Conto corrente, addio imposta di bollo | C’è un trucchetto per evitarla: è legale al 100%

Conto corrente, addio imposta di bollo | C’è un trucchetto per evitarla: è legale al 100%

Conto Corrente - Pexels - pozzuoli21.it

L’imposta di bollo sul conto corrente non è un destino inevitabile: grazie a una corretta pianificazione della giacenza media e all’uso intelligente di più rapporti bancari, è possibile ridurla o azzerarla

Per molti correntisti la voce “imposta di bollo” è una riga in fondo all’estratto conto che compare quasi in automatico, senza che se ne comprenda davvero l’origine.

In realtà si tratta di un tributo ben definito: colpisce i conti correnti e i libretti di risparmio quando la giacenza media supera una certa soglia, e viene addebitato direttamente dalla banca, spesso una volta l’anno o con cadenza trimestrale. Il risultato è che chi tiene sul conto somme importanti finisce per pagare, ogni anno, una cifra fissa indipendentemente dal numero di movimenti.

Gli esperti che hanno analizzato la normativa ricordano però un dettaglio spesso ignorato: l’imposta non si applica a tutti, ma solo a chi supera il limite di 5.000 euro di giacenza media.

È qui che entra in gioco il “trucchetto” di cui si parla: più che un trucco è una strategia di gestione consapevole, che sfrutta le regole già previste dalla legge per restare al di sotto della soglia e trasformare un costo certo in un risparmio concreto.

Come funziona davvero l’imposta di bollo (e perché non è inevitabile)

L’imposta di bollo sul conto corrente è dovuta da persone fisiche e giuridiche titolari di conti correnti e libretti di risparmio, ed è calcolata sulla base della giacenza media del periodo di riferimento. In pratica, si sommano i saldi giornalieri e si dividono per il numero di giorni: se il risultato supera i 5.000 euro, scatta l’addebito automatico del bollo, che per i conti delle persone fisiche è pari a una cifra annua fissa, indipendente dal numero di conti o dal numero di operazioni fatte. Se invece la giacenza media resta sotto la soglia, il bollo semplicemente non si paga.

Questo significa che non è tanto il picco di saldo in un singolo giorno a fare la differenza, ma il valore medio nel tempo. Una disponibilità elevata tenuta stabilmente ferma sul conto porta quasi sempre al pagamento dell’imposta; viceversa, una gestione dinamica, con trasferimenti e spostamenti mirati, può mantenere la giacenza al di sotto del livello critico. Da qui nasce l’idea che l’imposta di bollo non sia “obbligatoria” per definizione, ma dipenda da come vengono distribuite e amministrate le proprie somme tra i vari strumenti disponibili.

Imposta di bollo – Pexels – pozzuoli21.it

Il “trucchetto” legale: più conti, giacenza sotto soglia e pianificazione

Il cuore della strategia è semplice: utilizzare più conti correnti e, quando ha senso, anche conti cointestati per distribuire le giacenze e fare in modo che ogni singolo rapporto resti sotto i 5.000 euro di giacenza media. La legge non vieta di avere più conti, né di condividerne uno con un familiare: al contrario, consente di gestire il patrimonio in modo flessibile. Suddividendo le somme su più conti, il “peso” della liquidità viene spezzettato e la base imponibile su cui si calcola l’imposta può abbassarsi fino ad azzerarsi, sempre nel pieno rispetto delle regole fiscali.

A questa logica si affianca la pianificazione dei movimenti: monitorare la giacenza tramite app o estratto conto, programmare bonifici e trasferimenti prima della chiusura del trimestre, valutare l’uso di strumenti alternativi come conti deposito, carte prepagate evolute o conti online che in alcuni casi prevedono condizioni particolari sull’imposta di bollo. Non si tratta di elusione, ma di ottimizzazione legale dei propri risparmi: conoscere la soglia, controllare la giacenza e distribuire le somme in modo intelligente permette davvero, per molti correntisti, di dire “addio” all’imposta di bollo sul conto corrente, trasformando una tassa spesso subita in una voce di costo pienamente sotto controllo.