Caro consigliere comunale Mario Massimiliano Cutolo, capogruppo dell’Udc puteolana: mi permetto anche in questa occasione “ufficiale” di darti del “tu” giacchè ci conosciamo da tanti anni e credo che, nel corso del tempo, ci siamo sempre dimostrati quanto meno un grande rispetto reciproco.
Ho deciso di scriverti pubblicamente non solo perché devo sottoporti una questione che riguarda il tuo ruolo nella vita pubblica, ma anche perché voglio che chi ci legge in questo momento possa esprimere la propria opinione sul grado di ragionevolezza di quanto sto per esporti.
Vengo subito al “dunque”.
Come ben sai –ma forse non tutti sanno- il testo unico degli enti locali (decreto legislativo numero 267 del 18 agosto 2000) agli articoli 79 e 80, obbliga il Municipio a corrispondere ai datori di lavoro dei consiglieri comunali dipendenti il rimborso per le ore che questi esponenti politici sottraggono al proprio impiego per svolgere l’attività istituzionale per la quale sono stati eletti dal popolo.
A fronte di documentata richiesta da parte del datore di lavoro, quest’ultimo, se lo vuole, può pretendere di farsi rimborsare dal Comune “l’onere per le assenze dal servizio per i dipendenti eletti o chiamati a ricoprire cariche pubbliche che beneficiano di permessi orari retribuiti per partecipare alle riunioni degli organi di cui fanno parte”.
Ebbene, caro Mario Massimiliano, spulciando tra tutte le determine del 2013 pubblicate sull’Albo Pretorio on line del Comune, ho cercato di capire quanto costassero alla collettività questi rimborsi ai datori di lavoro dei consiglieri comunali dipendenti per l’attuale consiliatura, quella iniziata ufficialmente l’11 giugno dell’anno scorso.
E ho notato una cosa: le uniche determine che finora liquidano questi rimborsi, riguardano il tuo datore di lavoro.
Entro nello specifico per chi non conosce questi dati.
Con la determina dirigenziale numero 1116 del 27 giugno 2013, (http://servizi.comune.pozzuoli.na.it/albopretorio/DettaglioElemento.aspx?id=14070) al tuo datore di lavoro sono stati rimborsati 5.474,79 euro per 296,95 ore certificate di permessi retribuiti di cui hai usufruito per la tua attività politico-istituzionale nei primi sette mesi di consiliatura, da giugno a dicembre 2012.
Nella stessa determina, si legge che il tuo datore di lavoro chiede (ma non risulta abbia ancora ottenuto) il rimborso anche per il bimestre gennaio-febbraio 2013, per un totale di 3.053,51 euro a fronte di 181,70 ore certificate di permessi retribuiti per la tua attività politico-istituzionale).
Con la determina dirigenziale 1436 del 4 settembre 2013 (http://servizi.comune.pozzuoli.na.it/albopretorio/DettaglioElemento.aspx?id=14718), al tuo datore di lavoro sono stati rimborsati 2.598,41 euro per 153,05 ore certificate di permessi retribuiti di cui hai usufruito per l’attività politico-istituzionale svolta nel bimestre marzo-aprile 2013.
Infine, con una determina dirigenziale ancora più recente, la numero 1903 del 13 novembre 2013 (http://servizi.comune.pozzuoli.na.it/albopretorio/DettaglioElemento.aspx?id=15490), al tuo datore di lavoro sono stati rimborsati 5.625,67 euro per 312,27 ore certificate di permessi retribuiti di cui hai usufruito per l’attività politico-istituzionale svolta nei cinque mesi compresi tra maggio e settembre 2013.
Tiro le somme, caro Mario Massimiliano.
Nei 16 mesi compresi tra giugno 2012 e settembre 2013, al tuo datore di lavoro, spettano complessivamente rimborsi per 16.752,38 euro a fronte di 943,97 ore complessive di permessi retribuiti che hai dovuto chiedere ed ottenere per svolgere la tua attività politica.
