Ci sono dei momenti in cui bisogna mettere da parte le polemiche, le critiche, gli scazzi e la dialettica anche feroce.
Sono i momenti in cui un rappresentante delle istituzioni, specie quando si tratta di chi è stato scelto dalla (stragrande) maggioranza del popolo per governare un’intera comunità, subisce un’intimidazione o un atto di violenza.
E’ quanto capitato al sindaco Enzo Figliolia, la cui auto è stata danneggiata da ignoti per due volte in pochi giorni nei pressi della sua abitazione.
Sull’episodio indagano le forze dell’ordine, ma, non essendo stato rubato nulla all’interno della vettura in entrambe le circostanze, è chiaro che si tratta di un “dispetto”.
O di un segnale. Inquietante, visto che è diretto non ad un cittadino “normale” ma al Capo dell’Amministrazione Comunale, per di più nel luogo in cui egli risiede.
Da quando la notizia è saltata fuori, nel tardo pomeriggio di sabato, si sprecano i messaggi di vicinanza e solidarietà al Sindaco, su Facebook, attraverso comunicati stampa e con sms personali.
Una solidarietà a cui sento fortemente di volermi associare.
A maggior ragione perché chi conosce il mio modo di fare giornalismo sa perfettamente che non ho mai lesinato attacchi, anche duri, ma sempre argomentati, a tutti i sindaci che hanno governato Pozzuoli negli ultimi 25 anni.
E tra essi, ovviamente, pure Figliolia, sia nel primo mandato che in quello attuale.
Per questa ragione, molti cittadini che non condividono nulla dell’operato di questa ed altre Amministrazioni (di qualsiasi “colore” politico, sia ben chiaro…) vedono il sottoscritto come una sorta di voce fuori dal coro, quella del dissenso, del rovescio della medaglia, della “spezia nel retto del ratto” (come direbbe qualcuno di mia conoscenza…).
Ebbene, è proprio da questa “posizione” privilegiata che sento l’esigenza di dire la mia su quanto accaduto a Figliolia.
Io penso che, a prescindere dalla “simpatia” o dalla “antipatia” che si possa avere per un politico o per chicchessia (a causa o per merito del proprio operato), ci sono dei punti fermi a cui nessuno che si definisca persona civile può derogare.
Uno di questi punti fermi è il rifiuto assoluto di minimizzare o, peggio, giustificare, atti punibili dal codice penale.
Qualcuno obietterà: “ma in fondo a Figliolia non hanno fatto chissà quale danno…”.
E’ proprio questo il punto.
La gravità di episodi del genere non è misurabile con l’esito del misfatto, bensì col meccanismo mentale che lo ha generato.
In parole povere, Figliolia può anche essere il peggior sindaco della storia di Pozzuoli, può non aver mai azzeccato una decisione, può aver fatto promesse che non ha mantenuto, può aver assunto atteggiamenti indisponenti, può averne combinate di cotte e di crude, volontariamente o inconsapevolmente.
Ma anche se così fosse (e ognuno è libero di pensare anche che così è), essere persone civili presuppone il non avere nel dna il gene della vendetta personale, della ritorsione, della rappresaglia.
In democrazia esistono gli anticorpi per contrastare o neutralizzare gli effetti di un’azione politica che non si condivide: c’è la libertà di espressione, c’è il ricorso alla magistratura e c’è l’arma più potente, quella del voto, purchè ovviamente libero da condizionamenti di qualsiasi tipo.
Figliolia non vi piace? Vi sta sulle scatole? Lo volete politicamente morto?
Combattetelo con le armi della democrazia, le uniche consentite e giustificabili in un paese civile.
E metteteci la faccia! Abbiate il coraggio di affrontare il dissenso non solo civilmente ma a viso aperto.
Chi agisce in modo diverso si può definire in un solo modo: delinquente.
E a Pozzuoli dobbiamo una buona volta decidere da che parte schierarci.
Senza “se” e senza “ma”.
Come “scelta di campo”, di principio.
Per quanto mi riguarda, non rinnego nessuna delle critiche mosse a Figliolia quando a mio avviso ne ha meritate.
E altre gliene farò se dovessi ritenere che commetta errori nell’amministrare.
Ma anche il sindaco più contestato e contestabile sarà sempre da difendere nei confronti di vigliacchi e delinquenti.
Ed è per questo che, attraverso “Pozzuoli21”, idealmente stringo la mano e mando un abbraccio a Figliolia.
La parte sana della città, in una circostanza del genere, non può e non deve mai comportarsi diversamente.