Il suo cuore si è fermato nel primo pomeriggio di oggi, dopo una lunga malattia che ormai da tempo gli aveva impedito di esercitare il ministero sacerdotale.
Don Peppino Lannia (nella foto grande in alto, per gentile concessione di Gino Conte) se n’è andato così, nella canonica della chiesa del Santissimo Salvatore al rione Gescal, la sua parrocchia, nel suo quartiere, quello che ha sempre difeso con grande forza da chiunque ne volesse il male.
Così, come, fino a vent’anni fa, aveva fatto sul lungomare di via Napoli da parroco della chiesa di San Vincenzo.
Don Peppino, da calabrese purosangue (era nato a Fuscaldo, in provincia di Cosenza, il 30 aprile di 77 anni fa) era uno che non si lasciava passare la mosca sotto il naso.
Sacerdote amato da molti per la sua schiettezza (e anche discusso per i suoi modi spesso fin troppo “diretti”), non aveva paura di lanciare sfide.
Denunciava e ne pagava in prima persona le conseguenze.
Al punto che, a metà degli anni ’90, fu definito “prete anticamorra” per le sue continue esternazioni pubbliche contro la delinquenza (più o meno) organizzata.
E, soprattutto, per le intimidazioni subìte (clicca su http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/09/devastano-la-chiesa-del-prete-anticamorra.html.)
Ma don Peppino era anche uno che non le mandava a dire ai politici, agli amministratori della “cosa pubblica”, specie quando, a suo dire, non esercitavano correttamente il mandato elettorale ricevuto.
Insomma, un uomo di chiesa ma animato da una grande passione civile.
Ne sentiremo sicuramente la mancanza.
I funerali domani, 14 agosto, alle ore 15, nella chiesa del Santissimo Salvatore, nel quartiere di Sotto il Monte.