Per ogni ora che ti assenti dal lavoro per svolgere le tue mansioni da consigliere comunale, la collettività paga mediamente 17,75 euro al tuo datore di lavoro: ogni mese, questo costo grava sui cittadini mediamente per 1.047,02 euro (782,11 euro di media al mese negli ultimi sette mesi del 2012, ma già 1.253,06 euro di media al mese nei primi nove mesi del 2013).
Intendiamoci. Sono soldi dovuti all’azienda di cui sei dipendente: ci metto la mano sul fuoco e non voglio assolutamente contestare questo diritto di legge che il tuo datore di lavoro, in virtù della tua assunzione alle sue dipendenze, esercita sicuramente in modo corretto sulla base di orari di assenza calcolati sicuramente al millesimo di secondo.
La questione che voglio sollevare, caro consigliere Cutolo, è un’altra e prescinde dalla norma, ma riguarda un aspetto molto “sensibile” della vita di tutti noi: l’opportunità.
Mi spiego meglio.
Come si evince dalle determine dirigenziali che riguardano i rimborsi al tuo datore di lavoro, tu sei dipendente della “Atlante s.r.l.”, società unipersonale a responsabilità limitata con sede legale a Pozzuoli, in via Miliscola 506.
Ho una domanda importantissima da farti, caro consigliere.
Questa società di cui (come risulta sempre dai documenti resi pubblici all’Albo Pretorio del Municipio) sei dipendente come direttore generale e inquadramento di 7°livello dal 15 giugno 2011, è la stessa “Atlante s.r.l.” che (come si evince da un ricorso al Tar presentato pochi mesi fa contro l’esito del bando di gara che assegnava la piscina comunale di Lucrino, ricorso che tu stesso mi inviasti, su mia richiesta, affinchè ne pubblicassi il contenuto sul quotidiano “Il Corriere Flegreo”) ha fatto da garante economico alla società Asd Centro Sportivo Play Off per dimostrare la solidità finanziaria di quest’ultima?
E’ la stessa società che, come si legge da quello stesso ricorso al Tar che tu mi inviasti, ha “come unico socio il signor Mario Cutolo”, ossia il tuo papà?
E’ dunque la stessa società che, come si legge ancora da quel ricorso al Tar, è “società immobiliare proprietaria dell’impianto natatorio Play Off sito in Pozzuoli ed attualmente gestito dall’omonima associazione sportiva”, “proprietaria di immobili per un valore superiore a 6 milioni di euro”, con “patrimonio netto di oltre 5,2 milioni di euro” e “detiene disponibilità liquide per circa 600 milioni di euro – dato di bilancio 2010”?.
Se la risposta a queste mie domande è affermativa, caro consigliere Cutolo, e cioè se tu sei dipendente di una società che ha tuo padre come unico socio ed è una società che ha disponibilità immobiliari ed economiche di così ingente valore; e se questa è la società che ha già chiesto e ottenuto dal Comune tutti i rimborsi che ho già elencato dettagliatamente (per riavere indietro gli importi pari a quelli dei permessi orari che ti sono stati comunque retribuiti dal tuo datore di lavoro quando eri assente dal lavoro ma presente in Municipio per la tua attività politico-istituzionale certificata), allora, consigliere Cutolo, devo chiederti una grande cortesia.
Tu, caro Mario Massimiliano, conosci bene la situazione economica sia del Comune di Pozzuoli che di tante famiglie devastate dalla crisi economica.
Ovviamente, questa situazione non è colpa né tua né del tuo papà né della società di cui tu sei dipendente e (se non è un caso di omonimia), lui l’unico proprietario.
Anzi, bisogna ringraziarvi e darvi grande merito di aver prodotto ricchezza in un contesto da sempre complicato, e di aver creato anche tante occasioni di lavoro.
Il che, oltre a costruire la vostra agiatezza, ha consentito, consente (e sono sicuro che consentirà per sempre) a molte famiglie di vivere dignitosamente con uno stipendio fisso ogni mese.
