CAOS SOSTA, LA LETTERA/ “Noi schiavi della (seconda) auto”
Caro Direttore, non conosco ancora le reali intenzioni diRenato Volpe, impiegato comunale, dopo aver scritto l’articolo“darò fuoco alla seconda auto, …“.
Probabilmente si tratta solo di una provocazione, eppure la frase, anzi la prospettiva, mi ha colpito profondamente.
Immaginiamo per un attimo che questa sia la soluzione, e ne parlo perchè anche il mio nucleo familiare possiede due autovetture ed allo stesso modo abita nel centro storico di Pozzuoli, via Fasano.
Cosa accadrebbe allo stile di vita mio, di mia moglie e dei miei tre figli?
Dagli anni ’70, da quando i miei genitori acquistando la prima auto (una seicento, mi sembra) avevano avuto il senso di aver finalmente raggiunto il benessere, di far parte, anche se in piccolo, di un circolo di benestanti, ad oggi le cose sono cambiate.
In cinquant‘anni, dalla prima si è passati alla seconda auto.
Dai lunghi spostamenti che garantivano la libertà e l’indipendenza, l’auto è diventata lo strumento indispensabile per percorrere anche poche centinaia di metri, sin dentro il negozio, la scuola, la chiesa.
Dai tempi in cui mia zia mi portava al mare nella Citroen Dyane col tettuccio apribile con a bordo due adulti, e sei bambini, le cose sono diverse.
Vedo lunghe file di auto incolonnate e ferme, che vanno a Miseno con a bordo mediamente due persone, spesso una, ed alcune volte il suv che le contiene è così grande che la Dyane ci entrerebbe dentro tutta intera.
Così, con la convinzione che per stare meglio bisogna avere auto a sufficienza,mi sono ritrovato schiavo di due assicurazioni, di due tasse, di due tagliandi, di due rischi di multe, di due telepass, e della necessità di aver due posti auto nel centro storico.
Ho fatto la mia scelta abitativa pensando prima ai posti auto e poi al resto: era anche il consiglio del garagista di San Marco,se vuoi venire a Pozzuoli, cerca prima il posto auto e poi la casa …
Cercavo un’abitazione in centro per non muovermi con l’auto, essere libero di camminare a piedi e non essere schiavo del traffico ed, invece,la prima cosa che ho fatto è stato acquistare due “case” per le auto.
Mi ritrovo ad accompagnare i bambini alMarconied allaDiano, facendo in macchina meno strada di quella che percorrevo da ragazzo per andare alla mia scuola, immerso però in un fiume di metallo, esalante sostanze cancerogene, guidato da persone temporaneamente private di umanità.
Il dilemma tra incendiare o non incendiare?
Figurativamente intendo, meglio vendere: ci si ricava anche qualcosa.
Vedremo cosa succederà: riusciremo a sopravvivere, oppure la mia famiglia non ce la farà a camminare nuovamente a piedi?
Se la cosa funzionerà, per tutti gli interessati ci sarà un posto auto a disposizione, in vendita naturalmente.
Forse, è arrivato il momento di ripensare a cosa sia veramente il nostro benessere e di cosa abbiamo realmente bisogno.
Se arrivare venti minuti prima o camminare e non essere più schiavi.
Certo, bisogna interrogarsi su una mobilità alternativa a quella che conosciamo.
Il19 ed il 20 novembreè prevista a Pozzuoli, parcheggio area C9 la “giornata della sostenibilità“, ideata da tanti cittadini ed associazioni.
Confrontandoci penso sia possibile individuare nuove forme di esistenza per i centri storici dei comuni flegrei, senza rinunciare alla necessità di spostarsi, ma liberandoli dall’invadenza delle nostre maleodoranti nuove padrone.
Se decidessimo di avere mezzi pubblici puntuali, puliti ed efficienti?
Se decidessimo di avere a disposizione mezzi privati collettivi di trasporto pratici ed economici?
Se cominciassimo ad usare il trasporto condiviso, la mobilità ciclabile e quella pedonale: ce la potremmo fare?
Tornare indietro a volte significa fare un passo avanti.
