Il tunnel del Campiglione è una via di fuga in caso di emergenza bradisismica e non lo si può chiudere 24 ore su 24 per 40 giorni.
E’ quanto denunciano 112 cittadini che, assistiti dall’avvocato Giovanni Basile, hanno inviato una diffida alla Città Metropolitana di Napoli (l’ex Provincia), ai Comuni di Pozzuoli e Quarto, alla Regione, al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, ai vigili urbani, ai carabinieri e alla polizia di Pozzuoli, alla “Edil Car” (ditta che dovrà eseguire i lavori previsti all’interno e all’esterno della galleria) e, per conoscenza, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.
I lavori oggetto dell’esposto dovrebbero iniziare alle 9 di domani mattina, lunedì 13 febbraio, e terminare alle 17 di venerdì 7 aprile, con l’apertura della strada prevista soltanto nei fine settimana, dalle 17 di ogni venerdì alle 9 di ogni lunedì.


Un intervento che prevede la ritinteggiatura delle pareti del traforo, la quadruplicazione degli aeratori, l’installazione di alcune telecamere di sicurezza e la risistemazione della carreggiata con la costruzione di uno spartitraffico “salva incidenti” all’altezza del distributore di benzina.
I firmatari dell’esposto (che minacciano di bloccare l’avvio dei lavori già da domattina se nessuno ascolterà le loro richieste) contestano la nota 15245 del 26 gennaio con cui la Direzione Tecnica dell’area Amministrativa, Edilizia Istituzionale, Mobilità e Viabilità della Città Metropolitana di Napoli non ha “esplicitato i motivi tecnici che giustificherebbero la chiusura della galleria (…) per un periodo di tempo così prolungato”.
Secondo gli autori della diffida, la galleria di Monte Corvara infatti, non solo “ricopre importanza strategia per il traffico veicolare da Pozzuoli verso Quarto” ma “costituisce una delle vie di esodo da utilizzarsi nell’ipotesi di recrudescenza del fenomeno bradisismico” in quanto realizzata proprio con “i fondi stanziati dall’articolo 11 della legge 22.12.1984 numero 887 per l’adeguamento del sistema di trasporto intermodale nelle zone interessate dal fenomeno bradisismico (…) e consentire alla popolazione colpite dal sisma di allontanarsi agevolmente dalle zone ad alto rischio”.
Nel documento redatto dall’avvocato Basile, si legge ancora che proprio la rotatoria di via Campana, nelle adiacenze dell’uscita della Tangenziale, immediatamente a ridosso della variante che conduce al tunnel Campiglione, è stata individuata dal Comune di Pozzuoli, nell’ambito del Piano Comunale di Protezione Civile, come una delle aree (“di attesa o di accoglienza/ricovero”) “per ospitare la popolazione sia nei momenti immediatamente precedenti che successivi” ad eventuali eruzioni.

E, dunque, la “chiusura totale della galleria (…) metterebbe a serio rischio la corretta attuazione del piano di emergenza” in quanto “la popolazione verrebbe fatta convogliare in un’area dalla quale si troverebbe impedita la più vicina via di fuga”.
In pratica, a giudizio di chi contesta la chiusura del tunnel per 40 giorni, il Dirigente della Città Metropolitana che ha firmato il provvedimento con la determina 453 del 27 gennaio, avrebbe dovuto correttamente equilibrare “l’interesse pubblico primario” della realizzazione dell’opera pubblica con “gli interessi secondari (pubblici, collettivi e privati) coinvolti”, in particolare “quello volto a garantire la sicurezza dei cittadini”.
Lo stesso Dirigente, invece “non ha tenuto conto dell’importanza strategica della suddetta strada provinciale e non ha individuato la possibilità di attuare soluzioni alternative rispetto alla disposta totale chiusura”, come ad esempio “prevedere la chiusura di una sola corsia, garantendo un solo senso di marcia (quello che consente l’esodo da Pozzuoli verso Quarto), oppure quantomeno ridurre il rischio di ingorgo, nella denegata ipotesi di calamità, attraverso la chiusura della galleria nelle sole ore notturne”.

L’avvocato Basile, per conto dei 112 firmatari dell’esposto, sostiene che, data la “totale assenza di motivazione” nel provvedimento riguardante la chiusura del tunnel h24 per 40 giorni, “non si capisce quale sia stata la valutazione che abbia indotto l’Amministrazione (della Città Metropolitana di Napoli, n.d.r.) a comprimere totalmente gli interessi secondari coinvolti, ed in particolare quello della sicurezza pubblica”, sulla base del presupposto secondo cui “affinché non si determini un esercizio arbitrario del potere discrezionale, è necessario che la scelta venga effettuata nel rispetto dei princìpi di logica, imparzialità e ragionevolezza, dunque con il minor sacrificio possibile degli interessi secondari coinvolti”.
E siccome “la chiusura totale al transito veicolare e pedonale per la mera esecuzione di opere manutentive, costituisce una misura illogica ed irrazionale, che potrebbe determinare danni irreversibili alla pubblica e privata incolumità, di cui sarebbero responsabili tutti i funzionari che, con il loro comportamento attivo o omissivo, hanno contribuito alla causazione dell’evento”, la diffida è stata indirizzata a tutti gli Enti (Città Metropolitana di Napoli, Comuni di Pozzuoli e Quarto, Regione, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, carabinieri, polizia e vigili urbani di Pozzuoli, ditta esecutrice dei lavori) che possono, ognuno per la propria competenza, contribuire a far annullare quell’atto ed individuare misure alternative alla chiusura totale della galleria, con la richiesta “al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli (…) di accertare eventuali inadempienze e di valutare se le stesse integrino gli estremi di comportamenti omissivi ascrivibili ad ipotesi di reato”.
Come si evolverà questo delicatissimo braccio di ferro, lo sapremo soltanto a partire da domani mattina, quando i lavori al tunnel dovranno iniziare.
A meno che la Città Metropolitana non metta, entro oggi, una “pezza a colore” rinegoziando il contratto con la ditta incaricata di quest’opera oppure rifacendo la gara d’appalto con altre condizioni ma esponendosi al rischio di pagare penali o subire un contenzioso da chi se l’era già aggiudicata.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA DIFFIDA INVIATA DALL’AVVOCATO BASILE