Però, caro consigliere… c’è un “però” che mi tormenta.
Secondo te, in una situazione di finanze municipali mai così vicine al dissesto (per la prima volta nella storia di Pozzuoli, anche i dipendenti comunali percepiscono lo stipendio in ritardo!) e di così drammatica disoccupazione e disperazione che c’è in giro… è opportuno (anche se la legge lo consente) che una società così ben patrimonializzata, come quella di cui il tuo papà è unico socio (se non si tratta di un caso di omonimia) e di cui tu sei dipendente, chieda questi rimborsi al Comune di Pozzuoli per le tue assenze lavorative retribuite destinate all’attività politica?
Secondo me, è assolutamente inopportuno.
Io penso che sarebbe un gran bel gesto da parte tua chiedere al tuo datore di lavoro di rinunciare ad esercitare questo diritto di legge.
E penso che sarebbe un gran bel gesto, da parte del tuo datore di lavoro, accettare questa tua richiesta.
Ti dirò di più.
Se io fossi nei panni del tuo datore di lavoro, potrei anche pensare di continuare a percepire questi rimborsi (perché, comunque, mi spettano per legge) per poi donarli al Comune con un vincolo sociale e/o culturale ben definito, oppure utilizzarli per creare una fondazione a tale scopo.
Insomma, modi e forme non mancano affinchè, in questo momento molto particolare per tantissime famiglie e per le finanze pubbliche locali, chi può “dare” dia denaro alla collettività anziché “ricevere” denaro dalla collettività, benché ne abbia pieno diritto.
Un segnale, nulla di più.
Nella consapevolezza che un segnale del genere non risolve né i problemi del Comune né dei disoccupati puteolani, ma aiuta a restituire un po’ di quella fiducia che i cittadini hanno perso o stanno perdendo nelle istituzioni e nei politici: e non mi sembra cosa da poco!
Tutto ciò, caro consigliere Cutolo, lo dico a te per una sola ragione.
Perché sei l’unico consigliere-dipendente per il quale il Comune, finora, ha pagato rimborsi al datore di lavoro-familiare per questa consiliatura nell’anno in corso.
Ma ovviamente è un discorso che vale per tutti i consiglieri che si dovessero trovare nella tua stessa situazione.
Ossia, benestanti e assunti da imprese “di famiglia” rimborsate dal Municipio per i permessi orari del “parente” politico.
E mettiamoci dentro anche i consiglieri comunali non benestanti e assunti da imprese di proprietà di familiari o di “amici”.
Io, caro Mario Massimiliano, conoscendo la sensibilità tua e anche del tuo datore di lavoro (ossia, il tuo papà, se non è un caso di omonimia…), sono sicuro che entrambi accoglierete con gioia il mio appello alla rinuncia di questi rimborsi e che lo tradurrete in opportunità positiva.
Se volete rispondermi pubblicamente, non avete che da scrivermi all’indirizzo di posta elettronica info@pozzuoli21.it ed io pubblicherò integralmente la vostra replica su questo blog.
Nel caso malaugurato in cui, invece, questo mio appello non fosse di vostro gradimento, l’unica cosa che vi chiedo è di non tacciarmi di “demagogia”, “populismo” o di avervi voluto “fare i conti in tasca” o, peggio, di avere la pretesa di decidere “cosa farne dei vostri soldi”.
Vi assicuro che, se la metteste su questo piano, la maggior parte dei cittadini non vi capirebbe.
Per dirla come direbbe l’ex sindaco e attuale consigliere regionale Pasquale Giacobbe… poi “la gente passa e non capisce”.
E per chi fa politica, non essere capiti dal popolo, è un bel problema.
Con immutato rispetto, saluto te, caro consigliere Mario Massimiliano Cutolo, ed il tuo datore di lavoro.
