E’ ormai una regola fissa da sette anni: qualsiasi scuola pubblica, di ogni ordine e grado, per sostenere molte delle proprie attività, chiede ai genitori degli alunni un contributo in denaro a titolo volontario, così come consentito dalla legge numero 40 del 2007.
“Volontario” (lo dice la parola stessa) significa che il versamento di questa somma di denaro dipende dalla volontà di chi lo dovrebbe sborsare.
Quindi, i genitori sono liberi di poter versare o meno questa cifra.
In teoria è così.
Ma, nella realtà, capita che papà e mamme degli studenti vengano messi nelle condizioni psicologiche e materiali di dover per forza pagare questi soldi.
E così, il contributo “volontario” diventa, di fatto, “obbligatorio”, anche se una circolare ministeriale del 20 marzo 2012 e la legge 296 del 2006 stabiliscono la natura di questo esborso ed i principi di obbligatorietà e di gratuità della scuola pubblica.
Ebbene, dopo aver ricevuto la segnalazione di un genitore, chi vi scrive è riuscito in un piccolo “miracolo”.
Far cambiare la modulistica di iscrizione ad una scuola di Pozzuoli.
Nel modulo originario (pubblicato anche sul sito internet dell’istituto) infatti era chiaramente scritto che tra i documenti occorrenti per l’iscrizione a scuola era prevista la ricevuta del versamento del pagamento di una somma che comprendeva sia un non specificato contributo “obbligatorio” sia il “contributo volontario a supporto delle attività didattiche e laboratoriali”.
In pratica, la scuola in questione, con un messaggio “furbesco” ed assolutamente fuorviante, pur specificando che il totale corrispondeva alla somma di due contributi (uno obbligatorio e l’altro volontario), scriveva chiaro e tondo che, per regolarizzare l’iscrizione, bisognava pagare il totale dei due contributi.
Senza informare i genitori del fatto, non secondario, che, per l’iscrizione, avrebbero dovuto pagare soltanto il contributo obbligatorio.
Mi sono messo in contatto telefonico con la scuola in questione e ne ho dette di tutti i colori prima al vicario e poi al dirigente scolastico.
Ho preannunciato loro che erano già in preparazione interrogazioni consiliari al riguardo, che avrei invitato (attraverso “Pozzuoli21”) tutti i genitori a denunciare questo comportamento sia alla magistratura che al Ministero e all’Ufficio Scolastico Regionale.
E ho paventato perfino l’ipotesi (di cui sono tuttora convinto) che fossimo di fronte ad un reato penale, giacchè pretendere una somma di denaro che non ti spetta è qualcosa che o è oppure somiglia ad un tentativo di estorsione.
Ho anche ricordato a vicario e dirigente in questione che la scuola ha il compito di trasmettere nozioni ma anche valori e buoni esempi ai propri studenti.
E che questo modo di fare è assolutamente contrario ad ogni principio basilare di un’agenzia formativa degna di questo nome.
Il dirigente scolastico ha ammesso che quel modulo era effettivamente da “riscrivere” perché “poco chiaro” (sic!) e mi ha promesso che l’avrebbe fatto modificare in breve tempo.
Ci sono volute due riscritture del testo per arrivare al sacrosanto risultato che volevo raggiungere.
Il primo cambiamento, infatti, specificava a che titolo si dovesse pagare il contributo obbligatorio (ossia l’assicurazione) e separava quell’importo da quello stabilito per il contributo volontario.
Ma ancora non era sufficiente, in quanto il contributo volontario restava inserito tra i documenti occorrenti per l’iscrizione: cosa assolutamente non vera, giacchè per l’iscrizione non occorre pagare alcun contributo volontario.
La “trattativa” è proseguita fino a quando non è stato finalmente riscritto quel testo in modo giusto e corretto, riportando non solo la separazione tra i due contributi, ma anche la dicitura esatta che esclude il pagamento del contributo volontario dai documenti occorrenti per l’iscrizione.
Adesso va bene!
Ho dovuto cantarne quattro alla dirigenza di quella scuola, ma ho centrato l’obiettivo di rendere finalmente chiaro e trasparente quel modulo di iscrizione e di evitare che i genitori degli iscritti a quell’istituto fossero, di fatto, costretti a pagare un contributo volontario non dovuto ma soltanto facoltativo.
Non so e non voglio sapere se quel modulo sarebbe mai stato cambiato senza un intervento del genere.
Mi auguro tuttavia di non dover assumere questo atteggiamento anche nei confronti di altre scuole di ogni ordine e grado di Pozzuoli e dell’area flegrea.
Quindi, mi appello ai genitori: se quando andate ad iscrivere i vostri figli a scuola, vi vengono sottoposti dei moduli scritti in modo da obbligarvi, di fatto, a pagare una somma che comprende anche il contributo volontario, protestate!
E, se non vi ascoltano, sporgete denuncia e fate in modo che forze dell’ordine, magistratura, ministero o ufficio scolastico regionale aprano indagini su “forzature” del genere.
E anche il Comune si dia una mossa, verificando se tutte le scuole su cui ha giurisdizione si comportano correttamente nel far sapere ai genitori che il contributo volontario non è obbligatorio e non è un versamento occorrente per l’iscrizione.
E denunciando agli organi preposti le scuole che non dimostrano questa correttezza.