Disperati per la mancanza di qualsiasi opportunità di lavoro, hanno minacciato di impiccarsi in Municipio, nella palazzina numero 7, quella dove ha sede l’ufficio del sindaco.
E’ stato il gesto che, ieri pomeriggio, ha visto protagonista un gruppo di disoccupati, che ormai non riesce più a sostenere la propria condizione di vita: persone da tempo in cerca di un impiego oppure che un’occupazione ce l’avevano e l’hanno persa e che ora sono alle prese con bollette da pagare, figli da sfamare e prospettive sul futuro a dir poco drammatiche.
La clamorosa forma di protesta è rientrata solo dopo l’intervento dei carabinieri, accorsi prontamente negli uffici comunali, da dove qualcuno aveva telefonato ai militari dell’Arma per tentare di scongiurare il peggio.
Successivamente il gruppo di disoccupati è stato ascoltato dal sindaco Figliolia.
Una realtà che purtroppo riguarda non solo coloro che hanno dato vita ad una protesta così dura.
Da tempo a Pozzuoli le condizioni per lavorare sono al minimo storico.
Da altrettanto tempo si susseguono “crisi” da parte dei disoccupati poi culminate con manifestazioni e cortei.
L’ultima protesta avvenne durante la campagna elettorale e vide da parte dei senzalavoro la stesura di un documento il cui contenuto appare purtroppo ancora attualissimo: “Da troppo tempo i disoccupati cronici dell’area flegrea aspettano risposte. Aspettano opportunità. Aspettano che le promesse che sono state loro fatte vengano mantenute. Eppure ciò non è mai avvenuto. Il loro malcontento va ben aldilà dell’attuale situazione politica, affonda in un disagio ormai cronico e per il quel non viene fatto concretamente fatto nulla. Pozzuoli ai puteolani. È questa la nostra richiesta. Questo il nostro obiettivo. Ancor più semplice la nostra richiesta: lavoro. Lavoro qualificato e non. Lavoro non assegnatoci casualmente, ma nei modi previsti e contemplati dalla legge. Non vogliamo regali, non vogliamo concessioni, non vogliamo essere accontentati e poi dimenticati. Non vogliamo di nuovo ricadere nell’indifferenza e nel silenzio. Vogliamo ciò che ci spetta. Lavorare nella nostra terra, lavorare sul nostro territorio. Saremo presenti su ogni nuovo cantiere, dinanzi ad ogni ufficio. Siamo stanchi di tacere e subire. Che la nuova Pozzuoli sia costruita dai Puteolani. Questo è quello per cui, sempre nei limiti della legalità, ci batteremo”.
Purtroppo, dai tempi della campagna elettorale, è trascorso ormai quasi un anno, ma non è cambiato nulla.
Anzi, i disoccupati aumentano.
E alcuni di loro stazionano ormai in modo “permanente” quasi tutti i giorni in Municipio.
Nella speranza che il politico “amico” riesca in qualche modo a “sistemarli” o a “raccomandarli” presso qualche impresa.
Speranze sistematicamente tradite dalla realtà.
Una realtà fatta troppo spesso di promesse da “campagna elettorale” che poi vengono puntualmente disattese da chi, quando si tratta di dover prendere i voti per vincere le elezioni, entra nelle case della gente e fa vedere “mari e monti”, ma poi, quando ha ottenuto il proprio tornaconto, diventa improvvisamente smemorato o, nella migliore delle ipotesi, se ne esce con una frase del tipo “mi dispiace ma di lavoro adesso non ce n’è, devi aspettare e forse si muoverà qualcosa”.
Dimenticando o fingendo di non capire che chi ha ricevuto determinate promesse quasi come fossero certezze e non sa dove sbattere la testa, difficilmente può concedersi il lusso di aspettare che si “muova” qualcosa…
(da “Il Corriere Flegreo” del 12 febbraio 2013)