Brutte notizie per quasi tutti coloro che hanno subìto danni dall’eccezionale grandinata di sabato.
La beffa è infatti in agguato per chi spera che le richieste avanzate dai sindaci di Pozzuoli, Quarto e Bacoli al presidente regionale De Luca per ottenere lo stato di calamità naturale per i rispettivi comuni, vengano approvate e servano a risarcire i cittadini che si sono visti distruggere auto, vetri, serrande, tettoie di casa e dei negozi, oltre ad aver riportato ferite e contusioni in varie parti del corpo a causa di quegli enormi chicchi di ghiaccio piovuti dal cielo.
Queste persone rischiano di non percepire nemmeno un centesimo ed il motivo è ben preciso.
Lo spiega con chiarezza il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, che, in una nota del 3 febbraio 2014 (clicca qui per leggerla integralmente), sottolineava la differenza sostanziale tra “stato di emergenza” e “stato di calamità naturale”.
In parole povere, lo stato di “calamità naturale” (quello cioè che hanno annunciato di aver richiesto Enzo Figliolia per Pozzuoli, Josi Gerardo Della Ragione per Bacoli e Rosa Capuozzo per Quarto) qualora venisse decretato, servirebbe soltanto ad avviare le procedure di risarcimento per gli agricoltori che hanno subìto danni certificati alle coltivazioni.
E’ invece l’ottenimento dello “stato di emergenza” (ben diverso dallo “stato di calamità naturale”) che può determinare il risarcimento di danni, pubblici e privati, diversi da quelli agricoli.
Ed è quindi soltanto nella richiesta di un eventuale “stato di emergenza” (e non dello stato di “calamità naturale”) da parte del Sindaco della propria città, che possono sperare, per ottenere un ristoro economico, tutti coloro che lamentano danni differenti dalla distruzione, parziale o totale, delle coltivazioni.
Non è dato sapere perché i sindaci di Pozzuoli, Bacoli e Quarto abbiano fatto la scelta della richiesta di “calamità naturale” invece dello “stato di emergenza”.
Però Figliolia, Della Ragione e Capuozzo, contrariamente alle comunicazioni ufficiali finora date in pasto alla popolazione, dovrebbero cominciare a spiegare alla gente ciò che realmente prevede la Protezione Civile nel caso in cui le loro istanze fossero accolte: altrimenti si rischia di ingenerare una pericolosa confusione e di alimentare aspettative fasulle oppure odiose speculazioni da parte di terzi professionalmente “interessati” all’incasso di questi risarcimenti.
E sarebbe anche il caso che i suddetti Sindaci mettano a conoscenza i loro amministrati dell’esistenza di una legge (la numero 100 del 12 luglio 2012 approvata dal governo Monti e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n°162 del 13 luglio 2012) che, nel riordinare il settore della Protezione Civile, stabilisce la copertura assicurativa privata per tutti i danni derivati dalle calamità naturali e, dunque, l’esclusione della possibilità di risarcimenti da parte dello Stato per eventualità del genere.
Ovviamente, siccome siamo in Italia e le cose vanno sempre per le lunghe, non possiamo escludere che questa legge non abbia ancora prodotto tutti i suoi effetti pratici (al momento della sua approvazione era, infatti, previsto un regime transitorio in attesa dell’emanazione di alcuni decreti attuativi) e che dunque si possa ancora agire per “aggirarla” in qualche modo.
Ma una cosa è certa: non è con lo “stato di calamità naturale” che avrà speranze di risarcimento chi si è fatto male, ha rotto la macchina o una parte della propria abitazione o attività lavorativa a causa di quella raffica di “proiettili” di ghiaccio.
L’unica possibilità è provare ad ottenere lo “stato di emergenza”, sempre che la legge 100/2012 non abbia nel frattempo già vanificato pure questa opportunità di intervento statale.
Puteolani, quartesi e bacolesi tengano dunque gli occhi bene aperti su questa vicenda!
E facciano pressing sui rispettivi rappresentanti politici affinchè chiedano al Governo ciò che realmente occorre per sperare di poter risarcire tutti i danneggiati.
Perché, in sostanza, ad oggi, gli unici a poter dormire sonni (relativamente) tranquilli dopo ciò che è accaduto sabato, sono coloro che erano già assicurati privatamente contro le calamità naturali.
Tutti gli altri, possono solo incrociare le dita…