48 milioni e 410mila euro in un anno, 4 milioni e 34 mila euro in un mese, 132.630 euro in un giorno, 5.525 euro in un’ora, 92 euro ogni minuto.
E’ quanto hanno speso i puteolani nel 2016 tra videolottery e slot, le cosiddette “macchinette mangiasoldi” che, a causa di un uso troppo spesso smodato, hanno gettato sul lastrico intere famiglie, indebitatesi fino al collo per finanziare questo vizio e tutti i suoi devastanti effetti a catena.
Il dato emerge grazie a L’Italia delle Slot, un’applicazione realizzata dal Gruppo Editoriale Espresso per monitorare il livello di ludopatia (la “malattia del gioco”) che si è raggiunto in ciascun Comune italiano.
Nel dettaglio, l’anno scorso a Pozzuoli la media annuale di puntate effettuate in queste apparecchiature (in città ce ne sono 6 ogni mille abitanti) è stata pari a 593,80 euro per ciascuno degli 81.528 cittadini, che, dunque, sempre in media, hanno bruciato così il 3,40% del reddito annuo disponibile (pari a 17.468 euro).
Un esborso di denaro aumentato del 6,8% rispetto al 2015, quando le giocate medie annue nelle slot ammontavano a 556,10 euro.
Il 55% delle giocate (328 euro a persona di media annua, per un totale di 26,7 milioni di euro nel 2016 nella sola Pozzuoli) avviene nelle “new slot”, ossia le 443 macchinette che sul territorio puteolano accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie, mentre il restante 45% di scommesse (266 euro a persona di media annua, per un totale di 21,7 milioni di euro nel 2016, sempre solo a Pozzuoli) è fagocitato dalle 50 video lotterie disseminate in città, cioè le macchinette che accettano anche banconote, sono presenti in appositi locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte.
Usando l’applicazione L’Italia delle Slot, abbiamo provato ad elaborare un dato statistico su un campione di popolazione regionale pari a 3.312.732 abitanti, circa il 57% del totale.
E’ stato così possibile scoprire che, Pozzuoli è al 10°posto tra i 31 comuni più popolosi della provincia di Napoli in cui, in queste “macchinette” si brucia la maggior quota di reddito disponibile.
Peggio del “capoluogo” flegreo, infatti, in ordine decrescente, fanno solo Mugnano (1762,60 euro di giocate medie annue a cittadino per un reddito medio di 15.797 euro annui, ossia l’11,16% del reddito annuo disponibile), Arzano (1011,20 euro di giocate annue per un reddito di 14.727 euro annui, pari al 6,87% del reddito), Casalnuovo (899,60 euro di giocate annue su 15.070 euro di reddito, pari al 5,97% del reddito), Casoria (814,10 euro di giocate annue su 15.508 euro di reddito, pari al 5,25% del reddito), Melito (707,20 euro di giocate su 14.651 di reddito, pari al 4,83% del reddito), San Giuseppe Vesuviano (498,90 euro di giocate su 12.426 di reddito, pari al 4,01% del reddito), Nola (613,50 euro di giocate su 16.066 di reddito, pari al 3,82% del reddito), Caivano (495,80 euro di giocate su 13.577 di reddito, pari al 3,65% del reddito) e Villaricca (519 euro di giocate su 15.012 di reddito, pari al 3,46% del reddito)
Se prendiamo invece come riferimento tutti i 50 comuni più popolosi della Regione (non solo, dunque quelli che appartengono alla provincia di Napoli), in questa speciale classifica della “irresponsabilità”, Pozzuoli scende al 26° posto, preceduta, sempre in ordine decrescente, da Maddaloni (dove addirittura, con una media di 12,2 “macchinette” ogni 1000 abitanti, ci si gioca mediamente il 20,14% del reddito annuo disponibile: 2.962,10 euro su 14.704 euro di reddito!), Mugnano (11,16% del reddito), Santa Maria Capua Vetere (8,12%), Salerno (7,78% del reddito: con una media di 10 “macchinette” ogni mille abitanti batte tutti gli altri capoluoghi di provincia in Campania), Nocera Inferiore (7,61%), Arzano (6.87%), Scafati (6,45%), Battipaglia (6,10%), Casalnuovo (5,97%), Mondragone (5,46%), Casoria (5,25%), Aversa (5,12%), Melito (4,83%), Sarno (4,73%), Pontecagnano (4,70%), Avellino (4,24%), Eboli (4,09%), S.Giuseppe Vesuviano (4,01%), Cava dè Tirreni (3,83%), Nola (3,82%), Benevento (3,74%), Caivano (3,65%), Pagani (3,58%), Villaricca (3,46%) e Orta di Atella (3,42%).
Per quanto riguarda la situazione negli altri tre comuni dell’area flegrea, Bacoli è la città più virtuosa con solo l’1.89% del reddito disponibile investito in “macchinette” (306,6 euro su 16.198) ma fa registrare un preoccupante +20,9% di somme giocate rispetto al 2015.
Segue Monte di Procida con il 2,43% di sul reddito (390,7 euro giocati su 16.083 disponibili) e un calo dell’8,4% di cifre scommesse rispetto al 2015.
Quarto invece si attesta al 3,1% di reddito giocato (470,7 euro su 15.178 disponibili) con un incremento del 9,7% di somme scommesse rispetto all’anno precedente.
Questi i numeri.
Numeri che, per Pozzuoli, vista la gravità del fenomeno (tra le prime dieci città più popolate della Campania, solo a Salerno, Casoria e Benevento bruciano in macchinette una percentuale di reddito maggiore rispetto ai puteolani) devono essere necessariamente accompagnati da una domanda da fare a tutti i politici, ai vigili urbani e alle forze di polizia locali.
In città viene applicato il regolamento (CLICCA QUI PER LEGGERLO) per le “sale giochi” approvato dal Consiglio Comunale il 20 dicembre 2012 con la delibera numero 99?
All’articolo 3 è infatti previsto che: non possono essere trasferite vecchie licenze o rilasciate nuove nel centro storico; che vecchie attività e nuove non possono stare né in edifici destinati a civile abitazione, né a meno di 500 metri stradali da scuole, chiese e ospedali, a meno di 200 metri lineari da altre sale giochi ed a meno di 100 metri stradali da qualsiasi abitazione, in ogni direzione.

Siamo sicuri che questo regolamento venga rispettato?
E se ciò non è accaduto, qualcuno ce ne può spiegare il motivo?