“Celebrare la Santa Messa nell’Anfiteatro Flavio la prima domenica di ogni mese”: è la proposta, al vaglio della Soprintendenza ai Beni Archeologici, avanzata da don Pier Paolo Mantelli, parroco della chiesa del “Carmine”.
La missiva è stata consegnata dallo stesso sacerdote venerdì scorso e indirizzata a Costanza Gialanella, funzionario responsabile di tutto il patrimonio storico dei Campi Flegrei.

A don Pier Paolo l’idea è venuta dopo la fiaccolata del 19 settembre con cui si è posta l’attenzione anche sulla valorizzazione dei nostri siti, oltre che sulle problematiche della salute dei cittadini e della vivibilità di Pozzuoli. “L’iniziativa –spiega padre Mantelli nella lettera alla Gialanella- anche per aderire alle sollecitazioni di diverse associazioni di Pozzuoli, si spera possa incrementare la fruizione del sito, considerando l’accesso gratuito nella prima domenica di ogni mese”.
Tra l’altro, come ricorda su Facebook Ciro Di Francia (presidente dell’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute), non si tratterebbe di una novità vista “l’antica tradizione puteolana di celebrare la Santa Messa nei sotterranei dell’Anfiteatro, dove fu tenuto prigioniero San Gennaro, come il maestro Antonio Isabettini ha ricordato a me e a don Pier Paolo”.

Non resta dunque che attendere la risposta della Soprintendenza (l’auspicio è quello di ottenere il via libera in modo da poter celebrare la prima Messa nell’Anfiteatro per domenica 1 novembre, con un’eventuale diretta Rai).
Così come si attende risposta all’invito ufficiale che, mercoledì scorso, Acli Dicearchia ed Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute hanno inviato al ministro dei beni culturali Dario Franceschini, perché ritorni in visita a Pozzuoli “per rendersi conto di persona delle condizioni in cui versano i siti flegrei, con potenzialità di sviluppo e di occupazione, che sicuramente Le saranno illustrate dai rappresentanti istituzionali locali. Beni archeologici che è inammissibile non poter valorizzare per mancanza di personale, ma soprattutto per l’assenza totale dei necessari interventi per renderli accessibili al pubblico, anche attraverso l’organizzazione di eventi. L’Anfiteatro Flavio, terzo in Italia per dimensioni, utilizzato in passato dal Teatro San Carlo di Napoli per alcune rappresentazioni, da anni al buio (come il Tempio di Serapide) per la totale indisponibilità di fondi, attualmente è visitabile in parte grazie alla responsabilità che si è assunto il Sindaco con il distacco di alcune unità di personale comunale; l’Antro della Sibilla Cumana da oltre un anno è completamente inaccessibile per pericolo di crollo. Per il Rione Terra, i cui lavori di restauro, dopo 45 anni dall’evacuazione, sono ancora in corso, è stato annunciato che, per la fine di settembre, verrà aperto al pubblico, di sabato e di domenica, gratuitamente grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Campania, il percorso archeologico. In ogni caso, sarebbe interessante che i cittadini potessero almeno conoscere quali sono i progetti in itinere per il recupero e la fruibilità dell’eccezionale patrimonio”.