Sono il dirigente Gino Salzano ed il funzionario Giuseppe Gaudino i primi due indagati nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia sulla gestione degli appalti e dei lavori pubblici al Comune di Pozzuoli.
Nei confronti di un altro dirigente comunale, Mino Cossiga, c’è stata invece soltanto un’acquisizione di atti.
Le ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti (pubblici ministeri Gloria Sanseverino e Giusi Loreto, coordinati dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice) sono turbativa d’asta, falso ideologico, associazione a delinquere, corruzione con l’aggravante del metodo mafioso o per aver favorito un’associazione criminale.

Il tutto ovviamente in concorso con altri soggetti (imprenditori?) non ancora identificati o di cui ancora non sono state rese note le generalità.
Un monitoraggio investigativo che va avanti da circa due anni, in seguito a denunce sia anonime, sia da parte di imprenditori, ma anche frutto di articoli giornalistici riguardanti uno dei settori più chiacchierati del Municipio.
Dalle 9 di stamattina, una trentina di carabinieri ha preso praticamente “possesso” della Casa Comunale di Toiano per acquisire documenti, sia in formato cartaceo che elettronico, relativi alla quasi totalità delle opere e dei rapporti di committenza in essere da quando si è insediata l’Amministrazione Figliolia.
Le perquisizioni hanno riguardato settori-chiave della macchina burocratica dell’Ente come lavori pubblici, ufficio tecnico, comando vigili, nettezza urbana, interessando anche la palazzina in cui ha sede l’ufficio del sindaco Figliolia, sebbene sia importante precisare che, al momento, nessun esponente politico risulta coinvolto in questa fase delle indagini.
Una cosa è certa: giacchè tra le le accuse formulate dagli inquirenti ci sono l’associazione a delinquere con l’aggravante del temutissimo articolo 7 (metodo mafioso o favoreggiamento alla camorra), la politica non potrà tacere.
A cominciare dal sindaco Figliolia, già scottato da una bruttissima esperienza durante il suo primo mandato da sindaco (anche in quella occasione, era il 15 gennaio 2004, il Comune fu perquisito da cima a fondo dai carabinieri) conclusosi con l’onta (mai cancellata da nessun atto di revoca) dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche, sia pure senza pregiudizi di legge a carico dell’attuale Primo Cittadino.

Ma, si sa, le responsabilità politiche sono ben diverse da quelle giudiziarie.
E Figliolia, adesso, a maggior ragione per la sua volontà di ricandidarsi alla guida della città, dovrà spiegare ai puteolani quali provvedimenti ha assunto per evitare che accadesse ciò che sta accadendo in queste ore, visto che, da attento lettore di tutti i siti di informazione riguardanti Pozzuoli, il Capo dell’Amministrazione era sicuramente a conoscenza di alcuni scenari per lo meno inquietanti sulla gestione dei lavori pubblici.
Per ora, con un post pubblicato pochi minuti fa sulla sua pagina Facebook, Figliolia scrive esclusivamente quanto segue: “Ho appreso oggi che sono in corso indagini ad opera della Procura della Repubblica di Napoli a carico di due dipendenti del Comune per i reati di turbativa d’asta e falso, e, per uno di essi, anche per i reati di associazione per delinquere e corruzione, fatti aggravati ai sensi dell’art. 7 della L. 203/91, afferenti a non meglio specificate gare d’appalto. Mi auguro che l’opera della Magistratura e degli investigatori chiarisca al più presto i fatti oggetto della contestazione, affinché possa proseguire con serenità il lavoro che questa amministrazione sta realizzando con assoluta determinazione nell’interesse della collettività; opera che, evidentemente, troverà il pieno sostegno del sottoscritto che è in prima linea affinché sia garantito che le attività del comune siano scevre da ogni forma di eventuali illiceità e connivenze e siano svolte con il massimo della regolarità e trasparenza”.