Torna nuovamente alla ribalta il contenzioso sul cambio di contratto per gli operatori del settore della riabilitazione privata e convenzionata.
Nota che non è stata gradita da 58 lavoratori dell’azienda, firmatari di una lettera in cui tengono ad illustrare in modo più dettagliato il loro punto di vista sulla vicenda.
Di seguito, pubblichiamo le dichiarazioni di questi lavoratori ed una contestuale replica da parte della proprietà del “Centro Serapide”.
LA LETTERA DEI 58 LAVORATORI
In riferimento ai recenti interventi del management dell’Azienda, i dipendenti del Centro Serapide avvertono, forte, l’esigenza di precisare quanto segue:
1) L’azienda dipinge i lavoratori, che stanno esercitando il loro giudizio critico in riferimento alla probabile rescissione unilaterale dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro attualmente impiegato (Sanità Privata), come individui inetti ed inconsapevoli, alla mercè delle presunte manipolazioni da parte della Organizzazione FP CGIL cui tantissime lavoratrici e lavoratori sono da sempre, ed in numero sempre maggiore di recente, iscritte ed iscritti;
2) Questa appare una visione miope ed offensiva da parte del management dell’azienda che, probabilmente per propria forma mentis, non riesce minimamente a prendere in considerazione il fatto che i dipendenti delle sue aziende sono professionisti ed operatori con una propria intelligenza, una propria autonomia ed una propria capacità critica che oggi registra l’iniquità e la mortificazione della dignità professionale di chi scrive da parte delle recenti scelte aziendali;
3) La FP CGIL, per quanto ci riguarda, non sta mettendo in essere alcuna azione impropria né tanto meno sta attivando un modello di comunicazione ambiguo e tendenzioso. L’iscrizione al sindacato è libera, non può essere oggetto di coercizione (come pure in passato il management aziendale ha provato a fare) ed anzi il management aziendale dovrebbe porsi quale problema il fatto che sempre di più i propri lavoratori aderiscono massicciamente ad una sigla sindacale. Tale adesione non è altro che l’esito di una spontanea e sana istanza di tutela dei propri diritti e della propria dignità professionale da parte di tantissimi dipendenti;
4) L’idilliaco rapporto di lavoro tra i dipendenti e l’Azienda esiste da sempre solo in tale visione miope e paternalistica del management aziendale che, viceversa, non ha mai voluto prendere atto del dissenso oramai decennale da parte di lavoratrici e lavoratori in riferimento a tutta una serie di scelte aziendali;
5) Se l’Azienda oggi, può vantare “conseguimento di risultati” ed aver raggiunto una “primaria importanza nel settore” lo deve esclusivamente al suo personale (visto che i budget sono garantiti dal servizio pubblico).
Per tutto quanto sopra esposto chi scrive:
1. non ha alcuna intenzione di recedere dalla “propria” scelta di non accettare passivamente la disapplicazione del CCNL Sanità Privata, rispetto alla quale noi lavoratori diamo un mandato alla FP CGIL e non viceversa;
2. motiva tale scelta per la propria dignità professionale, per il futuro delle professioni sanitarie e di chiunque lavori in questo settore a qualsiasi titolo, per i pazienti in carico, ai quali non vogliamo consegnare prestazioni svilite da ulteriori mortificazioni, ma anche per tutti i colleghi che hanno fatto una scelta diversa dalla nostra ed ai quali è stata imposta la rinuncia ai diritti maturati nel corso di tantissimi anni di lavoro;
3. ritiene di aver trovato una Organizzazione Sindacale che crede nella dignità del nostro lavoro, pronta ad accogliere le nostre istanze e che sostiene con forza le nostre rivendicazioni.
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LA REPLICA DEL “CENTRO SERAPIDE”
Premesso che la nostra azienda occupa oltre 350 lavoratori e che riteniamo, quantomeno, dubbio che a sottoscrivere la lettera siano stati circa 50 (??) lavoratori attualmente dipendenti della nostra azienda, siamo per l’ennesima volta costretti, nonostante la copiosa corrispondenza e la formale diffida inviata alla FP CGIL, a rilevare affermazioni false e pretestuose secondo le quali la libera scelta della nostra azienda di aderire all’associazione di categoria AIAS con conseguente applicazione del CCNL da questa sottoscritta possa “ledere la dignità professionale dei lavoratori” e, addirittura, “mettere in discussione il futuro delle professioni sanitarie e dei pazienti”.
Ribadiamo per l’ennesima volta, quanto già più volte dichiarato e dimostrato a tutte le OO.SS. ed a tutte le istituzioni coinvolte, che la nostra azienda non ha mai di fatto leso nessun diritto dei lavoratori poiché, come anche formalmente comunicato a ciascun lavoratore e come apparirà evidente anche dalle prossime buste paga, il cambio del CCNL non comporterà nessuna riduzione del trattamento economico fino ad oggi maturato ed acquisito dai lavoratori e nessuna modifica al trattamento normativo sarà applicata ai rapporti di lavoro se non migliorativa.
Relativamente alla scelta di cambio di contratto, lo stesso non può di certo considerarsi imposto in quanto i lavoratori e la stessa FP CGIL forse dimenticano che nel rinnovo del CCNL AIOP e ARIS dell’8 ottobre 2020, quello nella lettera definito “Sanità Privata”, applicato fino ad ottobre dalla nostra azienda, la FP CGIL ha sottoscritto, congiuntamente alle altre OO.SS., la “Dichiarazione Congiunta numero 1” in cui si concordava “la possibilità per i Centri di Riabilitazione di applicare successivamente un altro contratto collettivo, nel rispetto delle disposizioni di legge in materia di relazioni sindacali”.
L’azienda conferma la propria disponibilità ad ogni confronto in qualsiasi sede avendo anche formalmente proposto alle RSA ed a tutte le OO.SS., ivi compresa la FP CGIL, un incontro per il prossimo 20 dicembre finalizzato all’apertura di un tavolo per la definizione di un accordo integrativo aziendale che possa conciliare il recupero di competitività aziendale con una migliore condizione lavorativa del personale.