lunedì, Marzo 17, 2025
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ESCLUSIVO/ Stipendi gonfiati e promozioni fuorilegge al Comune di Pozzuoli: ecco il “macello” scoperto dagli ispettori del Ministero

430 milioni di vecchie lire pagati in più a sette dirigenti, indennità varie e promozioni non dovute per molti dipendenti, produttività “a pioggia” piuttosto che secondo specifici obiettivi lavorativi raggiunti.

E’, in estrema  sintesi, l’inquietante contenuto dell’ispezione che due dirigenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Francesco Amato e Maria Rita Longo) hanno compiuto, dal 14 novembre al 16 dicembre dello scorso anno, su tutti i conti del Comune di Pozzuoli dal 2010 al 2014.

L’esito della verifica è contenuto in una corposissima relazione (composta da 145 pagine più 115 allegati) che gli emissari della Ragioneria Generale dello Stato hanno chiuso il 18 marzo scorso e consegnato al Municipio nella giornata del 29 novembre.

Il sindaco Figliolia
Il sindaco Figliolia

Un dossier che, in anteprima esclusiva, abbiamo potuto visionare  ma che resta ancora  “embargato” dal sindaco Figliolia.

Una decisione inspiegabile, alla luce sia dell’enorme rilevanza pubblica rivestita da questo atto  ma anche in virtù della richiesta di renderlo pubblico, che, finora inutilmente, alcuni consiglieri di opposizione hanno avanzato in via ufficiale.

Ma veniamo ai dati che saltano maggiormente all’occhio in questa verifica.

E sicuramente quello più eclatante riguarda sette dirigenti comunali.

A costoro, gli ispettori ministeriali contestano una retribuzione complessiva che supera  di ben 222.095,74 euro il dovuto.

Il dirigente Mino Cossiga
Il dirigente Mino Cossiga
Carlo Pubblico
Carlo Pubblico

In particolare, Mino Cossiga e Carlo Pubblico avrebbero percepito 62.377,25 euro in più come retribuzione di posizione (12.475,45 euro ciascuno all’anno dal 2010 al 2014), l’ex segretario comunale Emilia Tesoro 49.442,22 euro in più (47.695,03 come retribuzione di posizione dal 2009 al 2011 e 1.747,19 in più come retribuzione di risultato nel 2009), l’attuale segretario comunale Matteo Sperandeo 37.426,35 euro in più (come retribuzione di posizione dal 2012 al 2014),  Alfredo Tovecci 22.356,30 euro in più come retribuzione di posizione (14.904,18 nel 2010 e 7.452,12 nel 2011), Antonio Di Francia 16.189,82 euro in più (10.793,19 nel 2010 e 5.396,63 nel 2011) e Agostino Magliulo 9.352,90 euro in più (6.602,05 nel 2010 e 2.750,85 nel 2011).

Le somme “indebitamente erogate” come retribuzione di posizione, si legge nella relazione ispettiva, derivano dall’aver violato il “diniego, affermato dalla costante giurisprudenza amministrativa e contabile, sulla possibilità di attribuire una maggiorazione della retribuzione di posizione nei casi di conferimento di incarichi dirigenziali aggiuntivi”.

Il segretario comunale,, Matteo Sperandeo,
Il segretario comunale,, Matteo Sperandeo,

In pratica, per coprire vuoti in altri settori privi di dirigenza, quei dirigenti percepivano soldi in più come “retribuzione di posizione” mentre, invece, secondo gli ispettori del Ministero, avrebbero, in questo caso, potuto percepire “solo un riconoscimento in forma di retribuzione di risultato”.

Una “irregolare attribuzione della retribuzione di posizione dei dirigenti dal 2010 al 2014” che “si estende anche alla retribuzione di posizione dei segretari comunali, Emilia Tesoro e Matteo Sperandeo, per effetto della clausola del galleggiamento (…) con conseguente equiparazione del trattamento accessorio a quello dei dirigenti aventi la più alta retribuzione di posizione”.

A tal proposito, gli ispettori, a titolo di esempio, sottolineano che “per quanto riguarda l’Unità di Staff Avvocatura, diretta dal 2012 dal dottor Carmine Cossiga, a cui è stato attribuito il massimo del valore economico della posizione, viene fatto osservare che, di fatto, tale Avvocatura non è stata mai operativa, contrariamente a quello che si richiede ad una posizione di  Staff al Sindaco inserita in una struttura organizzativa complessa, in quanto la rappresentanza legale dell’ente risulta interamente affidata ad Avvocati del libero Foro (…).

Ma c’è anche dell’altro e non è roba da poco.

