domenica, Ottobre 13, 2024
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“Consulenti del lavoro: 2014 di impegno e svolta”

a cura di Carlo Pareto (responsabile relazioni esterne Inps Pozzuoli)

 “Il 2014 sarà un anno complicato perché il Paese ha degli appuntamenti importanti e i consulenti del lavoro dovranno manifestare ancor di più il loro impegno nei confronti delle aziende, dei lavoratori e della società e far comprendere al legislatore che la vera semplificazione deve portare ad emanare norme realmente applicabili. Ma per applicare le norme è necessario che ci siano i presupposti”. A tracciare lo scenario per il nuovo anno è stata la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e del Cup, Marina Calderone, in un’intervista alla webtv del portale di categoria recentemente riportata da ‘Italia Oggi’. “Abbiamo detto più volte –ha ribadito- che gli interventi dedicati esclusivamente a incentivazioni di periodo non portano risultati durevoli nel tempo. E’ importante, invece, porre l’accento sulla crescita, sullo sviluppo e sui temi che nel 2013 ci hanno visto molto esposti, come la richiesta della riduzione del contenimento del costo del lavoro, attraverso la leva della riduzione del cuneo fiscale, accanto a una rivisitazione in chiave semplificatoria di quella miriade di norme che rende vivo il diritto del lavoro”.

E nel 2014 i consulenti del lavoro celebreranno il loro 8° Congresso di categoria, a giugno, a Fiuggi, insieme al ‘Festival del lavoro’.

“Due grandi momenti in un unico contenitore –ha spiegato la presidente- per dimostrare che cresciamo nell’organizzazione di eventi che, come in passato, abbiano una grande ricaduta mediatica per traghettare verso l’esterno le nostre idee. Presenteremo il Testo unico del lavoro fatto dai consulenti, dimostrando che i tecnici non hanno solo la capacità di commentare le norme, ma anche quella di scriverle in chiave di razionalizzazione dei processi”. “Il 2014 –ha proseguito Marina Calderone- sarà anche l’anno dell’attuazione definitiva della riforma delle professioni, su cui abbiamo tanto lavorato nel 2013, e che ci vedrà cambiare il nostro assetto regolamentare. Parleremo di formazione, specializzazione e di incentivi per i giovani colleghi e per chi si trova in difficoltà. Dobbiamo essere solidali e proporre un modello che faccia ben comprendere cosa vuol dire essere parte di una categoria professionale che agisce come una famiglia quando si occupa delle necessità dei singoli”.

“La crisi ha cambiato l’identità e la conformazione dei nostri studi, ma noi ci impegniamo –ha rimarcato- affinché il governo riveda la bozza di decreto sulle casse integrazioni in deroga, includendo gli studi professionali, perché sappiamo trattarsi di provvedimenti che contengono emorragie di posti di lavoro. Accanto a questo, dovrebbe esserci sviluppo e noi abbiamo bisogno di proteggere il circuito professionale all’interno del quale c’è grande competenza, serietà e soprattutto l’impegno e la scommessa di tanti giovani professionisti che di questo lavoro vogliono vivere”.

Sul fronte delle professioni, ha proseguito la presidente, “il Cup ha un compito importante, quello di fare sintesi all’interno del mondo professionale e non è affatto semplice, visto che in Italia abbiamo 27 ordini professionali, seppure con delle matrici comuni, ma ognuno con le sue specificità e competenze”. “Dobbiamo mettere tutto questo assieme e coinvolgere le professioni in percorso unitario –ha detto- che veda riaprire i tavoli con i nostri ministeri vigilanti per migliorare e implementare gli aspetti caratterizzanti della riforma. Dobbiamo completare il Testo unico e mettere mano alle norme che regolano l’eleggibilità dei nostri organismi dirigenziali, oltre a impegnarci ancor di più nel ruolo di sussidiarietà verso lo Stato, che questo stesso deve comprendere e interiorizzare”. Per Marina Calderone, “è importante che la Pubblica Amministrazione capisca di potersi fidare di professionisti qualificati che hanno dalla loro la garanzia della fede pubblica, ma nel contempo lo Stato deve comprendere che quell’affidamento fiduciario deve tradursi nella valorizzazione della cultura e delle competenze degli ordini professionali”.

“Non vorrei assistere a una nuova stagione di politiche e di attività di lobby contro le professioni –ha puntualizzato- che oggi rappresentano un valore e una grande opportunità per i giovani, anche solo guardando i numeri: negli ultimi cinque anni siamo cresciuti del 14%”.

“Il nostro è un settore vitale –ha ricordato- che attira le energie intellettuali dei laureati italiani. Per questo, bisogna indirizzare al governo un messaggio determinato, legato alla volontà di riappropriarci del nostro ruolo, mantenendo ferme le finalità della nostra scommessa di professionisti ordinistici”.

Marina Calderone ha precisato che “l’essere ottimisti è connaturato alla scelta di essere professionisti in un contesto non semplice, vuol dire cioè scegliere di fare il precario per eccellenza, perché giorno per giorno ti devi reinventare ed essere adeguato alle sfide che ti si presentano”. “Non è facile, come fanno i consulenti del lavoro, assistere le aziende in difficoltà, dover gestire le procedure di crisi –ha affermato- e trasmettere agli imprenditori la voglia di riscatto e di nuovi investimenti in un momento in cui, forse, è più semplice chiudere, come fanno circa 800 imprese al giorno. Noi crediamo che il consulenti del lavoro debba essere un consulente strategico delle imprese, laddove queste debbano prendere decisioni importanti per il loro futuro”.

Infine, un messaggio: “Il 2014 sarà un anno difficile ed ancora più importante sarà la ricerca di semplificazione e razionalizzazione. Le risorse vanno ben orientate e ben spese e nel farlo abbiamo spesso richiamato alla necessità di sottrarre alle imprese gli oneri impropri legati alla burocrazia e a prelievi attraverso tasse improprie che allontanano il mondo imprenditoriale dalla ripresa. I professionisti, quindi, hanno ancora una volta una missione importante, quella di insegnare che con regole semplici si può governare meglio il Paese e soprattutto dare fiducia ai cittadini e renderli più consapevoli che gli adempimenti legati all’obbligazione fiscale e contributiva si possono tradurre in servizi efficienti per le famiglie”, ha concluso.

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