Chiedendovi scusa fin d’ora per l’eventuale abbaglio, nel caso in cui la società “Atlante s.r.l.” non sia quella da me ipotizzata e nel caso in cui il suo unico proprietario, Mario Cutolo, sia soltanto un omonimo-non parente del tuo papà.
***
LA RISPOSTA DEL CONSIGLIERE COMUNALE MARIO MASSIMILIANO CUTOLO
Direttore caro,
Innanzitutto la ringrazio per aver dedicato del tempo alla mia persona.
Noto con immenso stupore che ha a disposizione molto tempo libero per concedersi il lusso di dare sfogo a questi ridicoli pettegolezzi di così basso profilo.
Eppure dovrebbe conoscermi ormai.
Nonostante lei abbia riportato falsi dati economici (600 mln di euro?? non so nemmeno come siano fatti) e dichiarato fandonie in merito al fatto che io le abbia fornito alcuni dati di una società (cosa mai accaduta), mi prodigherò ciò nonostante nel produrle una risposta decente al suo indecente tentato scoop.
Non sono un cannibale della politica, sono solo un giovane che tenta di apportare il suo contributo scevro da ogni contaminazione personalistica. La crescita politica sul territorio e’ ardua, soprattutto se sullo stesso hai parenti che intraprendono business.
Per me questo e’ un orgoglio, non un dramma.
Io ho scelto anche di fare altro nella mia vita.
Chi ancora oggi sceglie di rimanere anziché scappare alla ricerca di mercati economici ideali, credo sia un eroe e ritengo debba essere portato ad esempio, non mortificato.
Ero convinto che nel tempo mi fossi sempre contraddistinto, nella cosa pubblica, per l’onestà intellettuale e lo spirito propositivo, preferendo sempre il fare al rallentamento politico-burocratico facendo percepire trasparenza nelle scelte effettuate: ma forse lei non ha colto ciò e di questo me ne rammarico, ma le assicuro che continuerò a dormire la notte in maniera serena perché sono libero da ogni pregiudizio.
Vede, io sono padre e, da quando ho avuto questa fortuna, le mie priorità sono completamente cambiate.
Oggi sono diventato molto più responsabile e vivo ogni giorno con i piedi ben piantati a terra.
Purtroppo, come lei, ho assoluta contezza delle difficoltà che ci circondano, le tragedie che vivono nella nostra amata città. Ma non consento a nessuno, tantomeno a lei, di strumentalizzare il dolore altrui facendo dubitare della mia integrità morale.
Questa sua lettera mi fa sorridere amaro ma allo stesso tempo mi fa riflettere e soprattutto mi dà l’opportunità di spiegare ai suoi lettori ed ai nostri concittadini un qualcosa che forse non avrei mai voluto esternare.
Quindi, per un certo verso, la ringrazio per l’opportunità concessami.
Direttore, nella vita
ci sono delle decisioni, quelle che prendi con il cuore, che un uomo non vorrebbe mai rendere pubbliche.
Sono tue e restano tali per sempre, perché se le pubblicizzi, perdono il proprio valore, la propria magia.
Ma su questo argomento ci torneremo su a breve.
Purtroppo oggi siamo all’inquisizione e chiunque goda di un briciolo di popolarità e’ purtroppo soggetto ad un accanimento mediatico.
Tale accanimento spesso mira al gossip però, ad esternalizzare sensazionalismi sterili, privi di ogni fondamento e soprattutto privi di tutta la verità come questo.
Direttore caro, bisognerebbe andare più a fondo alle questioni, non limitarsi all’epidermide della notizia.
Lei mi insegna, la notizia va approfondita altrimenti lascia il tempo che trova.
Comunque ne prendo atto rendendomi conto che, se siamo a questo, vivo un tiepido imbarazzo, trovandomi, mio malgrado, costretto a doverla rispondere a tono.
Vede, Danilo caro, l’azienda che insiste su via Miliscola 506 che lei cita, in passato gestita da altre società, presso la quale io lavoro ormai dal 1998, non è di mia proprietà.
E’ di un gruppo nel quale c’è un’importante partecipazione di miei familiari.