Ad esempio, sulle 30 progressioni verticali di carriera (ossia il passaggio dei dipendenti comunali da una fascia retributiva inferiore a quella superiore) avvenute tra il 2010 ed il 2011 attraverso lo scorrimento delle graduatorie di merito di progressioni verticali risalenti anche al 2003 e al 2005, gli ispettori ministeriali fanno notare che sono “irregolari” le “assunzioni degli idonei compresi in vecchie graduatorie di progressioni verticali” in quanto “contrarie alle disposizioni contenute negli articoli 24 e 62 del decreto legislativo numero 150 del 27 ottobre 2009, secondo le quali, a decorrere dal 1°gennaio 2010, in tutte le Pubbliche Amministrazioni le progressioni verticali possono essere effettuate solo tramite concorsi pubblici, con riserva al personale interno non superiore al 50% ed in possesso del titolo di studio richiesto dall’esterno”.

Per quanto riguarda invece la procedura di reclutamento (avvenuta tra il 2013 ed il 2015) di due posti di categoria D3 (funzionario amministrativo-finanziario), gli ispettori contestano l’irregolarità della procedura di mobilità volontaria (indetta per uno solo dei due posti anziché per entrambi) e, conseguentemente, del concorso riservato per il rimanente posto ai soli dipendenti interni del Comune.

Gli ispettori dichiarano inoltre nulle le assunzioni degli idonei compresi nella graduatoria di merito (approvata con determina dirigenziale 2447 del 19 dicembre 2014) del concorso riservato per la copertura  di 1 posto di funzionario categoria D3 in quanto viola la legge di stabilità 2015, che, per il 2015 ed il 2016, “ammette soltanto assunzioni di vincitori di concorso pubblico compresi in graduatorie vigenti o approvate al 1°gennaio 2015, nei limiti del turn over fissato dalla normativa vigente, obbligando ad impegnare le residue risorse esclusivamente per assorbire il personale soprannumerario delle Province (…).

L'ingegner Gino Salzano
L’ingegner Gino Salzano

Contestati anche i due provvedimenti  con cui l’attuale sindaco (il 9 agosto 2013 e il 30 dicembre 2014) aveva conferito l’incarico dirigenziale a tempo determinato all’ingegner Gino Salzano.

Secondo gli ispettori, infatti, nella circostanza specifica,  sono stati violati i commi 4,5 e 6 dell’articolo 22 del Regolamento Comunale sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi “nella parte in cui dispone che l’attribuzione dell’incarico dirigenziale a contratto debba avvenire a seguito di avviso pubblico e valutazione comparativa dei candidati, per curriculum e colloquio, fondata su parametri di valutazione previamente determinati in un bando di selezione”.

Non solo: la nomina di Salzano del 30 dicembre 2014 viola anche l’articolo 110 comma 1 del Testo Unico degli Enti Locali, “che dispone la possibilità di conferire l’incarico dirigenziale solo a seguito di selezione pubblica volta ad accertare, in capo ai soggetti interessati, il possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità nelle materie oggetto dell’incarico”.

Inoltre, scrivono ancora gli ispettori ministeriali,considerato il lungo periodo in cui l’ingegner Luigi Salzano è stato nominato dirigente con contratto a tempo determinato (sin dal 1999), viene evidenziata la mancanza del requisito di temporaneità ed eccezionalità dell’incarico, di cui all’articolo 36 del decreto legislativo 165 del 2001, considerato, tra l’altro, che le stesse assunzioni previste dall’articolo 110 del Testo Unico Enti Locali, devono soddisfare esigenze organizzative temporanee legate al mandato dell’organo politico e che le funzioni dirigenziali attribuite all’ingegner Luigi Salzano rientrano tutte nelle competenze ordinariamente assegnate allo stesso in qualità di titolare di posizione organizzativa della direzione Lavori Pubblici (…).

All’Amministrazione, gli ispettori contestano pure la “mancanza, nel regolamento interno, di precise norme che stabiliscano un limite massimo di incarichi autorizzabili ai propri dipendenti da parte del Comune (…)” giacché “l’espletamento degli stessi, riguardo a quelli autorizzati al dottor Carmine Cossiga  (nove incarichi esterni in sei anni dal 2009 al 2015, n.d.r.), potrebbe comportare continue assenze dal servizio, considerato che l’articolo 6 comma 3 del regolamento interno 90/2015 prevede la possibilità di assentarsi dal servizio per un numero fino a 5 giorni al mese per singolo incarico,  con conseguente ricaduta in termini di minore efficienza dell’attività istituzionale dell’ufficio ricoperto (…)”.

Note dolenti anche per la cosiddetta “contrattazione decentrata”, ossia gli accordi che il sindacato stipula con l’Amministrazione per conto dei dipendenti.

