Ancora uno smottamento, martedì l’ennesimo sopralluogo dei pompieri, l’ennesima relazione dell’ufficio tecnico comunale…e un problema che ancora non si risolve ormai da quasi 14 anni.
Siamo in via Barletta, dietro le “quinte” del lungomare di via Napoli, sul livello stradale immediatamente al di sopra del cosiddetto rione “Marocchini”.
Qui, ai numeri civici 28 e 24, ci sono due fabbricati ed oltre venti famiglie che rischiano la vita tutti i giorni a causa di un costone pericolante e mai messo in sicurezza perché ancora non si capisce a chi tocchi fare questi lavori.
La stampa locale si è già occupata due volte di questa situazione.
Nel gennaio 2001, infatti, da quel costone si staccò un masso di cento chili, che precipitò nel balcone di una casa del civico 28, per fortuna senza provocare nessun ferito ma causando non pochi danni materiali.
Nel marzo 2005, invece, una frana, staccatasi dallo stesso costone, distrusse un muro di contenimento, produsse altri gravi danni ad alcuni appartamenti dell’immobile e causò per otto mesi lo sgombero dei residenti ai primi due piani del palazzo: i proprietari di quelle case poterono rientrare soltanto a novembre dello stesso anno, quando dimostrarono di aver effettuato, a proprie spese, opere di protezione delle balconate di fronte a quel costone.
La situazione è molto ingarbugliata ed è finita addirittura in un’aula di Tribunale.
Il Comune, infatti, ritiene che i lavori di consolidamento e di messa in sicurezza del costone confinante col palazzo al civico 28 spettino al condominio di quello stabile, in quanto, secondo il Municipio, quel tratto di costone è inserito nella stessa particella catastale della proprietà condominiale.
Il Comune sostiene inoltre che, per la ricostruzione di questo muro di contenimento, lo stesso condominio ha richiesto ed ottenuto ben due permessi a costruire (il 14 gennaio 2009 ed il 3 settembre 2012) ma non li ha mai ritirati facendone scadere la validità.
Sulla base di questa ricostruzione, l’attuale amministratore di condominio dello stabile è finito sotto inchiesta per aver “omesso di eseguire i lavori di messa in sicurezza” di quel costone, così come era stato stabilito da un’ordinanza (la numero 38684) del 15 settembre 2005, firmata dall’allora (ed anche attuale) sindaco Enzo Figliolia.
Ma lo stesso amministratore indagato, attraverso una perizia tecnica, sostiene che quei lavori non sono di competenza del condominio, in quanto, contrariamente a quanto stabilito dal Comune, il costone sovrastante quel condominio (ed il muro di contenimento) ricadrebbe in due particelle catastali diverse da quelle indicate dal Municipio: particelle non intestate al condominio, bensì ad altri privati.
Tuttavia, in attesa che la giustizia faccia il suo corso per dirimere il contenzioso (sciogliendo definitivamente il rebus sulla proprietà della parte di costone pericolante e bisognosa di manutenzione)… quei lavori nessuno li fa.
E il rischio, per chi abita a un palmo di mano da quel “mostro”, resta.
Anzi, sembra aumentare ogni giorno di più.
“Noi abbiamo paura ma questa è casa nostra e da qui non ce ne vogliamo né possiamo andare –dice Claudio “Rosario” Maddaluno 44enne autotrasportatore e proprietario della casa di via Barletta 28 che ha subìto i danni maggiori dallo smottamento del 2001 e dalla frana del 2005- Ogni giorno siamo a rischio di tutto: da questo costone si staccano frane, si propagano incendi, scendono topi, serpenti e volano insetti di ogni genere. Vogliamo accettare tutti i disagi causati da una situazione abitativa del genere, ma quello che non possiamo sopportare è che non si faccia la cosa più logica da fare in questo momento. E quello che bisogna fare, per tutelare la pubblica e privata incolumità, è mettere in sicurezza il costone. E chi lo deve fare, secondo me, adesso è il Comune. Poi, quando il giudice stabilirà di chi è questa parte di costone che incombe sulle nostre case, lo stesso Comune dovrà farsi risarcire dal proprietario il costo di questi lavori. Di certo, con tutto il dovuto rispetto per il lavoro della magistratura, noi non possiamo aspettare i tempi della giustizia con tutti i suoi eventuali gradi di giudizio. Siamo a settembre, chiunque sa che in questo mese comincia il periodo dei temporali forti che ci accompagneranno per tutto l’autunno. Dove abitiamo lo vedete…non mi sembra il caso di aggiungere altro. Ci appelliamo al sindaco Figliolia: confidiamo nella sua operatività e nel suo buon senso e ci auguriamo che accolga la nostra richiesta di aiuto”.
Una vicenda davvero incredibile.
Che parte da una domanda a cui prima o poi qualcuno dovrà dare una risposta.
E cioè: com’è possibile che sia stato consentito di costruire un palazzo con un pericolo del genere a pochissimi metri di distanza, peraltro in zona dichiaratamente sismica?
Mistero! Uno dei tanti che caratterizza la nostra Pozzuoli…
(nella foto grande in alto, Claudio “Rosario” Maddaluno mostra il costone pericolante che sovrasta il palazzo in cui abita al civico 28 di via Barletta)