Ovviamente, per il cittadino puteolano e per la nostra comunità, la mia persona e’ ricondotta ed associata all’immagine della azienda di cui sopra.
Ma questo simpatico folclore di paese, di fatto, non fa di me il proprietario.
Posso in ogni caso dichiarare, senza ombra di dubbio, che in tale azienda presto il mio contributo lavorativo in maniera puntuale, seria e professionale come un qualsiasi direttore d’azienda normalmente dovrebbe fare.
Certo sono stato molto, molto ma molto fortunato rispetto a tanti miei coetanei, ho potuto scegliere di rimanere a lavorare qui senza dover subire la mancanza di alternativa.
Questo però non cambia il mio impegno nel lavoro, sgobbo nè più nè meno di un qualsiasi onesto lavoratore che alacremente si impegna nel quotidiano scommettendo su di
sè, sperando che l’azienda nella quale ha dato cuore ed anima non finisca come tante altre. Scongiurando il fallimento che oggi sembra andare di moda, l’incubo di finire in bancarotta, licenziamenti di uomini, donne, decine e decine di padri e madri di famiglia che vivono ogni giorno nel terrore, dettato dall’incertezza del sempre più fragile domani italiano.
Quel domani tutto nostro che forse non permetterà di assicurare ai propri figli un futuro quantomeno dignitoso.
Il mondo e’ cambiato e nonostante l’immaginario collettivo al quale accennavo prima che mi vede un privilegiato, le assicuro che oggi per un giovane come me, nonostante l’indubbia condizione di benessere, e’ veramente dura decidere di restare e resistere, scommettendo sulla complicata ripartenza sia culturale che socio-economica della propria terra natia.
Serve uno slancio e serve adesso, caro il mio direttore.
Ritornando a bomba sul fatto che a volte non si ha voglia di esternare alcune cose, le voglio raccontare come anticipato, cosa ho fatto io per alcuni miei concittadini.
Tra gli altri impegni professionali, ho deciso di occuparmi di politica attiva nel lontano 2004 e poi, dopo la laurea e qualche corso di specializzazione, ho deciso di candidarmi per dare un contributo più fattivo, nel Comune di Pozzuoli, nel recente 2011.
Caduta la prima amministrazione lampo, per stravaganti motivi, dei quali lei e’ privilegiato custode della verità motivazionale essendo stato al servizio del padrone, ho deciso così di ricandidarmi in un contesto moderato più confacente alle mie ideologie ed alla mia moralità.
Essendo già da diversi anni dipendente dell’azienda da lei citata e nonostante la proprietà mi avesse paventato la volontà di voler effettuare una “legittima” richiesta di rimborso in quanto io, per assurgere agli impegni politici, sottraevo del tempo di qualità all’azienda disertando il posto di lavoro, lasciando l’incarico professionale spesso vacante.
Lei deve sapere che ho sempre cercato di trattenere la proprietà per evitare che si alimentassero polemiche, pensando a quell’immaginario collettivo nei miei confronti, palesato sia da lei che da me in precedenza.
Nel 2013 però è cambiato qualcosa. Dopo l’ultima campagna elettorale, nella quale ho toccato con mano la concreta difficoltà occupazionale che insiste sul territorio flegreo, ho proposto ad alcuni miei familiari impegnati in azienda, di assumere alcune persone (in grande difficoltà economica) in un momento storico nel quale tutte le ditte provvedevano ad elevare solo licenziamenti. Credevo e credo ancora oggi di aver fatto buona cosa nonostante chi come lei prova ad offendere la mia persona infangando la mia buona fede.
Ho preferito concedere possibilità occupazionali a padri e madri di famiglia, senza immaginare che quelli come lei mortificassero codeste iniziative sbattendo in prima pagina quelli come me, dipingendoli quasi come degli usurpatori.
Comunque, per concludere, a questo punto non ho potuto più sottrarmi alla rinnovata richiesta da parte dell’azienda di un eventuale rimborso almeno per tamponare alcune spese rispetto all’onere scaturito dalle assunzioni di cui sopra.
