venerdì, Settembre 29, 2023
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Condannati cinque carabinieri “infedeli”: c’è anche un militare di Pozzuoli

33 anni e quattro mesi complessivi di detenzione. E’ questo il verdetto, con rito abbreviato, emesso dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Piacenza (Fiammetta Modica) a carico di cinque carabinieri della locale caserma, accusati, a vario titolo, di spaccio di droga, peculato, falso, lesioni e tortura, nell’ambito di un’inchiesta su una sessantina di reati consumati tra ottobre 2018 e giugno 2020.

Tra i condannati c’è anche il militare puteolano Giacomo Falanga (6 anni contro i 13 richiesti dall’accusa). Insieme con lui sono stati ritenuti colpevoli Giuseppe Montella (12 anni, 4 in meno di quanto aveva chiesto il pm), Salvatore Cappellano (8 anni contro i 14 e mezzo dell’accusa), l’ex comandante della stazione Marco Orlando (4 anni, uno in meno dell’accusa) e Daniele Spagnolo (3 anni e 4 mesi contro i 7 anni e 8 mesi chiesti dal pubblico ministero).

Ha retto dunque l’impianto accusatorio di un’indagine che aveva portato addirittura al sequestro della caserma “Levante”, e che, come ha spiegato il pm Antonio Colonna, ha consentito di smascherare i comportamenti di chi “accecato dall’arroganza ha creduto di essere al di sopra delle regole” architettando e tenendo in piedi un sistema parallelo fatto di menzogne, di sequestri di droga rivenduta attraverso pusher di fiducia, di arresti ‘architettati’ per aumentare le statistiche e di pestaggi con modalità tali da configurare la tortura.

In attesa delle motivazioni della sentenza (che saranno rese note tra 90 giorni) e del processo di appello, l’Arma dei Carabinieri, in una nota ha espresso “ancora una volta il proprio dolore su una vicenda molto grave poiché è inaccettabile che i carabinieri possano tenere comportamenti inaccettabili e di gravità inaudita e ledere gli interessi dei cittadini”. “Con responsabilità accertata, non ci saranno sconti per nessuno. Chi sbaglia -scrive ancora l’Arma- pagherà oltre che sul piano penale, anche su quello civile (anche con risarcimento dei danni economici) e disciplinare. Tutti i militari a giudizio, a suo tempo, furono immediatamente sospesi dal servizio e altri più gravi provvedimenti saranno adottati se ci sarà sentenza definitiva di condanna”.

L’Arma, nel procedimento in corso, “si è costituita parte civile per rispetto dei cittadini e degli oltre 100 mila carabinieri che ogni giorno lavorano con sacrificio e rischio personale al fianco degli italiani”.

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