250mila euro è la cifra che l’Amministrazione Figliolia ha stanziato per convincere le famiglie residenti nella baraccopoli di via Carlo Alberto Dalla Chiesa a lasciare quei containers infestati dall’amianto.
E’ tutto scritto nella delibera numero 38 dell’altro ieri con cui la Giunta ha stabilito i criteri di sostegno economico per i 43 nuclei familiari destinatari di altrettante ordinanze di sgombero che già si sarebbero dovute eseguire dal 30 gennaio scorso.
Sindaco e assessori, confortati dai pareri tecnici dei dirigenti municipali, hanno dunque stabilito che a tutti gli occupanti di quei prefabbricati che hanno un reddito Isee non superiore a 18mila euro verrà pagato un indennizzo una tantum di 3.000 euro.
Chi ha un reddito Isee superiore a 18mila euro non percepirà un centesimo di “buonuscita”.
Tutti coloro che invece hanno un reddito Isee inferiore a 6.000 euro, oltre ai 3.000 euro dell’indennizzo una tantum riceveranno, ma soltanto per un anno, anche una cifra che varia dai 350 euro ai 650 euro al mese: 350 euro mensili fino a 2 occupanti per alloggio, 450 euro mensili da 3 a 4 occupanti, 550 euro da 5 a 6 occupanti, 650 euro da 7 occupanti in poi, con un ulteriore bonus di 50 euro mensili in caso di presenza di disabili purché non percepiscano l’assegno di accompagnamento.
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Queste le decisioni della Giunta.
Che sicuramente faranno discutere (sia i residenti in quei containers – che vogliono le case e comunque non un contributo a termine – sia tutti coloro che si trovano in difficoltà economiche e non percepiscono aiuti del genere) ed hanno già spaccato la politica locale, se è vero come è vero che, secondo indiscrezioni, ci sarebbero addirittura tra gli otto ed i dieci esponenti di maggioranza pronti a non votare l’atto nel Consiglio Comunale che si terrà mercoledì prossimo, 28 marzo, a partire da mezzogiorno.
Seduta che prevede una seconda convocazione per sabato 31, proprio per consentire, eventualmente, l’approvazione dell’atto anche con soli cinque voti favorevoli.
I consiglieri “maldipancisti” sostengono che questa spesa rischia di provocare un danno erariale al Municipio (danno di cui chi voterà l’atto potrebbe essere chiamato a risponderne economicamente dalla Corte dei Conti) e che, se proprio bisognava dare un sostegno, lo si doveva limitare solo a chi è realmente indigente, escludendo dunque dalla “buonuscita” chi ha un reddito Isee non inferiore ai 6000 euro.
La patata è molto bollente.

Sia dal punto di vista sociale (gli sgomberi non si potranno congelare all’infinito, e questo lo sanno bene anche i residenti nei containers) che politico, giacché Figliolia, con questo atto, vuole mettere alla prova la compattezza della sua coalizione, considerandolo un vero e proprio voto di fiducia sul proprio operato.
Staremo a vedere cosa accadrà.