Diventano due i ricorsi al Tar che la famiglia Cosenza ha presentato per tentare di vedersi approvata l’idea di costruire 300 case nell’area ex Sofer.
La vicenda è quella molto delicata che vi abbiamo già raccontato il 2 giugno ed il 1 agosto, in altrettanti articoli. (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DEL 2 GIUGNO E CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DEL 1 AGOSTO).
Sostanzialmente, la società Waterfront s.p.a., dopo averlo fatto per contestare il parere negativo con cui il dirigente comunale all’urbanistica Agostino Di Lorenzo, il 25 febbraio scorso, aveva dichiarato “improcedibile” la proposta di revisione del piano urbanistico attuativo (presentata dalla società al Comune il 21 dicembre 2015 con l’obiettivo di modificare la destinazione d’uso di alcuni edifici su quei suoli per realizzare appartamenti di edilizia residenziale), dieci giorni fa si è rivolta alla giustizia amministrativa anche per impugnare la delibera numero 86 del 21 luglio 2016, con cui la Giunta Figliolia ha preso atto di quel parere del dirigente Di Lorenzo, lo ha fatto proprio e ha bocciato il nuovo progetto della “Waterfront”.
I proprietari dell’area ex Sofer sostengono infatti che il Comune abbia commesso alcune irregolarità nel respingere questa proposta, ossia: non aver acquisito il parere vincolante della Soprintendenza; aver ritenuto che l’intervento edilizio rappresenti una variante al piano regolatore generale, dimenticando che gli interventi di riqualificazione urbana degli immobili dismessi, così come disciplinati dalla legge regionale 19 del 2009 sul “piano casa”, vanno approvati in deroga agli strumenti urbanistici generali in vigore; aver indicato soltanto in modo generico la pericolosità idrogeologica e geomorfologica dell’area ex Sofer, omettendo di specificare che gli interventi autorizzati dalla legge regionale sul “piano casa” sono vietati soltanto nelle zone a rischio vulcanico dell’area vesuviana e non in quelle dei Campi Flegrei; aver assunto decisioni senza instaurare nemmeno un procedimento in cui dare modo alla società privata di aprire un contraddittorio con l’Ente.
E’ dunque guerra aperta tra il Comune ed i Cosenza?
Apparentemente sì.
Ma, come abbiamo già scritto il 1 agosto (spiegando chi sono i due clienti “eccellenti” dei due avvocati che hanno finora patrocinato i ricorsi al Tar della Waterfront contro il Comune, come è stato evitato che il Consiglio Comunale si esprimesse sulla materia e quali “aperture” il Municipio abbia già ufficialmente “garantito” a questa famiglia imprenditoriale molto potente) l’odore di “pastetta” si avverte forte e chiaro.
E a denunciarlo, così come fece già tre mesi fa, è anche adesso il consigliere comunale Maurizio Orsi.
Che, alla notizia del secondo ricorso al Tar della società Waterfront, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Tutta la politica locale non può più rinviare una scelta su questo argomento. Non so e non m’interessa chi siano i pupi e chi sia il puparo della situazione, ma sta emergendo con forza la volontà di espropriare la decisione dell’Amministrazione di non far costruire, sui suoli ex Sofer, una residenza per ricchi. Un progetto che non ha nulla a che vedere con il benessere di Pozzuoli e che persegue la logica di frazionare quell’area per rivenderla a pezzi e per farci la più importante speculazione edilizia che Pozzuoli abbia mai vissuto. E’ vero che gli imprenditori lavorano per realizzare profitti, ma non a danno di altri, specialmente se questi altri siamo tutti noi cittadini. C’èun unico mezzo attraverso il quale fermare questo scellerato progetto ed è una delibera di consiglio comunale – spiega l’esponente dei Verdi – Diversamente, con l’arrivo di un commissario esterno a decidere su questo piano urbanistico attuativo, tutti punteranno il dito verso nessuno solo per non fare i conti con la propria coscienza. Ma anche non scegliere sarà una scelta a cui io non intendo partecipare, e sono convinto che così è anche per i miei colleghi consiglieri e per i componenti la Giunta Comunale. Oggi, attraverso le nostre azioni politiche, decidiamo il futuro dei nostri giovani: e non possiamo far finta di niente”.
In quanti, all’interno del parlamentino civico, sono disposti a condividere le stesse preoccupazioni di Orsi e a mettere una pietra tombale sulla costruzione di case nella ex Sofer?
Staremo a vedere.