sabato, Marzo 22, 2025
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Carlo Pubblico “fa danni” anche da pensionato

E’ andato in pensione ormai da tre mesi, ma anche da ex comandante dei vigili urbani, il suo nome continua ad essere associato a danni economici nei confronti del Comune, oltre a quelli già accertati dagli ispettori ministeriali.

Stiamo parlando di Carlo Pubblico e dell’ultima sentenza che lo vede soccombere nei confronti di un poliziotto municipale da lui sanzionato illegalmente.

Non è il primo caso del genere che vede protagonista in negativo Pubblico e, probabilmente, non sarà nemmeno l’ultimo, visto che sono pendenti ancora altre cause, dello stesso tenore e dal prevedibile esito.

Il verdetto di cui vi parliamo oggi è datato 30 novembre, a firma del giudice del lavoro Annamaria Lazzara e riguarda il provvedimento disciplinare, di sospensione dal servizio e dallo stipendio per 14 giorni, che Pubblico irrogò il 4 ottobre 2014 a carico del luogotenente D.B.G.

Il vigile, difeso dall’avvocato Nunzio Miletti Scamardella, ha infatti ottenuto l’annullamento della sanzione perché Pubblico, da suo superiore, non avrebbe potuto punirlo per più di 10 giorni, giacchè la norma (articolo 55 bis comma 4 del decreto legislativo 165/2001) stabilisce che il responsabile della struttura a cui appartiene l’incolpato, non può mai emettere a carico di un proprio sottoposto sanzioni superiori a 10 giorni di sospensione.

Pubblico con la divisa da comandante dei vigili
Pubblico con la divisa da comandante dei vigili

Il giudice ha anche contestato il fatto che Pubblico abbia applicato una sanzione maggiore ai 10 giorni nelle vesti di responsabile dell’ufficio procedimenti disciplinari del Comune (ruolo a cui il comandante dei vigili era stato delegato dal segretario generale Matteo Sperandeo a partire dal 27 maggio 2014), stabilendo che, per questo tipo di sanzioni (quelle superiori ai 10 giorni), è previsto che si ricorra ad un organo “imparziale”, ossia l’ufficio dei provvedimenti disciplinari, ma anche che Pubblico, non essendo dotato del requisito della “terzietà” rispetto ad un procedimento disciplinare grave a carico di un proprio diretto dipendente, è sempre automaticamente incompatibile come “giudice disciplinare” del Municipio ogni volta che decide sanzioni di entità superiori ai 10 giorni di sospensione per un vigile urbano.

Essendo dunque stata violata sostanzialmente la norma in materia di procedimento disciplinare nei confronti dei pubblici dipendenti, è stata automaticamente annullata anche la sanzione, senza nemmeno dover entrare nel merito del motivo per cui il vigile fu punito.

soldiIl giudice ha così deciso che il Comune deve restituire le due settimane di stipendio tolte al vigile (più interessi) e pagare le spese all’avvocato che ha difeso il dipendente.

In più, il Municipio ha già pagato il proprio avvocato difensore e lo pagherà anche per appellarsi a questa sentenza.

Fatti due conticini, siamo già intorno ai 6.000 euro di “passivo” per l’Ente.

Cifra che potrebbe lievitare ulteriormente in caso di sconfitta anche in secondo grado da parte del Municipio.

La domanda che poniamo all’Amministrazione è sempre la stessa: per questa ed altre cause che hanno seguito o seguiranno la stessa sorte, a Carlo Pubblico sarà mai chiesto il conto?

Oppure gli errori finora commessi dall’ex comandante dei vigili dovranno continuare a gravare sul groppone di tutti i puteolani?

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