei siti archeologici urbani delle Tabernae di Via Luciano, del Collegio dei Tibicines in viale Capomazza e della Piscina Centocamerelle in Villa Avellino provvedendo altresì, compatibilmente con le proprie risorse finanziarie, a dotare tali siti di idonee recinzioni, impianto di illuminazione, pannelli didattici e tutto quanto necessario per consentirne l’apertura al pubblico e la fruizione. I progetti relativi ai suddetti interventi, ai sensi dell’articolo 21 del Codice, dovranno essere sottoposti alla preventiva autorizzazione della Soprintendenza e degli altri soggetti competenti. Il Comune di Pozzuoli si impegna a garantire la fruizione dei siti archeologici ricadenti nelle aree di propria competenza con proprio personale. Il Comune si impegna a collaborare con la Soprintendenza al fine di garantire l’apertura al pubblico continuativa dell’Anfiteatro, secondo gli orari di apertura vigenti, affiancando al personale di custodia del Ministero tre unità (di area funzionale equivalente a quella del personale statale) nel periodo invernale (da novembre a marzo) e sei unità nel periodo estivo (da aprile a ottobre). Si impegna altresì ad assicurare l’apertura, su richiesta e previa prenotazione attivabile presso l’info point comunale, del Macellum e dello Stadio di Antonino Pio, con turni di visite per un numero minimo di dieci persone. La prenotazione, secondo tutte le indicazioni sopra elencate, dovrà essere garantita dal Comune anche per gruppi dotati di guida propria. In particolare, i servizi offerti dal Comune, che non prevederanno bigliettazione, si svolgeranno secondo orari differenziati, nel periodo invernale ed in quello estivo. Nei mesi da novembre a marzo, infatti, le aperture al pubblico di tutti i siti saranno limitate ai turni antimeridiani, mentre nei mesi estivi, da aprile ad ottobre, le visite si svolgeranno anche nei turni pomeridiani. Tali visite saranno effettuate in presenza di un numero mimmo di tre unità di personale di custodia fornito dal Comune. Personale incaricato dalla Soprintendenza provvederà alla chiusura ed all’apertura dei monumenti. La Soprintendenza si ritiene esonerata da qualsiasi danno a persone e/o a cose che dovessero verificarsi nel corso delle sopra richiamate visite, di cui dovrà essere data apposita comunicazione preliminare. Il Comune dovrà comunicare il nominativo e le credenziali del personale comunale incaricato, che dovrà utilizzare idonei cartellini di riconoscimento. Lo stesso sarà protetto da idonea copertura assicurativa a carico del Comune e nessun onere derivante dal suo utilizzo graverà sulla Soprintendenza. Il Comune, nell’ottica della valorizzazione dei monumenti archeologici, si riserva di promuovere lo svolgimento di eventi di elevato livello culturale. La Soprintendenza si riserva di autorizzarne lo svolgimento, secondo quanto previsto dall’articolo 107 del Codice (ivi compreso l’eventuale pagamento del canone), ove lo consentano le condizioni di agibilità dei monumenti interessati, ed a condizione che siano rispettate le procedure di cui alla circolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali n° 85/2010. Le Amministrazioni firmatarie si impegnano, ciascuna per la propria competenza, a dare esecuzione al presente protocollo mediante l’adozione degli atti necessari. Il presente protocollo ha validità di un anno decorrente dalla data di stipula e potrà essere rinnovato per volontà delle parti. I Soggetti firmatari del presente atto hanno la facoltà di recedere in qualunque momento dal presente Protocollo, mediante formale comunicazione da inoltrare agli altri Soggetti firmatari mediante raccomandata A/R. La recessione avrà decorrenza dopo due mesi dalla data della comunicazione formale”.
Per l’Anfiteatro, dunque, da aprile ad ottobre, il Municipio si è impegnato a “prestare” sei dipendenti comunali.
Aprile sta quasi finendo, il protocollo d’intesa ad oggi ha già una “anzianità” di 16 giorni, ma il personale della Soprintendenza è ancora solo soletto a fronteggiare l’emergenza quotidiana fatta di ferie, permessi, malattie, con i turisti costretti a sperare nella buona sorte per poter ammirare il sito e sempre più indisponibili a tornare nella nostra città di fronte a quei cancelli mai aperti come dovrebbero essere.
Giriamo la domanda al sindaco Figliolia: quanto ancora dovrà aspettare Pozzuoli per mettere fine a questa umiliazione?
(da “Il Corriere Flegreo” del 20 aprile 2013)