Dovevano essere attivati dal 1°settembre di cinque anni fa ma in realtà non hanno mai funzionato. E solo adesso, dopo una truffa ai danni di numerosi automobilisti, il Comune ha dovuto ‘confessare’ che la loro presenza su quel tratto di strada è stata sempre e soltanto “scenica”.
E’ davvero un caso eclatante quello dei due autovelox installati dal Municipio nell’estate 2019 (a spese del proprietario di un distributore di carburanti aperto proprio in quel periodo su uno dei punti più pericolosi dell’arteria) sulla variante di collegamento tra via Solfatara e via Fascione.
Obiettivo: tentare di limitare a 50 chilometri orari l’andatura dei veicoli in transito su una bretella di asfalto da sempre teatro di gravi incidenti.
Finalità che però, è sempre rimasta sulla carta, come semplice deterrente, all’insaputa di tutti (o quasi…)
Ora però il pasticciaccio è uscito clamorosamente a galla.
Da circa due settimane, infatti l’Amministrazione ha apposto sulla segnaletica che indica l’esistenza di quegli autovelox un pannello con la dicitura “non attivo”.
Il motivo? Non si può più fingere che essi siano in funzione a causa dell’intraprendenza criminale di chi, su quegli impianti, ha lucrato con finte contravvenzioni.
Già. Perché da un po’ di tempo qualcuno (sulla cui identità sono in corso indagini da parte delle forze dell’ordine) stava incassando tanti bei soldini inviando multe fasulle a molti proprietari di veicoli accusati di aver superato i limiti di velocità sulla variante.
Il tutto attraverso bollettini prestampati su conti correnti intestati fittiziamente al Comune di Pozzuoli con modalità di pagamento tramite Qr-Code in modo da far affluire il denaro direttamente agli organizzatori del raggiro.
Non tutte le potenziali vittime però ci sono cascate e c’è chi ha denunciato tutto a vigili urbani, polizia e carabinieri, che stanno cercando di smascherare i responsabili della frode.
L’auspicio è che le indagini abbiano successo.
Ma anche che si riesca a capire per quale motivo non si sia riusciti, in così tanto tempo, a far funzionare quegli impianti.
E, soprattutto, se tra questo mistero e il business delle false multe non ci siano inquietanti coincidenze…