Dieci pagine a firma di Daniele Franco, ragioniere generale dello Stato, fanno tremare dirigenti, politici e dipendenti comunali di Pozzuoli.
E’ la relazione definitiva sull’ispezione che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha compiuto, dal 14 novembre al 16 dicembre 2015, su tutti i conti del Municipio puteolano dal 2010 al 2014.

Un dossier che arriva in risposta alle controdeduzioni inviate agli 007 ministeriali dall’Amministrazione, nel tentativo di smantellare le 16 criticità rilevate dagli ispettori Francesco Amato e Maria Rita Longo durante i loro 32 giorni di monitoraggio sulla legittimità di tutte le spese sostenute dell’Ente per il personale e per i servizi durante il quinquennio preso in esame.
Un tentativo naufragato nel giustificare oltre la metà delle irregolarità riscontrate.
Di fronte alle sette che si è riusciti a sanare, sono infatti rimaste in piedi nove contestazioni, che produrranno necessariamente delle conseguenze economiche, o su chi ha indebitamente percepito più soldi pubblici del dovuto per le proprie prestazioni, oppure su chi ha autorizzato quelle indebite uscire di denaro dalle casse del Comune.
In pratica, come si legge nel verdetto autografato dal ragioniere dello Stato, toccherà adesso all’ Amministrazione accertare le “responsabilità nei confronti dei soggetti titolari dei procedimenti amministrativi che possono aver dato luogo ad eventuali ipotesi di danno erariale e ad attuare tutti gli atti interruttivi della prevista prescrizione, al fine di tenere indenne l’Istituzione da qualsiasi danno derivante da attività poste in essere dai propri funzionari, anche nel caso di mancata completa conclusione delle azioni avviate”.
Tutto ciò, fermo restando la competenza in materia da parte della Procura Regionale della Corte dei Conti, a cui è stato inviato il risultato dell’ispezione.
Un esito che nelle “stanze dei bottoni” del Municipio è noto già da circa un mese, ma è stato praticamente “secretato” all’opinione pubblica.
Pozzuoli21 però non conosce censure di alcun genere e così siamo in grado di anticiparvi, in esclusiva, l’elenco di tutte le disfunzioni “incriminate”.
A cominciare dalla mancata adozione del piano delle performance organizzative ed individuali entro il 31 gennaio di ogni anno e della relazione, entro il 30 giugno di ogni anno, che evidenzi, con riferimento all’anno precedente, i risultati organizzativi ed individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati ed alle risorse messe a disposizione.
Si prosegue poi con l’irregolarità delle procedure di assunzione dei dipendenti in categorie superiori tra il 2010 e il 2011, attraverso lo scorrimento di graduatorie di progressioni verticali: procedure effettuate nonostante fossero vietate dal 27 ottobre 2009 e non fossero previste nelle programmazioni triennali del fabbisogno di personale nel periodo compreso tra il 2009 ed il 2013. Il Comune si era giustificato sostenendo che il concorso interno costava meno di quello esterno.
Irregolare è stato giudicato anche l’incarico dirigenziale a tempo determinato conferito all’ingegner Gino Salzano tra il 2013 e il 2014 “in assenza di procedura selettiva pubblica appositamente prevista dalla norma” e in dispregio ai “requisiti di temporaneità ed eccezionalità degli incarichi a tempo determinato”. A nulla è valsa la giustificazione del Comune sulla “professionalità ed il carattere fiduciario che ha connotato, negli anni, il rapporto di lavoro del dipendente”.
C’è poi la questione delle irregolarità commesse nella costituzione del fondo per il salario accessorio del personale che non ricopriva incarichi dirigenziali. Il Comune, nelle sue controdeduzioni, ha sostenuto di aver recuperato, nel bilancio 2016, i 725.821 euro pagati in più nel 2010 (“senza però fornire adeguate certificazioni o prove documentali dell’avvenuto recupero”) garantendo che gli ulteriori recuperi per 732.197,37 euro a partire dal 2011 sarebbero stati eseguiti in esercizi finanziari futuri. Una procedura che, secondo il Ragioniere Generale dello Stato, non può essere considerata tecnicamente corretta in quanto un eventuale recupero di somme avvenute a posteriori non sana i diversi utilizzi fatti di quelle stesse somme in passato.
