Ieri ho incontrato un pendolare di nome Nunzio, assiduo frequentatore dei mezzi pubblici. Era imbufalito. Accusava la stampa e la politica locale di aver fatto passare sotto silenzio l’ennesimo disservizio avvenuto con la Ctp, i cui pullman, sul territorio puteolano (e forse anche altrove) si sono letteralmente volatilizzati per sei giorni consecutivi, a partire da martedì della settimana scorsa.
Tutti a piedi o in eterna attesa alla fermata.
Motivo? Quello ufficiale non si conosce.
Ufficiosamente, almeno così si legge da qualche commento su Facebook, un nuovo ritardo nel pagamento degli stipendi, da parte dell’azienda ai propri dipendenti.
Azienda che, venerdì 1 dicembre, come scrive sempre sul social il suo amministratore unico Augusto Cracco, ha fatto partire i bonifici ai lavoratori.
Il nostro Nunzio, a nome di tutti i passeggeri che pagano regolarmente il biglietto e si comportano educatamente a bordo dei pullman, attraverso Pozzuoli21, chiede che si sappia la verità su quanto accaduto dal 28 novembre al 3 dicembre, un qualcosa che appare molto simile a ciò che avvenne a cavallo tra la fine di agosto e inizio settembre.

“E’ un diritto di chi lavora percepire lo stipendio a fine mese – ci dice il nostro interlocutore – e su questo non ci piove. Capiamo l’amarezza degli autisti e anche la loro rabbia e frustrazione nel non poter percepire puntualmente il salario. E siamo pronti, da cittadini e fruitori di questo servizio, ad appoggiarli in tutte le loro manifestazioni di protesta. Ma devono essere proteste ufficiali, non scioperi selvaggi che colpiscono solo noi cittadini che usiamo il trasporto pubblico a nostra volta per andare a lavorare, per raggiungere luoghi in cui dobbiamo sostenere colloqui di lavoro o per tante altre incombenze quotidiane. Gli scioperi si fanno con il dovuto preavviso e rispettando alcune fasce orarie di garanzia in cui il servizio deve essere, per legge, prestato, così come avviene, ad esempio, in altre realtà del trasporto pubblico locale come la ferrovia Cumana e Circumflegrea“.
“Non è legale e non è civile scioperare come hanno fatto gli autisti Ctp la settimana scorsa e anche in altre occasioni – prosegue Nunzio – Anche se le loro rivendicazioni sono sacrosante, il sistema usato per farle emergere li fa passare automaticamente dalla ragione al torto. I sindacati ci spieghino per quale motivo lo sciopero sia stato fatto senza preavviso e senza rispettare fasce protette o se invece gli autisti erano tutti ammalati o se i mezzi erano tutti inutilizzabili solo nelle giornate in cui si attendevano gli stipendi e come mai sono tornati in funzione soltanto quando i salari sono stati sbloccati. E l’azienda ci dica se, alla luce di quanto accaduto, purtroppo non solo stavolta, intende prendere provvedimenti a tutela delle migliaia di cittadini rimasti appiedati: a cominciare da quelli, come il sottoscritto, che hanno sempre compiuto il proprio dovere nei confronti della Ctp”.
Giriamo questa riflessione a chi di dovere, sperando di ottenere risposte convincenti.
E augurandoci non solo che gli autisti Ctp percepiscano sempre lo stipendio puntualmente, ma che, in caso contrario, facciano sentire con forza la propria voce soltanto nei modi e nelle forme che la legge consente.
Perché chi svolge un servizio pubblico essenziale non può e non deve mai sparire improvvisamente dalla circolazione.
Né tantomeno farlo a tempo indeterminato e senza spiegarne pubblicamente le ragioni.