Ricevo e pubblico*
Gentile Signor Sindaco, mi chiamo Letizia Addeo.
Il mio nome e cognome non saranno nuovi per Lei, perché proprio io Le ho messaggiato più volte chiedendoLe un incontro per poterLe parlare.
Ma, dopo un malinteso, non c’è stata alcuna risposta.
Come Le scrivevo nel messaggio inviatoLe il 23 giugno, sono quattro anni che il cancro mi inchioda, mi ha tolto la dignità di donna ma soprattutto di madre, con tutto ciò che comporta.
Risiedo sul lungomare di via Napoli, in una strada che si trova nel perimetro della zona a traffico limitato da Lei istituita, con tanto di telecamere di sorveglianza per le contravvenzioni ai trasgressori.
Ebbene, Signor Sindaco, io sono stata multata per la cifra (finora) di 4.000 euro solo per non aver rinnovato il permesso automobilistico comunale per entrare a casa mia, da residente in questa Ztl.
Lei deve sapere che esco di casa, solo per curarmi, ogni 21 giorni: il resto del tempo lo trascorro restando in un letto con la morte stesa di fianco e con qualcuno che usava (e usa) la mia macchina per aiutare i figli di questo corpo inerme a svolgere una vita “normale”.
Oggi sto un pochino meglio, o almeno faccio ancora terapia biologica, sempre ogni 21 giorni.
Ma Le assicuro, Signor Sindaco, che non è acqua fresca e, dopo quattro anni di terapie, tra pesanti e meno pesanti, il mio corpo inizia a dare segni di cedimento e, soprattutto (anche se vivo un periodo di apparente normalità) si sta sempre ogni tre mesi con qualcuno che è lì pronto a spararti al centro del cuore.
Ma, gentile Signor Sindaco, è e sarà solo “lui” ad avere potere decisionale, “lui” mi ha insegnato che non ha età, né sentimenti né, soprattutto, tempo.
Aspetto con ansia che Lei approvi un atto con cui sanare le tante multe che i residenti, come me, nella Ztl del corso Umberto I° hanno ricevuto avendo il solo torto di non essere a conoscenza del termine ultimo del 20 marzo per rinnovare tali contrassegni.
Lei capirà che, nel mio caso, con un handicap del 100%, e dunque con un’invalidità totale, potrei far valere le mie ragioni davanti a qualsiasi Giudice per ottenere l’annullamento di tutte quelle multe e dimostrare che non c’è stata malafede nel non sapere che il permesso andasse rinnovato.
Però io voglio essere trattata come una cittadina normale e non voglio “usare” la mia condizione di salute per ottenere il sacrosanto diritto a rincasare senza ricevere contravvenzioni ingiuste.
Come infatti Le ho già spiegato, nessuna persona di buon senso potrebbe incolpare di “disinformazione” chi non ha nulla da guadagnare a violare il dispositivo di questa Ztl, ma soprattutto chi, come me, dedica il proprio tempo a lottare contro un cancro aggressivo e a cercare di mandare ugualmente avanti una famiglia.
Aspetto la sanatoria, Signor Sindaco.
E l’aspetto in fretta, perché non so quanto tempo mi resta.
E, il tempo che mi resta, vorrei trascorrerlo cercando di allontanare la morte e la paura che ne ho.
Non certo con il terrore di dover sacrificare, con la sola colpa di essere tornata a casa mia senza il Suo permesso, quei pochi risparmi che ho messo da parte per potermi curare fino all’ultimo giorno che mi sarà concesso di vivere.
Faccia presto!
Cordialmente, La saluto.
*Letizia Addeo