Ricevo e pubblico*
Caro Direttore, sai che ti leggo sempre con piacere e interesse.
Riguardo il tuo articolo sulle candidature del Movimento Cinque Stelle alle elezioni politiche 2018, mi corre però l’obbligo di fare qualche piccola precisazione.
E, poche, considerazioni.

Innanzitutto, mi preme ribadire che non ero candidato alle “Parlamentarie” del M5S per la selezione degli aspiranti deputati o senatori in competizione nei collegi col metodo proporzionale, quindi gli iscritti non avrebbero potuto scegliermi e votarmi.
Mentre, riguardo la selezione interna al movimento per la scelta del candidato all’uninominale Camera, collegio di Pozzuoli, un consistente gruppo di portavoce, attivisti e iscritti mi aveva chiesto la disponibilità a esserne partecipe e a concorrervi.
Anche troppo consistente, stante la mia naturale propensione circa il tenermi lontano dalle maggioranze: ma Well, nobody’s perfect, come ci racconterebbe Billy Wilder.

Comunque sia, il mio curriculum è stato inviato e vagliato da chi di dovere, ma la valutazione deve esser risultata negativa, evidentemente, visto che la scelta è poi caduta su un altro candidato, altrettanto evidentemente in possesso di un curriculum più brillante e di competenze e conoscenze maggiori e più adatte a svolgere il difficile ruolo di legislatore.
Nessun problema: accetto di buon grado il giudizio.
E non potrebbe essere altrimenti, quale persona che fa, cerca di fare ricerca scientifica e che, quindi, considera l’approccio alla stessa, unitamente alla vita in generale, tendente alla comprensione, alla valutazione e alla comparazione il filo rosso che lega il proprio fare e il proprio vivere.
Qualsiasi giudizio, qualsivoglia valutazione che chiunque voglia e possa formulare, esprimere e adottare su qualsiasi cosa e persona va quindi accettato e, anzi, incoraggiato.
Compreso quello su me stesso.
Resta, naturalmente, il mio guardare comunque con simpatia al tentativo che il M5S sta cercando di porre in essere circa il rinnovo e l’adeguamento di una nuova classe dirigente e di nuove politiche di governo per il nostro paese.
Altre considerazioni, poi, indubbiamente potremmo formulare circa metodi e formule attraverso cui ogni singolo cittadino facente parte della nostra comunità possa ritenersi, farsi valutare e scegliere, aggregando idee e consensi, riguardo la propria capacità e propensione alla formulazione di leggi e regole che ne disciplinino la comune convivenza e circa la capacità di governo di questo nostro paese.
Ma questa è tutta un’altra storia, come ci racconterebbe il simpatico barista Moustache di “Irma la dolce”.
Ultima considerazione: in bocca al lupo all’Italia, che sia in grado di scegliersi degni rappresentanti.
E saluti cordiali a te, in attesa di tuoi nuovi scritti che ci aiutino a comprendere la realtà comunitaria in cui viviamo.
*Giacomo Bandiera