Ricevo e pubblico*
C’era una volta il Virgilio, l’Istituto magistrale di Pozzuoli fondato nel 1936 e per molti anni ubicato nel cosiddetto Castello di Maglione che si trovava all’interno del rione Terra.
“… Quante mattine , prima dello SGOMBRO del 1970, salivo quegli antichi gradoni, che voltando a sinistra del portone di Portanuova, mi portavano fino a piazzetta San Celso dove era ubicata l’entrata della scuola MAGISTRALE, che a quell’epoca non trovava pace : un anno qui , l’altro là. Tant’è vero che si proponeva di ribattezzarlo NOMADE al posto di VIRGILIO …”, dirà un noto pittore puteolano in un’intervista.
Ma, se andate sul sito del governo, non trovate la storia del Virgilio, nessuno proprio nessuno si è preoccupato di conservarne la memoria storica… chissà perché? Chissà perché?
In seguito al bradisismo, l’Istituto Magistrale si trasferì in un palazzo a 7 piani, architettura anni ‘60, di fianco all’Aeronautica militare … proprio di fronte all’Ospedale S. Maria delle Grazie… ma… nessuno si è preoccupato di scriverne la storia… La memoria è destinata a morire…
A cosa servisse un Istituto Magistrale a Pozzuoli si sa… formare giovani maestre e maestri ma anche Professori da quando la Riforma della scuola consentì l’ampliamento formativo a cinque anni con l’accesso all’Università.
Il Virgilio diventò la scuola che consentiva l’accesso alle discipline umanistiche e motorie sotto il governo della città degli Artiaco, e l’Isef (Istituto Superiore di Educazione Fisica) vide molti giovani orientarsi a questa disciplina.
Il Virgilio era un luogo dove le famiglie e il buon governo democratico della città consentì la mobilità sociale più varia: e così, a fianco degli Artiaco e dei Moccia Di Fraia, dei Varriale, degli Iorio e di tanti altri… diventarono Professori anche altri meno noti, meno fortunati per nascita.
Ma questa storia, sul sito del governo, non compare.
Tutto deve essere dimenticato, tutto deve essere rimosso.
Gli antenati non devono comparire. Gli antenati non possono parlare!
Al Virgilio si insegnava il Latino ma anche il Diritto, la Letteratura, la Storia dell’Arte ma anche la Psicologia…
Ora non lo so se fosse giusto o no, se la preparazione fosse completa o no, ma gli amici che ebbi sapevano molte cose su adolescenti e bambini… altri si erano cimentati in discipline come la Giurisprudenza o le Scienze politiche e in alcuni casi la Psicologia e la Sociologia quando non erano discipline di regime, quando la scuola era volano di mobilità sociale.
Erano proprio tutti uguali al Virgilio, ricchi o poveri, intelligenti o normodotati, perché l’unico codice era quello umano.
E tutti, proprio tutti, avevano un buon metodo di studio. Lo studio scevro da etichette e paradigmi per stereotipi e pregiudizi.
Eh già, il Virgilio contribuì molto a creare ciò che nella Costituzione viene chiamata coesione sociale.
Era una vera scuola pubblica e questo è risaputo.
Ma questa storia, sul sito del governo, non compare, chissà perché? Chissà perché?
Poi Il Virgilio nel 1995 si trasferì in via Vecchia S. Gennaro e con la riforma cominciò a cambiare…
Cambiò la nomenclatura di definizione e si trasformò in Istituto psicopedagogico, successivamente e ancora oggi si definì Istituto a indirizzi sperimentali: Scientifico–Linguistico e delle Scienze Umane opzione Socio-Economica.
E cominciarono le separazioni, docenti e studenti che snobbavano il fattore umano.
Ogni indirizzo un’etichetta, uno stereotipo o un pregiudizio, un apartheid intellettuale e la creazione di gabbie mentali… l’inizio della fine della Libertà.
Cosa sia rimasto del vecchio Virgilio Iddio solo lo sa!
Che fare?
Come ridare la memoria storica al Virgilio?
Come insegnare il ‘genus loci’ alle nuove generazioni… e le nuove generazioni lo sanno che gli antenati chiedono giustizia?
Che non vogliono essere dimenticati…?
Che non si può cancellare del tutto ciò che è stato e che la modernità deve sempre fondarsi anche sul passato?
No, le nuove generazioni non lo sanno… vivono il loro disagio di essere schedati con un codice a barre motivato dalla semplificazione amministrativa, e questo però al Governo lo sanno…
Eh già! Al governo lo sanno…le nuove generazioni sono già ostaggio prima ancora di scegliere il loro futuro…
E questa storia tragica che vi sto raccontando è solo il Preludio di qualcosa di più inquietante…perchè gli antenati urlano giustizia, eh già!
Chiedono giustizia!
*Assunta Esposito (insegnante del “Virgilio”)