Attraverso una mail spedita domenica 22 novembre alle 12.16 dal responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune di Pozzuoli, il comandante dei vigili urbani Carlo Pubblico minaccia una querela per falso e diffamazione contro questo blog in relazione all’articolo di giovedì 20 novembre dal titolo “Gli errori del Comandante dei vigili? Li stiamo pagando noi di tasca nostra!”.

Pubblico smentisce infatti di aver mai irrogato, né attivato né concluso una sanzione disciplinare al dipendente G.P. per assenza ingiustificata risalente al 24 giugno 2013 e precisa che “il dipendente G.P. non è un vigile urbano”.
Ritenendo che questa notizia sia “falsa e diffamatoria”, invita pertanto il blog “Pozzuoli21” a “smentire immediatamente la notizia falsa con le notazione lesive e diffamatorie nei miei confronti, che hanno prodotto commenti offensivi nei miei riguardi, per cui procederò a norma di legge contro gli interessati”, specificando che “in mancanza di immediata rettifica” interesserà il suo “legale per la tutela dei” suoi “interessi”.
Nulla da eccepire nel merito della richiesta di smentita.
Carlo Pubblico ha ragione quando afferma di non aver irrogato il procedimento disciplinare in questione a carico del dipendente G.P. e quando aggiunge che G.P. non è un vigile urbano.
“Pozzuoli21” si scusa con lui e con i lettori per questa duplice imprecisione.
Ma, dopo questa doverosa premessa, bisogna anche capire per quale motivo siamo caduti in errore ritenendo che la sanzione fosse stata emessa da Pubblico e che il lavoratore in questione fosse un vigile urbano.
E allora è utile pubblicare integralmente la sentenza in questione affinchè tutti possano rendersi conto della situazione e comprendere anche la ragione per cui il comandante dei vigili Carlo Pubblico abbia un ruolo fondamentale in tutta questa vicenda, al punto da essere citato per ben due volte dal Giudice del Tribunale del Lavoro, alle pagine 2 e 3 di tale verdetto.
LA SENTENZA (scaricata dall’Albo Pretorio del Municipio nel corpo della delibera consiliare numero 21 del 13 marzo 2015: per leggerla clicca all’interno di ogni foto)
La ricostruzione della vicenda consentirà infatti di comprendere come Pozzuoli21 (pur sbagliando nel ritenere Pubblico firmatario del provvedimento disciplinare e nell’affermare che quel dipendente fosse un vigile urbano) abbia sostanzialmente descritto una situazione reale nel sostenere che stiamo pagando un errore dello stesso Comandante dei Vigili, anche se il dipendente G.P. non è un vigile urbano e anche se quella sanzione gli è stata materialmente comminata da un altro dirigente, ossia Mino Cossiga.
Nella sua richiesta di rettifica/smentita, infatti, il Comandante dei Vigili “dimentica” di citare un particolare di fondamentale importanza.
E cioè che, nel momento stesso della (presunta) “assenza ingiustificata”, ossia la mattina del 24 giugno 2013, il dipendente comunale G.P. era ancora in servizio presso il Comando di Polizia Municipale di Pozzuoli (con qualifica di istruttore tecnico) e, dunque, il suo dirigente era, di fatto, ancora il comandante Pubblico: solo nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno, infatti, allo stesso dipendente G.P. fu notificato il provvedimento di trasferimento presso l’Ufficio Mobilità, il cui dirigente è Mino Cossiga.
Fermo restando che, ai sensi dell’articolo 55 bis comma 8 del decreto legislativo numero 150/2009, solo nel caso di trasferimento in un’altra amministrazione pubblica (e non, dunque, all’interno di uffici della stessa Amministrazione, come nella circostanza specifica) un provvedimento disciplinare è avviato e concluso con l’applicazione della sanzione presso l’amministrazione pubblica che riceve il dipendente trasferito.
In sostanza, dunque, il comandante dei vigili urbani Carlo Pubblico, anche se non ha firmato quella sanzione disciplinare, è, di fatto, ugualmente responsabile in prima persona del fatto che quella stessa sanzione disciplinare sia stata dichiarata illegittima dal Giudice del Lavoro.

Ciò non solo perché Pubblico ha omesso di attivare direttamente tale provvedimento disciplinare pur avendone piena titolarità (contravvenendo così ad un suo dovere d’ufficio), ma anche per aver fatto trascorrere il termine perentorio di 20 giorni per attivare quel provvedimento disciplinare.
Termine che decorreva dal momento in cui, il 5 luglio 2013, allo stesso Pubblico fu denunciata la presunta infrazione commessa dal dipendente G.P.
Infrazione che Pubblico comunicò al dirigente Cossiga soltanto l’8 agosto.
Dunque, anche se Pubblico non ha firmato quel provvedimento e anche se quel dipendente non è un vigile urbano, la collettività sta comunque pagando di tasca propria un errore del Comandante della Polizia Municipale.
E, al di là delle legittime smentite che non cambiano la sostanza dei fatti, dover caricare sui puteolani un debito di 2.800 euro causato dalla superficialità o dall’incompetenza mostrata nel caso specifico da un dirigente comunale retribuito con ben 4.500 euro netti mensili in busta paga, è purtroppo l’unica cosa che conta per un’opinione pubblica sempre più stufa di tante cose assurde che accadono in Municipio.