“A decorrere dalla contrattazione integrativa dell’anno 2012 – si legge nella relazione ministeriale – i contratti decentrati del Comune di Pozzuoli non risultano nemmeno corredati della relazione illustrativa e tecnico finanziaria”, mentre i Peg, i piani esecutivi di gestione, non risultano “correlati ad un piano dettagliato degli obiettivi (…) sebbene in un Comune con struttura organizzativa complessa detto Piano avrebbe dovuto rappresentare il fulcro di un controllo nei termini utili per l’attività programmatoria e gestionale (…).

Inoltre, si sottolinea il sistematico “ritardo nell’adozione di alcuni atti programmatori delle attività che definiscono le risorse del fondo per il salario accessorio”.

Vengono poi descritte, dagli ispettori ministeriali, tutta una serie di irregolarità compiute nella determinazione del fondo per il salario accessorio.

Ma la cosa davvero incredibile è che, da una verifica a campione degli atti di liquidazione dei progetti di produttività, emerge che la quasi totalità di questi progetti di produttività riguarda “lo svolgimento di normale attività istituzionale dell’ente locale, per la quale non è prevista la corresponsione di un salario accessorio”.

E così la Ragioneria prende 5.250 euro di produttività per un “progetto sul risparmio fiscale derivante dall’applicazione separata dell’Irap”; l’ufficio Archivio e Protocollo prende 9.000 euro di produttività per un progetto di “protocollazione di pratiche in entrata e in uscita, spedizione e catalogazione degli atti e archiviazione dei fascicoli”; l’Avvocatura prende 15.000 euro di produttività per un progetto di “gestione del contenzioso e istruttoria relativa ad istanze, citazioni e ricorsi dell’ente”; la Farmacia Comunale prende 10.500 euro di produttività per il progetto di “essere al servizio dei cittadini offrendo una alta professionalità e una presenza sul territorio costante e certa”(!!!!!); l’Ufficio Provveditorato ed Economato prende 8.000 euro di produttività per un progetto di “scassettamento dei parchimetri con tutte le attività connesse e correlate (vendita grattini, registrazione incassi, deposito e rendicontazione etc.)”; l’Ufficio del Capo di Gabinetto prende 27.000 euro di produttività per il progetto di “assicurare un livello di efficienza e di efficacia nel rapporto con gli organi istituzionali e i cittadini, mantenere e snellire i rapporti con gli uffici comunali, etc…”.

Come se non bastasse, gli ispettori ministeriali ci mettono la pietra tombale scrivendo che “gli incentivi di produttività del Comune di Pozzuoli, pagati in media 450.211 euro all’anno dal 2010 al 2014, sono stati erogati in assenza di un procedimento valutativo certificato dal Nucleo di Valutazione (…) in contrasto con gli accordi contrattuali decentrati (…) trascurando, in particolare, i criteri di valutazione definiti nel Sistema di valutazione permanente del personale (…) approvato con delibera numero 53 della commissione straordinaria il 27 aprile 2007”.

Censure dagli ispettori ministeriali arrivano anche per le “progressioni orizzontali”, ossia le progressioni di carriera all’interno della stessa categoria, avvenute, nel biennio 2009-2010, “a pioggia a tutto il personale, in mancanza di un attento e accurato processo di valutazione, in violazione della normativa contrattuale nazionale (…) che presuppone una selezione del personale basata esclusivamente su indicatori meritocratici, ed in aperto contrasto con la costante giurisprudenza amministrativa e contabile”.

E non è finita qui.

Gli ispettori del Ministero contestano l’irregolare corresponsione della cosiddetta “indennità di disagio” a tutto il personale comunale a contatto con il pubblico e l’irregolare pagamento della “indennità di rischio” ai vigili urbani “in aggiunta all’indennità di vigilanza che essi istituzionalmente percepiscono”.

E non manca una bacchettata sulle indennità di turnazione (447mila euro e rotti tra il 2010 ed il 2014) pagate complessivamente  ai 59 giardinieri comunali a causa della “insufficienza di mezzi e attrezzature tecniche rispetto al numero dei dipendenti”.

Secondo gli ispettori, “per evitare aggravi di spesa si sarebbe dovuto ricorrere ad una articolazione dell’orario di lavoro più consona alle esigenze lavorative dei giardinieri per compensare il disagio derivante dalla particolare articolazione dell’orario di lavoro di almeno 10 ore giornaliere, che comporta una rotazione del personale in turni”.

Questo, dunque, è lo “stato dell’arte” al Comune di Pozzuoli.

Se l’esito di questa relazione non verrà capovolto da eventuali controdeduzioni convincenti da parte dell’Amministrazione,  bisognerà capire chi pagherà per tutto ciò.

E dovrà stabilirlo la politica prima che la Corte dei Conti (a cui il dossier è stato già inviato) decida per tutte le “stanze dei bottoni” del Municipio.

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