mercoledì, Marzo 26, 2025
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Centri Serapide, a rischio 41 posti di lavoro e l’assistenza per 80 malati psichici: “Regione e Asl dormono”

“41 lavoratori impegnati in strutture di servizi mentali gestite dal Centro Serapide rischiano di essere licenziati per inspiegabili ritardi burocratici della Regione e dell’Asl Napoli 2 Nord di competenza sul territorio. Un fatto incredibile, a cui ci opporremo con tutte le nostre forze. Nei prossimi giorni terremo una manifestazione a palazzo Santa Lucia per far capire alla Giunta che non sono ammesse perdite di posti di lavoro in un settore come la sanità che ha bisogno di assunzioni e non di diminuzione di organici”.

E’ quanto scrivono in una nota congiunta Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio, rispettivamente segretario regionale e metropolitano della Cisl Funzione Pubblica della Campania, raccogliendo un appello lanciato dai lavoratori (CLICCA QUI PER LEGGERNE IL TESTO INTEGRALE).

“Ancora una volta – dice Medicila Regione dorme. Il Centro Serapide ha da tempo comunicato l’apertura di strutture di nuova attivazione e la riconversione di altre, ma le procedure di accreditamento e le autorizzazioni non arrivano, nonostante siamo a pochi giorni dal 24 febbraio, ultimo giorno di lavoro per gli addetti in procedura di licenziamento. Che aspettano? L’apertura di un nuovo conflitto sociale?”.

La vicenda prende inizio a dicembre scorso quando cessano i contratti di appalto con la Asl Napoli 2 Nord per le strutture sanitarie intermedie Iside, Dedalo e Osiride.

Poco dopo, persistendo la domanda di assistenza, il Centro Serapide annuncia l’avvio di 3 nuove strutture, con oltre 80 posti letto complessivi, sufficienti a ricollocare il personale alle prese con la scadenza del 24. Ma a tutt’oggi non sono diventate operative.

“Una cosa inaudita – sottolinea D’Emilionon solo perché stiamo parlando di un territorio come quello flegreo alle prese con drammatici problemi occupazionali ma anche di pazienti particolarmente fragili, come quelli psichiatrici, autistici e bisognevoli di riabilitazione che devono essere assistiti continuamente ed in loco, all’interno dei contesti familiari e sociali. Invece si continua a perdere tempo. Assurdo”.

Sulla vicenda è intervenuta anche l’AFASP (Associazione Familiari e Amici dei Sofferenti Psichici) che, attraverso il presidente Rino Colavecchia ed i rappresentanti flegrei Lorenzo Gioia e Nadia Di Iorio, hanno scritto una lettera (CLICCA QUI PER LEGGERLA) al governatore De Luca per chiedere un intervento urgente.

“A seguito della chiusura, risalente al periodo settembre-novembre 2021, delle strutture intermedie residenziali “ISIDE”, “DEDALO” e “OSIRIDE” (operanti rispettivamente nei comuni di Pozzuoli, Bacoli e Casoria), tutte strutture appaltate dalla ASL Napoli 2 Nord e gestite dal Centro Serapide S.p.A., che avevano in carico più di 140 utenti (di cui 56 residenziali e 80 circa semiresidenziali in carico), si è assistito ad una contestabile gestione degli utenti, da parte dei servizi pubblici di Salute Mentale – si legge nella nota – Per alcuni soggetti si è trattata di una vera e propria “deportazione”, visto che sono stati allontanati dal territorio di appartenenza, facendo sì che la fondamentale progettualità riabilitativa e assistenziale all’interno dei contesti familiari e sociali sia stata messa fortemente in discussione. Le circa 80 persone che frequentavano i centri diurni hanno visto improvvisamente a marzo 2021 la fine dei loro percorsi riabilitativi nelle suddette strutture, senza spiegazioni, preavviso o alcun tipo di accordo, lasciando le famiglie inermi e prive di risposte davanti all’accaduto. Nel corso del 2021 si sono sviluppati numerosi incontri e riunioni tra familiari e i responsabili del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Napoli 2 Nord, dai quali si evincevano promesse di adeguato ricollocamento degli utenti, vista la volontà di internalizzazione dei servizi di riabilitazione a carico dei Centri di Salute Mentale e l’apertura di nuove residenze e centri diurni nel territorio flegreo. Nonostante tutte le garanzie fornite in merito, ad oggi numerosi utenti e le loro famiglie sono ancora in attesa di risposte. Moltissimi ex-utenti semiresidenziali, nonostante l’evidente cronicità della malattia, sono ancora in attesa di una formulazione dei nuovi progetti terapeutico riabilitativi e/o della conseguente presa in carico, gravando così ancor di più sulle famiglie le quali, da inizio pandemia, devono fronteggiare oltre la complessa sofferenza dei cari, anche le norme anti-covid19. Molte altre persone, a seguito della chiusura delle Strutture Intermedie Residenziali, si sono viste “spostate” velocemente, senza margini di mediazione, in strutture fuori provincia di appartenenza, con la promessa di riavvicinamento ai contesti cari, e ad oggi sono ancora in attesa di rivalutazione. Ovviamente, la lontananza dalla famiglia è un problema enorme sia per i soggetti, che si sentono defraudati degli ambienti amichevoli e confidenziali, sia per i parenti che, per ovvie ragioni di distanza, non possono essere parte integrante dell’intervento socio-terapeutico. In qualità di associazione di volontariato iscritta nell’albo regionale che tutela i diritti delle persone con disagio psichico – si conclude la lettera dell’AFASPchiediamo un intervento istituzionale, atto a far chiarezza sulla questione, salvaguardando la tutela del diritto alla salute, sancito dalla Carta Costituzionale. Vista la situazione grave anche in altre parti della nostra regione, vogliamo poter rappresentare le problematiche esistenti e valutare le possibilità d’intervento riproponendo l’istituzione della Commissione Tecnica Regionale per la Tutela della Salute Mentale, con larga partecipazione delle associazioni riconosciute degli utenti e dei familiari”.

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