mercoledì, Aprile 23, 2025
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Discarica di cassonetti nell’ex macello comunale!

Nascondere la polvere sotto il tappeto sembra essere da sempre il marchio distintivo di chi governa Pozzuoli. Ma a volte si esagera e si autorizzano, nel silenzio generale, situazioni davvero indecenti, se non addirittura illegali.

Come lo spettacolo orribile che si può “ammirare” all’interno dell’ex macello comunale di via Fascione.

La struttura (dismessa da anni e inserita nell’elenco dei beni messi in vendita dal Municipio, per un valore di 2 milioni di euro, come si evince dalla delibera di Giunta numero 84 dell’11 ottobre scorso) è infatti ormai diventata una vera e propria discarica di cassonetti della nettezza urbana e campane per la raccolta di carta e multimateriale.

Sono centinaia i contenitori (presumibilmente si tratta di quelli tolti dalle strade dopo il potenziamento della differenziata “porta a porta”) che fanno pessima mostra di sé nei cortili e nel piazzale dell’enorme immobile situato a poca distanza dal cimitero e dal polo artigianale.

Chi li abbia “stoccati” lì (chissà da quanto tempo!) è fin troppo facile immaginarlo, visto che l’ex macello è proprietà comunale e dunque a nessun “estraneo” vi sarebbe consentito l’accesso, tra l’altro per conferire del materiale che è anch’esso di proprietà dell’Ente, come cassonetti e campane.

Fatto sta che lo scempio è immane, inammissibile e non si sa se e quanto pericoloso per la salute pubblica.

Bisogna intervenire al più presto per eliminarlo.

Dovrebbe essere lo stesso sindaco Figliolia a fare “fuoco e fiamme” sulla questione, se non altro perchè proprio ieri, in un comunicato stampa a proposito di rifiuti, aveva promesso di potenziare “la già ampia attività di tutela e bonifica ambientale messa in piedi nel primo anno di amministrazione”: e, dunque, il Capo della Giunta, potrebbe tradurre le parole in fatti cominciando subito a bonificare l’ex macello comunale da  quel “cimitero” di cassonetti e campane che solo il Municipio può aver allestito (o autorizzato eventuali altri soggetti ad allestire) lì.

In più, c’è un aspetto molto più strettamente “pratico” della vicenda.

Quale privato acquisterebbe un immobile in cui, oltre al degrado generale, ci sono “inquilini” così “ingombranti” da “sfrattare”?

O dobbiamo pensare che cassonetti e contenitori per la differenziata in disuso sono da considerarsi tra i “beni” che il Comune vuole vendere insieme con l’ex macello per 4 miliardi delle vecchie lire?

Chissà…

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