Rilievi confermati anche per l’indennità di disagio pagata a quasi tutti i lavoratori del Comune e giustificata dall’Amministrazione col fatto che al Municipio di Pozzuoli non esiste un dipendente che non abbia contatto con il pubblico. Osservazione respinta dal Ministero, che ha sottolineato come il rapporto con il pubblico non determina necessariamente un disagio e che, anche se nel frattempo questa indennità è stata sospesa, bisogna recuperare le somme indebitamente pagate in precedenza.
Stessa sorte (restituzione delle somme già liquidate) per l’indennità di rischio per i vigili urbani, che, secondo gli ispettori ministeriali, non è automatica in presenza dell’indennità di vigilanza “che è corrisposta proprio per remunerare sia la specificità delle prestazioni svolte dal predetto personale sia lo specifico rischio derivante dall’espletamento delle medesime prestazioni”. Né, proseguono gli ispettori, “si può giustificare l’indennità di rischio come connessa allo svolgimento dell’attività ad impatto esterno, in quanto i compiti svolti dalla polizia municipale necessariamente sono connessi a tale tipo di situazione”.
Respinto anche il pagamento di risorse aggiuntive nel fondo per il trattamento accessorio ai dirigenti (aumenti non giustificati da “incrementi stabili dei servizi e delle competenze delle funzioni dirigenziali interessate”) e, sempre per quanto riguarda i dirigenti, a proposito dell’utilizzo del fondo per il salario accessorio, è stato ritenuto illegittimo l’aumento della retribuzione di posizione per gli incarichi dirigenziali a tempo determinato e tantomeno l’assegnazione di questo tipo di retribuzione con effetti retroattivi “essendo necessaria una apposita pesatura delle singole posizioni dirigenziali”.
Irregolari, infine, anche le retribuzioni di risultato pagate ai dirigenti per il 2012 (sulla base dell’attività di valutazione effettuata dal Segretario Generale nel 2015 in assenza degli organismi di valutazione dei dirigenti, unici titolati a poter decidere in materia), il calcolo della maggiorazione della retribuzione di posizione dei segretari comunali e la retribuzione di risultato del Segretario nel 2010, eccedente il 10% del monte salari percepito riferito al 2009.
Questo, dunque, è lo stato dell’arte.
Una vera e propria bomba ad orologeria che rischia di esplodere da un momento all’altro in Municipio.
Basti pensare a tutti i soldi che bisognerà restituire per le indennità di disagio e di rischio non dovute ai lavoratori dell’Ente.
Da chi recupererà questi soldi l’Amministrazione? Da chi li ha effettivamente percepiti o da chi ne ha stabilito l’erogazione?
E se le “sfogliatelle” dovessero arrivare ai dipendenti, quante cause di risarcimento danni potrebbero intentare questi ultimi a tutti i loro superiori che hanno avallato il pagamento di quelle indennità?
Il sindacato è furibondo e, con una durissima nota protocollata ieri a firma dei segretari territoriali di Cgil (Antonio Fascia), Cisl (Giovanni Capuano), Uil (Annibale Del Bisogno) e Csa (Massimo Salvatore) ha proclamato, per giovedì prossimo, 17 gennaio, a partire dalle 8.30, un’assemblea generale di tutti i lavoratori, da tenersi nel piazzale municipale antistante gli uffici dei gruppi consiliari, per le prime quattro ore di tutti i turni lavorativi.
E, sul tema, si preannuncia anche una dura battaglia politica. Come testimonia il post pubblicato ieri sul proprio profilo Facebook dal consigliere di opposizione Raffaele Postiglione.