Fa registrare clamorosi sviluppi la vicenda dello spargimento di creolina all’istituto superiore “Virgilio” lo scorso 1 marzo, con malori di alcuni insegnanti, l’intervento di un’ambulanza ma soprattutto una frase orribile, attribuita dal collettivo studentesco, al dirigente scolastico Rossella Tenore.
Sia in un post pubblicato su Facebook sia, soprattutto in un’intervista a “Il Mattino”, i ragazzi riferirono che la preside, alla loro richiesta di sospendere le attività didattiche a causa di quell’aria irrespirabile, rispose con una frase del tipo “gli ebrei potevano resistere 15-20 minuti nelle camere a gas, voi potete resistere sei ore in questa scuola”.
Ieri, a tre settimane di distanza, il dietrofront di Emanuele Mancuso, l’alunno il cui nome comparve come autore di questa dichiarazione rilasciata alla prestigiosa testata.

In una lettera pervenutaci attraverso il social, Emanuele, ci scrive infatti testualmente che “dopo un’attenta riflessione” e considerata “la risonanza mediatica che ha avuto il fatto”, ha deciso di chiarire che “le parole rilasciate dalla nostra preside durante l’avvenimento sono state travisate e sopratutto mal riportate in quanto la preside non ha utilizzato i lager nazisti” aggiungendo che “la mia scuola si è più volte distinta per aver organizzato manifestazioni in memoria della Shoà”.
Una marcia indietro a 360°, su cui però è impossibile non porsi tre domande:
- perché una “autosmentita” del genere arriva con 21 giorni di ritardo quando sarebbe bastato chiarire subito l’eventuale equivoco e “sgonfiare” immediatamente il caso?
- perché non è stata la Preside a scriverci per smentire pubblicamente di aver pronunciato parole così odiose? Lo ha fatto forse con altri organi di informazione, o in altre sedi, e non ne siamo a conoscenza?
- perché il Collettivo studentesco, di cui Emanuele è un rappresentante, non ha ancora corretto il tiro sulla propria pagina Facebook, dove quel post del 1 marzo non è stato mai cancellato, modificato o integrato?
Un dietrofront del genere sembra dunque apparentemente inspiegabile.
Ma, come sempre, il tempo è galantuomo e ci aiuterà a capire se la nuova versione dei fatti divulgata dallo studente Mancuso è davvero frutto di un sincero (sia pure piuttosto tardivo) pentimento, così come ci auguriamo, oppure (e speriamo davvero di sbagliarci) è figlia di altre dinamiche, a noi per ora ignote ma non troppo difficili da intuire per i “malpensanti”…