Ho deciso quindi, in piena coscienza, di dover fare richiesta della documentazione atta alla compensazione economica. Tutto qua.
Vede direttore, io presto anche consulenza per altre aziende, per le quali però, non ho assolutamente fatto richiedere rimborso alcuno in quanto lavoro fino a tarda ora pur di non gravare oltre modo sull’ente che io, a differenza sua, tutelo e preservo da chi come lei e’ impegnato giorno e notte in processi denigratori strumentali sicuramente poco virtuosi.
L’ho fatto soprattutto per evitare ulteriori ed inutili polemiche come quella esplicitata da lei oggi.
Le consiglio vivamente di tornare a fare il cronista serio e puntuale di un tempo, queste amenità le lasci scarabocchiare a penne meno felici della sua.
Buona giornata, La saluto.
Mario Massimiliano Cutolo
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LA CONTROREPLICA DI DANILO PONTILLO, PROPRIETARIO DEL BLOG “POZZUOLI21” E AUTORE DELLA LETTERA
Caro consigliere Cutolo, ognuno può farsi un’idea della “gioia” con cui hai accolto il mio appello, confrontando il contenuto ed il tono di ciò che ho scritto ed contenuto ed il tono della tua risposta (continuo a darti del Tu, come vedi, benché tu con me sia già passato ad un più distaccato Lei…).
Mi spiace che quando non si abbiano argomenti validi per replicare (o gli stessi argomenti li si ritenga evidentemente molto “deboli”) si passi agli insulti (gratuiti) o alla denigrazione (gratuita) dell’operato altrui.
Ma questo è un problema di “stile” che (s)qualifica chi insulta o denigra, non va certo a discredito di chi subisce un atteggiamento del genere.
Nel merito, solo due precisazioni.
La prima: quelli che tu chiami “falsi dati economici” sulla liquidità da 600milioni di euro della “Atlante s.r.l.”, sono dati contenuti in un ricorso al Tar (che, ribadisco, su mia richiesta, tu mi hai spedito via mail, ma questo dettaglio ha davvero poca importanza rispetto al resto…) firmato in nome e per conto dell’Asd Play Off dagli avvocati Enrico Soprano e Alessandro De Angelis. Al limite, dunque, una contestazione del genere dovresti rivolgerla ai legali della tua azienda di famiglia, non certo a me che ho riportato fedelmente ciò che hanno scritto due professionisti di vostra fiducia.
La seconda: se pensassi che sei un “usurpatore”, lo scriverei senza problemi motivandone la ragione.
Giacchè non lo penso, non l’ho scritto.
Ma ho tentato soltanto di spiegare che, a mio parere, c’è una questione di “opportunità” nel continuare a percepire questi rimborsi rispetto alla solidità patrimoniale dell’azienda familiare di cui sei dipendente.
Comunque, mi pare di capire, da ciò che affermi, che il tuo datore di lavoro non intende rinunciare ai rimborsi (dovuti) per le ore da te dedicate all’attività politica-istituzionale certificata, in quanto questi soldi servirebbero a tamponare una parte delle spese sostenute per procedere ad alcune assunzioni effettuate dalla stessa azienda.
Scusami se insisto, ma, fermo restando il mio plauso per le assunzioni effettuate, dai dati patrimoniali della “Atlante s.r.l.” (comunicati dai vostri legali al Tar per dimostrare che la “Atlante s.r.l.” ha la solidità finanziaria per garantire un’impresa che voglia aggiudicarsi la gestione di una piscina comunale!) non penso che questa società corra il pericolo di fallire o andare in “rosso” se dovesse rinunciare mediamente ad una cifra compresa tra 1.047 e 1.253 euro al mese.
Ognuno, ovviamente, poi, è libero di agire e pensarla come vuole.
E ognuno risponde alla propria coscienza.
Cordialmente, ti (ri)saluto.