Dalla fine di questo mese la piscina di Lucrino rischia di chiudere a tempo indeterminato.
La notizia è davvero sconcertante ed è la conseguenza di una decisione altrettanto incredibile, ossia quella presa dalla società che gestisce l’impianto, l’Anfra Sport di Quarto, che si appresta ad abbandonare l’impianto interrompendo il contratto di concessione dopo appena 16 mesi a fronte dei dieci anni che le sarebbero spettati di diritto.
La storia è quella di un contenzioso molto delicato aperto dall’Anfra nei confronti del Comune di Pozzuoli, un braccio di ferro che potrebbe finire in un’aula di Tribunale visto il clima di tensione che si è creato tra la stessa ditta ed il Municipio.
Un amore mai sbocciato per via di tante ragioni (come la salatissima multa comminata all’Anfra per una bouvette non autorizzata all’interno della struttura o le vane richieste di ottenere strisce bianche in prossimità della piscina a beneficio di clienti e fornitori, per non parlare delle aspre polemiche, da parte di alcuni cittadini, per l’installazione di alcuni giochi nell’area verde circostante), ma soprattutto per un motivo.
Secondo il concessionario, infatti, i costi di gestione della piscina sono risultati molto più alti rispetto alle previsioni e dunque l’appalto vinto era diventato antieconomico al punto tale da rendere indispensabile un cambiamento di alcune condizioni contrattuali.
Così, nei mesi scorsi, l’Anfra ha chiesto ufficialmente al Comune di ridurre il canone di concessione mensile di 8.750 euro, somma che la società aveva offerto con un rialzo del 16.67% rispetto alla base d’asta di 7.500 euro al mese pur di sbaragliare la concorrenza ed aggiudicarsi l’appalto, assegnato il 20 agosto 2013.
Sebbene, con una relazione tecnica firmata il 23 aprile 2013 dal dirigente Carlo Pubblico e dal funzionario Antonio Arca (e allegata al bando di gara contenuto nella determina dirigenziale 951 del 30 maggio 2013) il Municipio avesse calcolato in 9.705 euro l’importo del canone mensile da non oltrepassare per evitare al concessionario di lavorare in perdita, i costi di gestione della piscina sarebbero lievitati alle stelle a causa delle spese di riscaldamento.
Spese di fornitura di gasolio (e di relativa manutenzione) che, stando ad un’altra relazione, firmata dall’ingegnere Giuseppe Gaudino (ed allegata anch’essa al bando di gara), si sarebbero dovute abbattere quasi completamente grazie all’impianto geotermico di cui è stata dotata la stessa piscina attraverso un pozzo artesiano che preleva acqua calda dal sottosuolo.
Tuttavia, pare che, alla luce dei fatti, la temperatura di quest’acqua si sia rivelata troppo bassa (una quarantina di gradi centigradi) per poter garantire il risparmio di costi promesso.
E, dunque, l’Anfra, ritenendo di aver subìto una inadempienza contrattuale, ha chiesto al Comune di ridurre il canone di concessione mensile.
Ricevendo però secche risposte negative dai dirigenti municipali che hanno preso in carico l’istanza.
Di qui, la decisione (già comunicata al Municipio) di abbandonare l’impianto a partire dal 1°marzo, con preavviso di licenziamento a dipendenti e collaboratori, e con la conseguente sospensione di tutte le attività natatorie a partire da quella data.
Una vicenda che ha davvero dell’incredibile e che si somma a tutto il burrascoso recente passato della piscina intitolata al compianto Enzo D’Angelo: lavori iniziati a giugno 2008, costati oltre 1 milione e mezzo di euro ma durati più di sei anni ed interrotti due volte per via di altrettante interdittive antimafia a carico di chi stava realizzando le opere.
Come se non bastasse, due gare per la gestione dell’impianto: una assegnata e poi revocata perché il Comune si era accorto di aver sbagliato il bando e l’altra che sta finendo in modo così inglorioso.
Con il Municipio che non potrà nemmeno procedere, come da appalto, alla sostituzione dell’Anfra con il secondo classificato della gara, visto che, come risulta dai verbali di gara pubblicati nella determina dirigenziale numero 1389 del 20 agosto 2013, tutti e tre i concorrenti di questa società (Alba De Biase, Play Off e Consorzio Nuoto Club Puteoli) furono esclusi dalla competizione per aver presentato piani economico-finanziari “generici e non congruenti con le offerte economiche”.
Dunque, o dovrà essere il Municipio a gestire la piscina con proprio personale o, per riavere funzionante l’impianto di Lucrino, bisognerà attendere l’esito di un nuovo bando di gara.
Il terzo in tre anni per la stessa struttura: una vera e propria maledizione.