Auto dei genitori, senza la firma non puoi più guidarla | Da oggi è illegale: la Legge non ammette ignoranza

Auto dei genitori, senza la firma non puoi più guidarla | Da oggi è illegale: la Legge non ammette ignoranza

Auto in prestito - Pexels - pozzuoli21.it

Auto dei genitori, ora senza firma non la guidi più: da oggi è illegale e la legge non perdona chi fa finta di nulla

Guidare l’auto dei genitori è sempre stato considerato un gesto naturale: un favore per un weekend, un prestito dell’ultimo minuto, un’abitudine quotidiana quando la propria macchina non c’è. Ma con le ultime interpretazioni del Codice della Strada, quel gesto che molti danno per scontato può trasformarsi in un terreno minato fatto di obblighi, controlli e sanzioni salate.

Dietro il titolo si nasconde una regola precisa: quando si utilizza in modo continuativo un’auto intestata a un’altra persona, lo Stato non la considera più un semplice “passaggio di chiavi”, ma un vero e proprio rapporto giuridico da registrare. L’articolo 94 comma 4-bis del Codice della Strada impone infatti, dal 3 novembre 2014, l’annotazione dell’utilizzatore sulla carta di circolazione in caso di uso prolungato del veicolo.

Il meccanismo è chiaro: se si guida per più di 30 giorni un veicolo che non è intestato a chi si mette al volante, senza che ciò risulti sul libretto, scatta l’obbligo di aggiornare la carta di circolazione. In assenza di questa annotazione, la violazione non è affatto simbolica: le sanzioni possono arrivare a superare i 3.000 euro, con il ritiro del documento di circolazione e l’invio agli uffici del Dipartimento dei trasporti terrestri.

La regola dei 30 giorni e l’obbligo nascosto nel libretto

Per chi prende in prestito l’auto di un amico, di un collega o di un parente non convivente, la soglia è netta: fino a 30 giorni si può circolare senza formalità particolari, oltre questo limite la legge pretende che l’utilizzatore venga annotato sul libretto come intestatario temporaneo. In pratica, la carta di circolazione deve dire nero su bianco chi usa davvero la vettura in modo stabile, non solo chi ne è proprietario all’anagrafe.

Per regolarizzare la situazione, è previsto anche il ricorso a un contratto di comodato d’uso registrato alla Motorizzazione Civile, attraverso il modulo TT2119 e una dichiarazione firmata dal proprietario. È qui che entra in gioco la famigerata “firma” che separa la normalità dall’irregolarità: senza un atto scritto che autorizzi e identifichi chi usa l’auto, l’utilizzo prolungato del veicolo intestato ad altri diventa a tutti gli effetti a rischio sanzione.

Auto in prestito, come funziona la delega – Pexels – pozzuoli21.it

Auto dei genitori: conviventi liberi, non conviventi obbligati alla firma

Quando però l’auto è intestata a mamma o papà, lo scenario cambia in modo deciso. La legge fa una distinzione netta tra figli conviventi e figli non conviventi. Se vivi ancora con i tuoi genitori e fai parte del loro nucleo familiare, puoi guidare l’auto intestata a loro senza alcuna annotazione aggiuntiva sulla carta di circolazione: per le Forze dell’Ordine basta il controllo nei registri anagrafici del Comune per verificare la convivenza e considerare legittimo l’uso del veicolo.

Se invece non sei più convivente, la musica cambia del tutto: in questo caso l’auto dei genitori, se usata in modo stabile per più di 30 giorni, richiede una vera e propria delega firmata e l’annotazione dell’utilizzatore sulla carta di circolazione, come intestatario temporaneo. Senza questa firma e senza l’aggiornamento del libretto, continuare a usare l’auto di mamma e papà non è più un semplice favore di famiglia, ma un comportamento considerato irregolare, esposto a sanzioni pesanti e al ritiro del documento del veicolo. È qui che la legge dimostra davvero di non ammettere ignoranza: conoscere la differenza tra convivente e non convivente può fare la differenza tra guidare serenamente e ritrovarsi, all’improvviso, dalla parte del torto.